Falsi eroi del nostro tempo

Art.11 – L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.

Uno stipendio sicuro, più gli extra giornalieri a seconda del luogo (di cui,spesso, non sanno neanche pronunciare il nome) dove vengono spediti in missione. Promesse di gloria, sentirsi Dio perché ti dicono che lì vai ad aiutare chi ha bisogno. Il fascino dell’onnipotenza e della superiorità militare. Tutto ciò mi ricorda vagamente qualcosa.

Morire con qualche medaglia sul petto, avere la certezza dei funerali di Stato in diretta RAI con Berlusconi che dorme in prima fila e La Russa che butta via l’ennesimo soldatino verde della sua collezione personale. Sempre meglio di morire soffocati da gas letali in un silos, o schiacciati da una tonnellata di mattoni. I mestieri che sopravvivono grazie alla morte sono sempre i migliori. Di certo i più redditizi. Becchino docet.
Il 3 gennaio 2011, la navata centrale della basilica di Santa Maria degli Angeli a Roma è stata percorsa dall’ultimo, cronologicamente parlando, giovane salvatore della patria. Ventiquattro anni. “Un sacrificio offerto per il dono della pace”, e ancora “Matteo era sempre pronto a spezzare il suo corpo come fosse pane e a distribuirlo ai piccoli abbandonati”, narra l’arcivescovo militare Vincenzo Pelvi.
Sei pennuti alpini hanno portato sulle spalle la salma avvolta nel tricolore, che vorrebbe solo sventolare davanti ai Ministeri, sulle scuole, non avvolgere le vittime della propaganda pro ‘missione di pace ’ e delle scelte imbecilli della politica estera italiana.
E così, tra madri che lacrimano sulle bare, gente che inneggia ai maledetti terroristi assassini, padri che si dicono orgogliosi per un figlio che è morto senza ragione e che magari ha anche ucciso giusto qualche bambino, ci si dimentica che un soldato che, per guadagnare quattro soldi in più parte in missione, non è un eroe, ma un mercenario. Spesso con l’aggravante del fanatismo. Non è un’anima pia chi imbraccia un fucile per appoggiare una guerra inventata dalla Nazione più guerrafondaia del pianeta, solo perché l’Afghanistan è il Paese chiave nella lotta per il controllo delle risorse energetiche. E si sa che dove c’è petrolio c’è più bisogno di democrazia.
L’ipocrisia italiana ancora una volta fa scuola. Ed è terribile che ancora c’è chi crede che i soldati siano tanti Robin Hood o tanti Zorro, pronti a dare la vita per salvare gli innocenti. Di fatto, tra l’altro, non ci sono nemici che  minacciano i nostri confini dalla seconda guerra mondiale, per cui la difesa della patria è una cagata pazzesca!
Un eroe è chi riesce a mandare avanti una famiglia senza aiuto e con pochi euro al mese. Un eroe è una ragazza che riesce ad uscire dall’anoressia. Un eroe è chi si getta nel mare in tempesta per salvare un bambino che non hai mai visto prima. Un eroe è chi esce vivo dal traffico palermitano il primo giorno dei saldi natalizi. Non è un tizio in mimetica, pagato, armato fino ai denti, addestrato ad uccidere suoi simili per nulla che lo riguardi.
Qualcuno disse che “le guerre non finiranno mai finché non inizieranno a venire al mondo bambini con più materia cerebrale e con le ghiandole che producono l’adrenalina più piccole”1.
Aspettando quel giorno che non arriverà mai, l’Italia continua a pagare biglietti per l’aldilà, ad organizzare rientri di salme, indire dibattiti televisivi capitanati da gente che i propri figli ce li ha al sicuro a casa, aumentare la vendita di fazzoletti ad uso di madri e fidanzate, reclutare altri esseri umani da macellare, a cui dedicare monumenti e vie cittadine, a fare il lavaggio del cervello con pubblicità raccapriccianti: “Energia, stile, esperienza, responsabilità, coraggio, impeto, tecnologia, orgoglio. Esercito Italiano“2. Dimenticando ‘decesso, mutilazione, disperazione, solitudine’.

1 Henry Louis Mencken.
2
http://www.youtube.com/watch?v=UKmlAKrbEeU

4 thoughts on “Falsi eroi del nostro tempo

  1. D’accordo sull’idea di “eroe”, ma non dimentichiamo che a combattere guerre volute da altri sono spesso i figli più sfortunati di un paese, quelli che non hanno potuto scegliere, quelli che non hanno trovato altre occupazioni più gratificanti nella propria regione. Ricordiamo pure che non sono tutti dei fottuti Rambo, già che ci siamo, grazie.

  2. Per prima cosa io ho parlato del caso ‘Italia” e in Italia il servizio di leva mi sembra che non sia obbligatorio da parecchio tempo,no? Quindi nessuno e’ obbligato ad andare da nessuna parte. Una scelta gratificante non mi pare andare dalla parte del mondo a farsi sparare nel culo, piuttosto uno puo’ sempre fare il fattorino o lavorare in un call center.
    Seconda cosa, non sono tutti dei fottuti Rambo,e su questo non ci piove. Ma non sono neanche tutti Madre Teresa. Te lo posso assicurare. Ne conosco parecchi di sti folli che vanno in missione, e TUTTI lo fanno per i soldi. Un eroe non fa del bene per soldi.

    • “Un eroe non fa del bene per soldi.”
      Concordo assolutamente.
      E anche se lo facesse per salvare, che ne so, un figlioletto o una madre, beh, questo sarebbe nobile, ma in ogni caso lui non sarebbe un eroe della patria, ecco. Semmai una vittima della patria, costretta a fare ciò che fa perché non ha altri mezzi per campare.

  3. Forse verrò frainteso nella mia sinteticità, ma… L’uomo è finito. L’uomo è imperfetto, limitato e mediamente stupido, da sempre.

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