Pro-Life? Pro-choise!

Conoscete Tim Tebow? Scommmetto di no. Eppure, questo ragazzo di ventitrè anni il sette febbraio darà una lezione di vita a tutti gli americani, dietro un compenso di due milioni di dollari elargito da un gruppo “pro-life”.

Tim è un giocatore di football, e in occasione del Super Bowl racconterà la storia della sua nascita insieme alla mamma Pam, poichè pagato ed a favore del gruppo cristiano “Focus on the family”, in prima linea contro la possibilità di scelta delle donne di poter interrompere la gravidanza. Secondo il gruppo “pro-life” la scelta della mamma è un esempio da proporre per rimettere sulla retta via tutte le male femmine: Pam, incinta del suo quinto figlio, era missionaria nelle Filippine, quando si ammalò gravemente; ciò portò i medici a consigliarle l’aborto terapeutico, ma lei non accettò. “C’era il rischio che mio figlio nascesse handicappato – racconta la mamma modello – ma ho rispettato il suo diritto a vivere ed eccolo qui il più promettente quarterback della National Football League”.

Non so a voi, ma questo mi sembra un chiaro esempio di libertà di scelta: Pam ha scelto di far nascere suo figlio. Il fatto che ci sia una legge che tuteli la possibilità delle donne di interrompere la gravidanza, non significa negare la possibilità ad altre donne di portare avanti le loro. L’idea di nascita è troppo spesso legata ad un significato positivo, ma la vita molto spesso non è un dono, in alcuni casi il dono è la morte. L’unico gruppo “pro-life” è quello “pro-choise”.

One thought on “Pro-Life? Pro-choise!

  1. Condivido. Scelta coraggiosa. Ma esistono anche madri che uccidono (dopo che sono nati, si intende) i propri figli. Non si può generalizzare. Vietare l’aborto significa precludere una scelta ed avere questa possibilità non significa obbligare la gente a farlo. E come se noi dicessimo “se la madre di Hitler avesse abortito”…

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