Culattoni e Gay pride: oggi anche a Palermo, e fieramente.

Nel Nord Italia il termine “culattone” sta per “gay”, e questo grazie ad una colta sineddoche che nomina una parte (in questo caso il culo) per il tutto, cioè l’uomo omosessuale. Possiamo altresì individuare nel grazioso vocabolo una raffinata metonimia, per cui si usa, invece della parola più adeguata, un altro lemma che mantenga un riferimento logico con la prima; perciò, invece di parlare di un uomo che usa l’ano nei suoi rapporti sessuali, si parla direttamente del suo organo: appunto il culo, e da qui l‘accrescitivo “culattone“. Similmente, “avere il culo chiacchierato” è sinonimo di omosessualità.
E’ risaputo che in Italia il regime anti-culattone raccoglie tra le sue fila illustri politici, nonni, truzzi e artisti. E difatti, per doverosa cronaca:
12 ottobre 2004: «Povera Europa: i culattoni sono in maggioranza», firmato, su carta intestata del ministero, Mirko Tremaglia, voce storica di An, oggi naturalmente passata al PdL.
9 agosto 2007: «Pulizia etnica dei culattoni; qui a Treviso non c’è nessuna possibilità per culattoni e simili», prometteva Gentilini, ex sindaco e vicesindaco leghista di Treviso.
Sanremo 2009, con Povia e il suo gay illuminato: «Luca era gay e adesso sta con lei […]. Un uomo grande mi fece tremare il cuore ed è li che ho scoperto di essere omosessuale, con lui riuscivo ad essere me stesso poi sembrava una gara a chi faceva meglio il sesso […]. Luca dice per 4 anni sono stato con un uomo tra amore e inganni spesso ci tradivamo io cercavo ancora la mia verità quell’amore grande per l’eternità». Non c’è che dire: bravo il Povietto nazionale! Bello e veritiero sottolineare che gli omosessuali sono depressi, traditori e ninfomani, mentre gli etero sono naturalmente felici come una Pasqua.
21 aprile 2010: «Penso si debba provare tutto tranne due cose: i culattoni e la droga», dichiara il savio Bossi jr. a Vanity Fair. Forse il rampollino verdognolo non rammenta però che il termine sta per chi dispone di un grosso deretano, e che in questo senso potrebbe essere difficile trovare qualcuno più dotato di lui; lui che – alla faccia di milioni di disoccupati e precari – sguazza nel soldo pubblico e nei salotti bene accompagnato dal suo curriculum di una pagina vuota con su scritto: tre volte bocciato alla maturità, promosso infine per divino intervento diretto di Papà, di Silvio e della Gelmini.

Per fortuna, a fronte di tanti blasonati uomini contro-culo, esiste anche quel becero Articolo 3 della Costituzione Italiana, secondo cui «Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.»

In realtà, per farla breve, qui la solfa è ben altra: i gay vengono picchiati a sangue, emigrano per non far venire il crepacuore a padri e nonni, non possono sposarsi, non hanno diritto di adottare un figlio che non sia un animale e di crescerlo con amore, sono i principali portatori di AidsSifilideEchipiùnehapiùnemetta, sono degli invertiti pederasti. Stop.
Lo scorso giugno, perfino il cattolicissimo governo irlandese istituiva le cosiddette “coppie di fatto“, lasciando l’Italia sola (insieme alla Grecia) nella lista dei paesi dell’UE che non riconoscono le unioni civili; quell’Italia che, animata dall’insostenibile timore di estendere qualche tutela al mondo gay, boccia senza timore l’introduzione del reato di discriminazione sessuale.

Ma non di luoghi nei quali nascondersi avrebbero bisogno gli omosessuali italiani. Bensì di luoghi aperti nei quali poter vivere serenamente, nel contatto con tutte le componenti della società italiana. Sono queste le migliori esperienze degli ultimi anni che sono nate nella penisola. Nelle gay street e nei gay village nati nelle città italiane. Luoghi aperti alla cittadinanza e nei quali gli eterosessuali fanno la fila per entrare, perché l’esistenza di tali luoghi fa bene a tutti. Perché nella perdita del falso moralismo e nell’accettazione della diversità vivono tutti meglio. (Alberto Parisi)

E qui entrano in gioco i più culattoni dei culattoni: quelli dell’Arcigay, la principale organizzazione nazionale per la difesa dei diritti degli omosessuali operante in Italia, che ha come obiettivi la lotta contro l’omofobia e l’eterosessismo, il pregiudizio e le discriminazioni, nonché la realizzazione di pari dignità e opportunità tra individui, a prescindere dall’orientamento sessuale e dall’identità di genere. Questi obiettivi sono perseguiti attraverso l’organizzazione di iniziative di aggregazione e socializzazione, l’attivazione di servizi di supporto, la promozione della visibilità degli omosessuali nella società. L’associazione opera inoltre nel campo della cultura e dell’informazione, nella formazione e nell’aggiornamento degli operatori sociosanitari e del personale scolastico. E ancora, si batte per la promozione del diritto alla salute psicofisica e per l’abolizione delle normative discriminatorie, il tutto in un’ottica di difesa delle libertà civili dell‘essere umano e di dialogo con movimenti, istituzioni, ministeri e sindacati, anche attraverso corsi di formazione, consultori autogestiti, linee di telefono amico, unità di strada, attività di ricerca.
Scusate se non è poco per dei culattoni.

E ora la notiziona: Palermo – udite udite! – è uno dei fulcri di questi movimenti concreto-mentali, poiché è qui che nasce il primo circolo Arcigay d’Italia ed è qui che il Coordinamento “Stop Omofobia”, costituito da tutte le associazioni omosessuali della città e da vari gruppi, partiti e associazioni cittadine (Malefimmine, Left, Laboratorio Zeta, Malaussene, Giovani Liberali, Radicali, Cobas, Rifondazione Comunista, Arci, Sinistra Ecologia e Libertà, N.P.S.), ha lanciato la proposta di organizzare il  Pride Regionale 2010; così, il 19 giugno un corteo festoso e colorato, composto dalle associazioni gay, lesbiche, transgender e gay friendly di tutta la Sicilia, sfilerà per le strade della nostra città.

Per chi non lo sapesse, il “Gay pride” – letteralmente “orgoglio gay” – è una manifestazione che si svolge ogni anno intorno al 28 giugno per commemorare la rivolta di Stonewall.  Lo scopo di queste iniziative è appunto celebrare “l’orgoglio LGBT” (acronimo  che sta per Lesbiche, Gay, Bisessuali e Transgender ), dunque la fierezza di essere quel che si è (concetto opposto alla vergogna, condizione in cui vive la maggior parte degli omosessuali).

Ed è per questo che anche e soprattutto a Palermo bisogna festeggiare attraverso la pacifica e gioiosa occupazione delle strade, delle piazze, delle istituzioni… Mettendo però questo tema al centro di un dibattito più articolato sulle differenze, le libertà, i diritti. Perché la discriminazione non può essere affrontata secondo l’ottica dei compartimenti stagni. Perché oggi, qui a Palermo e qui in Italia, l’unico strumento di difesa è la capacità di mettere in rete tutte le esperienze di diritti negati, perseguendo insieme il ritorno di una Libertà realizzata attraverso il lavoro, la piena espressione di sé, l’esercizio dei propri diritti di cittadinanza; il ritorno della libertà da privilegio di casta a diritto universale,

animati tutti da una tensione positiva che rende Palermo, asfissiata da una amministrazione assente e incapace, una città in cui le battaglie del Movimento possono realmente diventare il collante che unisca e dia voce e visibilità alle lotte per i Diritti di tutte e tutti, a prescindere dall’orientamento sessuale. (Luigi Carollo)

N.B.: L’associazione omofila Articolo3, da brava organizzazione pacifista, antirazzista, antifascista e a-mafiosa, ha messo a disposizione del Coordinamento Stop Omofobia Palermo il proprio conto corrente per chi voglia contribuire alle spese del Sicilia Pride 2010. Ecco i dati:
IBAN IT40W0102043074000300774654
Intestazione: Articolo Tre Associazione Omosessuale – Banco di Sicilia – Agenzia Bagheria
Umbeto I B – ABI 01020 CAB 43074 CIN W – C/C 000300774654 –
Causale: Sicilia Pride 2010 (il 19 giugno)

Usateli; contribuiamo a rendere questo Gay pride un festoso Orgoglio di e per tutti.

4 thoughts on “Culattoni e Gay pride: oggi anche a Palermo, e fieramente.

  1. non so perchè ma vorrei anche un etero-pride.
    Non vedo bene al rogo la festa della donna evviva il gay pride. è una stronzata. Ogni omosessuale è orgoglioso di esserlo. e se non lo è, è un suo conflitto, anzi se non lo è dove è scritto che bisogna esserlo [orgogliosi]??!
    Nel 2010 dovrebbe essere finita la NECESSITA’ di dover affermare che si è orgogliosi della propria natura… dovrebbe…
    Ghettizzare, sottolineare pesantemente una cosa, secondo la mia visione utopistica del mondo è antiproducente. E’ molto più semplice vivere la vita per quello che è e per quello che ha, senza troppe seghe mentali bandiere tricolore o arcobaleno [e se potessimo anche bruciare tutti i clichè ve ne sarei immensamente grato!!]

    • Penso che essere orgogliosi di sé o saperlo diventare sia indispensabile a vivere bene.
      Manifestare un orgoglio (che sia orgoglio gay, femminista, vietnamita, afro, siculo) non è ghettizzare o necessariamente manifestarlo pesantemente; anzi, questi sono modi sbagliati di manifestarlo, che finiscono per minimizzarlo e calpestarlo. In merito credo abbia perfettamente risposto e spiegato Kevlar!

      Ma su questo “E’ molto più semplice vivere la vita per quello che è e per quello che ha, senza troppe seghe mentali bandiere tricolore o arcobaleno” ci tengo ad aggiungere, visti i moltissimi amici omosessuali che ho avuto e che ho, che non è assolutamente così semplice; né evitare il calpestamento, né viversi.
      Mille sono le porte concrete e affettive che ti sbarrano. Le scelte sono troppo poche, e spesso la possibilità di dire chi sei veramente, di vivere la propria vita in veritas, non è concessa e ti devi occultare o devi scappare.
      Una bandiera, in certi casi, in certe realtà, può aiutare la collettività ad accettare, a capire un po’ di più, se accompagnata da contenuti e se non si riduce – come spesso per la festa della donna – ad una mimosa ingiallita non dalla primavera ma dal banale.

  2. La parola “Orgoglio”, a mio modestissimo parere, viene usata per intendere soprattutto un intervento individuale e collettivo contro la vergogna, la paura, la finzione, il finto moralismo, il nascondersi da persone che possono essere la mamma e il papà o i professori o il medico o il salumiere o il premier! Tutto ciò viene sintetizzato ed espresso con la semplice parola “Orgoglio”, ovvero, come la citazione di Parisi riporta, “accettazione della diversità”, da parte di sè stessi in primo luogo e dagli altri. E’ un’offerta di aiuto per quelle persone che sono ancora alla disperata ricerca di tale accettazione, contemporaneamente è una richiesta di aiuto ad un paese che si ostina, ancora nel 2010, a provare schifo per come e chi la gente decide di amare.
    Dunque Orgoglio sia! Orgoglio dei sentimenti, Orgoglio perchè si vuole fare l’amore, Orgoglio perchè si vuole solo vivere una vita normale, lavorando, studiando, costruendo il proprio futuro, senza guardarsi le spalle da chi può semplicemente puntarti il dito o, magari, lasciarti a terra sanguinante.
    Un pizzico di colore, musica e allegria è richiesto, ma non deve sfociare,ripeto a mio modestissimo parere, in quello che spesso (e in molte parti del mondo) viene trasformato in sfilata, pret a porter, trucchi, gioielli e ciglia finte! Spesso le telecamere e gli obiettivi puntano solo su questi! Allora si che la cosa sarà antiproducente…
    E’ stato un piacere!

  3. IL GAY PRIDE E’ ANCHE QUELLO, FESTA LUSTRINI E GIOIELLI,OLTRE AL VERO SENSO DELLA MEMORIA DI TUTTI QUELLI CHE NON CI SONO PIU’, PERCHE’ UCCISI CALPESTATI.LA GENTE DEVE VEDERE TUTTO QUESTO, ANCHE IN MODO ECCESSIVO SERVE LO STESSO, CI DEVE ESSERE RUMORE PER IL GAY PRIDE OLTRE A MANIFESTI E DIBATTITI COLORI LUSTRINI E GIOELLI CARO FABER.

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