25 aprile: Liberi nelle terre di casa nostra

“Ragazzi, godetevi la vita, innamoratevi, siate felici ma diventate partigiani di questa nuova resistenza, la resistenza dei valori, la resistenza degli ideali. Non abbiate mai paura di pensare, di denunciare e di agire da uomini liberi e consapevoli”. (Antonino Caponnetto)

Dalle mie parti ogni scusa è buona per festeggiare, e festeggiare a Palermo significa “fare l’arrostuta”, ossia preparare una grigliata con amici e parenti, e passare un’intera giornata a mangiare cibo appena cotto, innaffiandolo con abbondante vino. La tradizione vuole che il cibo sia di origine animale, ma io, come saprete, mi limito a sacrificare panciute melanzane e teneri carciofi, brindando coi miei testardi amici carnivori.
Una delle occasioni tipiche dell’arrostuta panormitana è il 25 aprile, giorno nel quale ricorre, per chi non lo sapesse, l’anniversario della Liberazione dall’occupazione nazi-fascista dell’Italia settentrionale, dopo il periodo storico denominato “Resistenza”. (Si, l’Italia è stata liberata dai regimi dittatoriali, so che vi sembrerà incredibile, ma è così. No, quell’omino basso non è il figlio di Benito. Si, la Resistenza è alla base della nascita della nostra democrazia. No, i partigiani non erano terroristi.)

La Liberazione si configura, quindi, come un atto di ribellione a  occupanti indesiderati, prepotenti e assolutamente non democratici, e la Resistenza, in tal senso, è un movimento che coinvolge vasti strati della popolazione, accomunati dalla volontà di vivere in un Paese che faccia della libertà, dell’uguaglianza, e della legalità i suoi valori base.

E allora, perché il 25 aprile non sia soltanto un giorno di “arrostuta”, forse dovremmo festeggiare attuando altri tipi di resistenza, in vista di una più attuale liberazione.

Sto parlando di una liberazione che riguarda il meridione, che ci riguarda da vicino. E non sono più i nazi-fascisti che si sono presi un pezzo del nostro territorio, ma è il potere mafioso.

Sì, perché, checchè ne dica il nostro PresdelCons la mafia esiste, ed è un fenomeno esteso, è ancora attuale, e si prende la nostra terra, il nostro lavoro, la nostra cultura, e i nostri destini.

E quindi vi invito a passare un 25 aprile diverso, etico, critico, sociale, partecipando all’iniziativa  25 aprile, liberi nelle terre di casa nostra, promossa dai circoli “ArciBarcollo”, “ArciCaracol”, “ArciVolo”, “LiberArci dalle Spine”, e dalla cooperativa “Lavoro e non solo”, e che si svolgerà all’agriturismo di San Cipirrello. Il programma prevede la tipica arrostuta e fiumi di vino, al prezzo di 12 euro, il tutto accompagnato da musica, in mezzo al verde. Ma soprattutto potrete conoscere la realtà della coperativa agricola “Lavoro e non solo”, che, nata nel 1998 dalla collaborazione tra Arci e DSM, mira al reinserimento socio-lavorativo di soggetti con svantaggio psichico, e dal 2001, gestisce terreni confiscati alla mafia, unendo all’istanza sociale, la lotta alla mafia.

La cooperativa inoltre, nell’ambito del progetto “LiberArci dalle spine”, ospita ogni anno centinaia di ragazzi e ragazze, provenienti da tutta Italia, all’interno di campi di lavoro e studio, atti all’abbattimento della subcultura mafiosa tramite la riqualificazione del territorio, l’educazione alla legalità democratica, l’offerta di servizi, e perché no, divertimento.

E dunque, citando il volantino, vi chiedo: Che aspettate? È ora di tornare a casa!

Adesioni entro il 22 aprile, da presentare presso Arci Barcollo (via Ammiraglio Gravina, 56 PA), Arci Caracol (via degli Schioppettieri, 8 PA), Arci Volo (via giardina 61, Villafrati , PA), Altra Storia (via XX settembre, 9, PA)

qui l’evento su facebook

One thought on “25 aprile: Liberi nelle terre di casa nostra

  1. Antimafia e Antifascismo non sono due cose scollegate, anzi si collegano proprio nel concetto di Resistenza ad un esistenza libera e dignitosa.
    Ci sono stati tanti siciliani partigiani sulle montagne del settentrione e spesso non li conosciamo, siciliani che poi qui hanno combattuto la mafia. Il rapporto mafia-fascismo è complicato, ci sono troppe fonti che portano a conclusioni discordanti, senza dimenticare che sia i fascisti che i mafiosi sono doppiogiochisti e seguono il vento a loro più favorevole.
    Oggi mafia la mafia c’è, ma siamo sicuri che il fascismo sia stato debellato? secondo me non dobbiamo mai smettere di resistere. Esistere e Resistere.
    ORA E SEMPRE RESISTENZA!

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