Internet for Peace*

Il Web è più un’innovazione sociale che un’innovazione tecnica. L’ho progettato perché avesse una ricaduta sociale, perché aiutasse le persone a collaborare, e non come un giocattolo tecnologico. Il fine ultimo del Web è migliorare la nostra esistenza reticolare nel mondo. Di solito noi ci agglutiniamo in famiglie, associazioni e aziende. Ci fidiamo a distanza e sospettiamo appena voltato l’angolo. (Tim Berners-Lee)

Internet ci ha cambiato la vita, ormai è una realtà sotto gli occhi di tutti. Nessuno avrebbe mai immaginato solo dieci anni fa che oggi sarebbe diventato il principale mezzo di comunicazione. Possiamo leggere i giornali di tutto il mondo, ascoltare musica, guardare film, comunicare con il mondo intero in tempo reale. Tanti effetti, positivi e negativi. Il mondo virtuale sembra ormai essere una dimensione alternativa alla realtà. In principio era la televisione a certificare la realtà, oggi sempre più spesso cerchiamo sul web le risposte ai nostri milioni di domande. Lo utilizziamo per i nostri acquisti, per lo studio, per distrarci nei momenti di tempo libero, per lavorare. Oggi a far da padrone sono i social network, altra invenzione che ha certamente cambiato la vita di tutti noi. Non solo Facebook e Twitter, ma anche You Tube. Riuscite ad immaginare quanto siano potenti questi mezzi di comunicazione oggi? Rifletteteci. I giornali, le televisioni ci dicono solo quello che vogliono; diffondono solo quelle notizie di cui vogliono farci venire a conoscenza.

Se l’obiettivo degli inventori del web era quello di aiutare le persone a collaborare, beh, penso proprio che l’abbiano raggiunto. Migliaia di movimenti si organizzano oggi attraverso internet, dall’ormai famoso Popolo Viola che lo scorso anno ha organizzato il primo No B-Day, alle manifestazioni degli studenti, al movimento delle donne del “se non ora quando?”. Internet ci fa prendere coscienza della realtà, più di quanto la realtà stessa faccia. Forse mai prima d’ora è esistito uno strumento così potente che unisse i popoli di tutto il mondo. Tunisia, Albania, Egitto: giorni e giorni di rivolte che stanno cambiando il volto di questi Paesi. Eppure i giornali danno pochissimo spazio alle informazioni che provengono da fuori. Non avremmo minimamente idea della reale condizione di questi Paesi se gli abitanti stessi, in rivolta, non usassero i loro cellulari per twittare e raccontare in diretta gli avvenimenti che li riguardano. Saremmo oggi all’oscuro di tutto e non saremmo in grado di dare a questa gente tutta la nostra solidarietà. Ciò che la televisione oscura, internet libera. Ci saranno milioni di motivi per cui la rete può essere considerata in termini negativi e anche in questo caso bisogna saper selezionare le informazioni che vi si trovano, non prendere per oro colato tutto quello che vi si legge. Oggi però internet sta mostrando il suo lato migliore: la capacità di unire centinaia e migliaia di persone, di popoli diversi; un obiettivo che da secoli viene rincorso dall’umanità e che, forse, oggi sta finalmente diventando realtà.

*Nome della campagna di candidatura di Internet per l’assegnazione del Premio Nobel per la Pace 2010

3 thoughts on “Internet for Peace*

  1. Io l’ho citato qualche giorno fa per dire quanto internet si sia allontanata dal suo scopo originale e quanto il suo diventare un business l’abbia snaturata. mi sta venendo voglia di rileggere ( per la 3 volta) spaghetti hackers

Rispondi a Maria Crisitina VasileAnnulla risposta

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