ANIMALI A TAVOLA 2 – Ovocell: l’uovo energetico

ovocell, l'uovo da allevamento in gabbia

Che differenza c'è tra un uovo bio, da terra e da gabbia?

Noi consumatori abbiamo un ruolo molto importante nella difesa delle condizioni di vita degli animali: attraverso il semplice gesto dell’acquisto di un pacco di uova, possiamo influenzare gli ordini di un supermercato (specialmente se medio-grande, in quanto in questi luoghi verificano puntualmente gli acquisti dei clienti tramite codice a barre) e, di conseguenza, le condizioni di vita di una gallina.

Esistono infatti quattro tipologie di allevamenti di galline ovaiole e altrettanti codici identificaivi riportati obbligatoriamente sulle confezioni delle uova:

  • 0: Biologico (1 gallina/10 mq, all’aperto, vegetazione, stagno, gallo, alimenti bio)
  • 1: All’aperto (1 gallina/4 mq, all’aperto, vegetazione)
  • 2: A terra (7 galline/mq, chiuso, luce artificiale sino a 17 h, becco mozzato, galline stressate)
  • 3: In gabbia (25 galline/mq, gabbie scatola, nessun movimento, luce artificiale sino a 17 h).

Per fortuna il 1° gennaio 2012 gli allevamenti di tipo “3” saranno vietati in tutta Europa. Un passo avanti verso un allevamento più “umano”. Per tanti anni però si è guardato più al profitto e alla produttività che alle condizioni di vita del volatile più diffuso al mondo. Questo giro di boa in favore dei pennuti è dovuto ad una serie di fattori:

  • consumatori più attenti che, goccia dopo goccia, infuenzano gli acquisti della grande distribuzione
  • lotte delle associazioni animaliste europee (come la LAV) per la difesa dei diritti degli animali
  • sviluppo di malattie come l’aviaria (che forse è il motivo principale, la natura si ribella e l’uomo corre ai ripari).

Purtroppo, anche le condizioni degli allevamenti di tipo “2” sono invivibili: 7 galline in un metro quadro bombardate sin dalla nascita di vaccini (sino a 20) e antibiotici (vengono selezionate le galline più produttive, trascurandone la robustezza; il ragionamento contrario viene fatto negli allevamenti di tipo “0”, dove si selezionano le galline più robuste per evitare l’uso di farmaci), sottoposte a un ritmo di luce/buio innaturale (sino a 17 h di luce e 7 di buio per favorire la produttività) e costrette a subire i vapori di ammoniaca che si sviluppano in questi ambienti a causa delle feci concentrate. Tutti questi fattori stressanti provocano un’eccessiva aggressività negli animali (non mediata dal gallo che non è presente nel capannone) e, di conseguenza, un “beccaggio” continuo tra le “litigiose” galline. La soluzione pensata dall’uomo è quella di bruciare/troncare/molare la punta del becco del pulcino e successivamente della gallina. Di fatto, il pollame stressato continua a beccarsi, seppur con scarsi risultati, e non riesce a beccare con efficacia il terreno “artificiale” in cui viene sparso il mangime a base di coloranti (naturali e non, perchè da indagini di mercato il consumatore preferisce il tuorlo più rosso e rimane deluso dal giallo pallido del tuorlo delle uova bio).

Possiamo aspettare che una nuova pandemia animale ci costringa a rivalutare il nostro modo di sfruttare la natura, oppure cominciare ad influenzare tramite i nostri acquisti le condizioni di allevamento.

Attualmente, possiamo scegliere solo che uova acquistare. Un giorno spero ci siano delle categorie per tutti gli altri prodotti da allevamento, compresa la carne.

One thought on “ANIMALI A TAVOLA 2 – Ovocell: l’uovo energetico

  1. la correlazione tra condizioni di allevamento e sviluppo di pandemie è tutta da dimostrare, visto che anche l’esistenza delle pandemie è tutta da dimostrare.

    Sono d’accordo con l’allevamento biologico ma cerchiamo di non assecondare le leggende metropolitane delle pandemie, è semplicemente un fattore morale.

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