Give peace a chance

Tra il 25 e il 31 marzo del 1969, accadde qualcosa di singolare nella stanza 1902 (attualmente 702) dell’Hilton Hotel di Amsterdam. Sempre nel 1969 le forze armate americane erano ancora impegnate nel conflitto in Vietnam. C’è un rapporto di causa-effetto che lega questi due eventi: nella stanza 1902 di quell’albergo si trovavano, infatti, John Lennon e Yoko Ono in luna di miele. Ben consapevoli della risonanza mediatica che aveva avuto il loro recente matrimonio, decisero di cogliere l’occasione per protestare per il pacifismo e contro la guerra in Vietnam e la guerra in generale.

Vi chiederete come si possa protestare in una camera d’albergo. La loro era una protesta a dir poco singolare: la chiamarono bed-in. Tutto quello che facevano era stare a letto, in pigiama, rilasciando ai giornalisti interviste in cui parlavano di amore e pace universali e si scagliavano contro la guerra e le spese correlate e facendosi ritrarre dai numerosi fotografi con alle spalle dei cartelli con scritto “Hair peace” e “Bed peace“. Vi fu un altro bed-in a Montreal, a distanza di qualche mese, durante il quale inoltre venne registrato il singolo Give peace a chance. Dopo soli sette giorni, la coppia tenne una conferenza stampa a Vienna, anche questa a dir poco particolare: si fecero intervistare interamente coperti da un sacco.

Comportamenti bizzarri e al limite, forse provocatori, ma comunque pacifici e non violenti: un modo come un altro per manifestare il proprio dissenso. Sicuramente si tratta di proteste più o meno condivisibili, ma comunque di grande impatto, soprattutto se calate nello spirito dell’epoca in cui sono state portate avanti. Al giorno d’oggi probabilmente non sarebbero comprese o non avrebbero alcun senso.

Mi chiedo cosa facciamo oggi per fare sentire il nostro no contro i conflitti. In questi giorni in cui la Libia è colpita da un’inutilissima guerra, bombardata giorno e notte, molti dei miei contatti su Facebook se ne sono preoccupati, linkando articoli a riguardo. L’iniziativa che però mi ha maggiormente colpito è la “No War Zone” organizzata all’aeroporto di Trapani Birgi (per informazioni visitate la pagina dell’evento). Credo sia importante essere dei novelli John e Yoko e farsi sentire.

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