Vieni a ballare in Puglia… con l’Arezzo Wave!

Sicuramente avrete sentito parlare almeno una volta nella vostra vita dell’ “Arezzo Wave Love Festival” (conosciuto semplicemente come “Arezzo Wave”), uno dei più grandi festival di musica rock italiano che si è svolto per 20 anni ad Arezzo, in Toscana.
Una manifestazione all’insegna dell’arte e della creatività libera e gratuita, attesa, anno dopo anno, con i suoi palchi che invadevano la città, ospitando band emergenti ma anche star nazionali e internazionali.
Nel 2006 (unico anno in cui si chiedeva un piccolo contributo di 5€ per concerto e campeggio) le Iene decidono di fare luce sullo spaccio di droghe che avviene tra le tende e tra i palchi ed è così che l’amministrazione locale decide che da quel momento non ci sarebbe stato un prosieguo per la manifestazione in quella città.

L’ “Arezzo Wave” non è stato l’unico grande festival italiano ad essere sospeso a causa di spaccio di sostanze stupefacenti: c’è anche il “Rototom Sunsplash”, il più grande festival reggae europeo che si è svolto a Osoppo, in provincia di Udine dal 1994 al 2009, e poi spostato nel 2010 in Spagna a Benicàssim. Lo stesso capita spesso a Vasco Rossi, i cui concerti sono ostacolati dal conservatore di turno che vuole far apparire il suo faccione sui Tg di tutta Italia, e quando il concerto poi Vasco lo fa, ai cancelli c’è la Guardia di Finanza con i cani antidroga e il giorno dopo i giornali danno i numeri sulle quantità di marijuana sequestrata.

Al contrario del Rototom, sia Vasco che l’Arezzo Wave non si fermano e continuano a far fruire intere generazioni di rock. Quest’ultimo però ha dovuto cambiare sede e trasformarsi nell'”Italia Wave Love Festival”, svolto prima a Firenze e poi, per i successivi due anni, a Livorno, fino ad arrivare all’edizione del 2011 a 794 km di distanza, nel profondo sud che è il Salento. Infatti, la manifestazione musicale più intrinsa di cultura in Italia (non è certamente Sanremo) farà parte del progetto “Puglia Sound” voluto da Nichi Vendola per lo sviluppo del sistema musicale come mezzo per la crescita dell’intera comunità.

Il punto, però, non è dove si faccia questo festival o quell’altro concerto, ma il motivo per cui vengono spostati, come se spostandoli la droga non circoli, o come se annullando completamente questi eventi si risolvesse il problema. Se le Iene avessero trovato anziché droga centinaia di litri di vodka?

I governi dovrebbero prevenire ed educare anziché punire e reprimere.

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