Un viaggio lungo un parcheggio

Questo è un articolo pieno di rabbia e polemica. Probabilmente politicamente scorretto – concetto abbondantemente abusato in quest’ultima decade – sicuramente giornalisticamente scorretto, è scritto in maniera confusa, come le menti dei pensatori, come quando ti ritrovi davanti ad un problema, pensi, cerchi di studiarlo e risolverlo e, come una lunga catena, vi ritrovi attaccati tanti piccoli altri problemi che gravitano attorno.

Tempi bastardi questi, fatti da persone subdole, la vita è cattiva anzi cattivissima… ma non è colpa mia; e tua?
Tu sei consapevole che la vita, banale dirlo, è sacrificio. Chiaro, nessuno ti aiuta. Forse qualcuno, probabilmente altri col vecchio gioco del baratto, io do una cosa a te tu dai una cosa a me. Di certo non pensi che si possano toccare certe bassezze, anche se, signori, di soldi sto parlando e sappiamo bene cosa si fa coi soldi e soprattutto cosa si può fare per i soldi.

La storia è questa

Tu (soprattutto io) giovane, giovanissimo studente universitario senza lavoro – a parte qualche progetto saltuario a tempo determinato che frutterà i soldi che hai già speso e quindi ti permetterà solo ed esclusivamente di mantenere lo status di uomo perennemente in bolletta – devi partire, e già questa è una bella decisione con conseguenze economiche devastanti!
Per fortuna sappiamo che internet aiuta coi biglietti last-second, viaggiando dentro velivoli antiquati venduti da altre compagnie, acquistati, rimodernati e abbelliti con scomparti larghi e comodi, giusti per contenere dentro 1Kg sardine proprio quante ce ne vanno in una scatoletta da 80gr e col minimo sindacale di benzina – il necessario per partire, atterrare e spegnere il motore!

Devi recarti all’aeroporto, possibilmente facendoti accompagnare da un amico o dai genitori, gente che sarà in macchina e che avrà la necessità di posteggiarla, magari non nel centro della pista numero 4.

I tempi sono bui e magri ma non di questo mi lamento, fortunatamente molti di noi riescono a fare di necessità virtù; non è questo che mi scoraggia – mi sento più scoraggiato navigando su youtube il giorno dopo l’ultima puntata di x-factor…

Tu, giovane aiutante aitante, devi andare a prendere un amico che torna da un viaggio: calcoli i tempi per arrivare in aeroporto in tempo, evitando il traffico che si crea in autostrada per raggiungere le favolose mete turistiche più ambite come il centro commerciale fuori città ad esempio. Arrivi e sai che dovrai parcheggiare la tua macchina per non più di 15-20 minuti, il tempo che l’amico scenda dall’aereo e ritiri il bagaglio – sempre che non sia un volo proveniente da Roma Fiumicino, ultimamente non ne azzeccano una coi bagagli!
Bene, avrai la necessità di trovare un posteggio.

La realtà è questa

Mi reco all’aeroposto della mia città, il perenne-sotto-lavori “Falcone e Borsellino” presso Punta Raisi – di recente nuovamente sotto i riflettori della cronaca per un quasi disastro aereo; colpa, forse solo, delle notissime correnti d’aria che infestano quella zona – e mi rendo conto che un’ora di posteggio non coperto* costa 3 euro. Non esistono parcheggi gratuiti.

Mi sono sempre chiesto perchè tutto all’aeroporto costi di più e questo proporzionalmente al fatto che le cose sono più brutte, il cibo soprattutto. Ma forse lo fanno di proposto per farci schifare la città che lasciamo (o vorremmo lasciare).

Ora io non sono un esperto di economia nè di finanza, benchè sia diplomato in ragioneria, ma non serve eccellere in questo campo per rendersi conto che è una ladrata chiedere 3 euro per 1 ora.
L’ingiustizia, o follia, è il fatto che esista solo un grande posteggio privato a pagamento con prezzi da strozzino, nessuna alternativa di posteggio gratis e per di più i restanti spazi o sono posti riservati al personale e portatori di handicap o sono zona rimozione 24h.

Ho voluto giocare con le parole per addolcire la pillola con aneddoti e storie ma la realtà locale non cambia. Rimane solo il coraggio di lamentarsi e far notare le cose che non ci vanno bene e questa voce non deve perdere di intensità, in questo argomento come in altre questioni.

Se vi capiterà di passare da quelle parti non sconvolgetevi se vedrete file di macchine ferme ai lati della strada principale dell’aeroposto con le quattro frecce accese.

* per chi non lo sapesse il parcheggio privato è gestito dalla società Quick.

2 thoughts on “Un viaggio lungo un parcheggio

  1. non ci vuole molto coraggio a lamentarsi…ma perche devi andare a prendere tu qualkuno, non si puö prendere l autobus e spende molto meno di quello che fa spendere a te in andata e ritorno verso l aeroporto. Poi non ci lamentiamo delle file in autostrada se usiamo la macchina privata anche quando non e necessario. Gli autobus partono ogni 30 minuti e se vuoi essere cosi gentile puoi andare a prendere il congiunto alla fermata dell autobus…
    ma come sempre ci si lamenta per niente…

  2. ho riscontrato la stessa anomalia quando siamo andati a prendere un mio amico che veniva da Barcellona: e siamo rimasti ugualmente sconvolti. Eh sì abbiamo ancora la capacità di stupirci.

Rispondi

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.