L’inesorabile cancrena della penisola italiana

Passano gli anni e più mi sforzo di cercare un motivo per amare l’Italia oltre alla pasta e ai capolavori d’arte, più mi ritrovo solo con un gran mal di testa. And nothing more.
Ci sono momenti in cui si pensa che poteva andarci peggio, che in fondo siamo fortunati ad essere nati qui. Momenti di annebbiata e delirante positività che evaporano immediatamente quando si ha a che fare con la realtà. Certo, abbiamo debellato la lebbra, abbiamo sempre un piatto caldo assicurato, abbiamo le migliori marche di shampoo a disposizione e non il piscio di vacca, possiamo camminare per strada senza l’angoscia di essere perquisiti ogni dieci metri dalla polizia. C’è da chiedersi se questo basta per definire la nostra una vita invidiabile.
Gli italiani sono in prima fila per raccogliere fondi per tutte le associazioni che da decenni dicono di servirsene per far progredire il Terzo Mondo. Minchiate. Sono i figli di papà che decidono di andare a fare i Che Guevara de no antri in zone come la Striscia di Gaza per appagare la propria vanità e il proprio delirio di onnipotenza. Però loro sono fighi perché mettono su internet le foto con la kefia e il pugno sinistro alzato mentre giocano a fare i salvatori del mondo. I Gesù Cristo del pene. Sono i medici che non sanno che il giuramento di Ippocrate non include la clausola “Se il paziente è del popolino va’ trattato come un cane in Cina”. Sono gli invasati che proclamano eroi, santi e martiri con la stessa facilità con cui danno fuoco agli accampamenti Rom. Gli italiani sono i maschi che per compensare la loro inettitudine nell’instaurare rapporti in cui il loro ego deve necessariamente essere ridimensionato, trattano le donne come esseri inferiori su cui sfogare le proprie frustrazioni. Sono quelli che non vanno a votare perché tanto non serve a niente. Sono quelli che gettano migliaia di euro dentro la bara di cristallo di Padre Pio Biancaneve e poi si scannano tra fratelli per l’eredità del padre defunto.
Disillusione, disgusto e profondo disprezzo sono le uniche parole che mi balenano nella mente quando mi guardo intorno dalla miseria della mia condizione di misera, impotente cittadina.
Papi vuole bombardare la Libia, ma non indiscriminatamente. La Russa rassicura: non ci saranno rischi. Solo morti. Il dolce REMIgio Ceroni, deputato del PDL, ha ben pensato ad una riforma dell’articolo 1 della Costituzione ribadendo “la centralità del Parlamento nel sistema istituzionale della Repubblica”. Un Parlamento troppo spesso mortificato a detta sua, troppo spesso mortificante a detta nostra.
Non scandalzziamoci più di tanto. Si sa che il frutto non cade mai lontano dall’albero. E l’Italia è ormai solo una vecchia meretrice che non ha più nulla da offrire. E i suoi irriconoscenti e deviati figli sono dei feti malformati a cui, per cattolica ipocrisia, si è consentita la nascita.
Una madre che, per avidità ed egoismo, non è capace di garantire alla sua progenie una vita dignitosa, cibo e una dimora, e dunque un futuro non merita né rispetto né riconoscenza alcuna. E così è l’Italia che, spazzata dal vento della stupidità, dell’ignoranza e della cupidigia, ci ha tagliato le gambe prima ancora che imparassimo ad usarle. I giovani e i ‘cervelli’ (non sempre parte l’uno dell’altro) fuggono via se possono. E come dargli torto.
Chisto è ‘o paese d’ ‘o sole, delle pire d’immondizia che offrono al cielo i loro cancerogeni fumi, delle casalinghe che parlano con la polvere e che mostrano ghigni di profonda soddisfazione quando, aprendo la porta, trovano una lunga fila di bambini che vogliono cagare nei loro bagni perché più profumati.
Questi siamo noi. Frutto dell’impasto di fango, merda, mafia, dominazioni straniere e sputo divino. Tutto ciò che di buono era stato fatto per renderci unici e speciali agli occhi del mondo e di noi stessi, è andato perduto.

Prima di salutarvi vorrei tanto lasciarvi un messaggio positivo. Ma non ce l’ho. Sono la stessa cosa due messaggi negativi?1


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Cit. da Woody Allen

5 thoughts on “L’inesorabile cancrena della penisola italiana

  1. Su certe cose sono d’accordo, su altre, come già avrai previsto, no. L’immagine dell’italiano che gioca a fare che guevara nei paesi altrui mi pare poco rispettosa di quelle persone che nei paesi altrui perdono la vita (la propria vita occidentale e comoda, o la propria vita in assoluto), e non per moda, ma per spirito umanitario. Che le Ong abbiano comunque poteri e interessi, si sa. Ma le iniziative dei singoli, le loro storie, le motivazioni che li spingono a rinunciare all’acqua corrente e alla tv satellitare per andare a convididere cibo e bombe con gente che non parla la loro lingua, credo siano diverse, e non semplicemente attribuibili ad un istinto da alternativo fattone.

  2. Son d’accordo con Manu. Una scelta del genere deve essere nata da un motivo importante. Anche se non nego che una cosa è la scelta, un’altra è la realtà a cui si va incontro! Non puoi sapere mai a cosa vai realmente incontro mentre sei al tuo pc e prendi accordi per partire! :)

    Per il resto, questo senso di sconforto, indignazione ecc, sta bene. Però deve assolutamente essere superato! Solo toccando il fondo ci si può dare la spinta per risalire! Basta piangersi addosso, bisogna reagire. Dobbiamo cercare un modo per farlo, ecco tutto…

  3. certo che quando i che guevara de noartri, poi a forza di fare gli eroi perdono la vita, ritengo che bisogna avere un pelo di rispetto in più…. per il resto sono d’accordo con te, ma su sta cosa, perdonami, mi sento punta sul vivo. Francamente la memoria di queste persone è stata fin troppo calpestata…sarebbe ora di ridargli la giusta dignità, poi possiamo anche discutere su come e quanto le intenzioni degli Arrigoni di tutto il mondo siano vere, ma francamente vedo troppi figli di papà che se la fanno nelle mutande per molto ma molto meno, parliamo di quelli….=)

  4. Il riferimento era ad un cadavere recente che ha suscitato in me particolare antipatia, non a tutti quelli che vanno ad aiutare altra gente abbandonando le comodità delle proprie case. C’è tantissima gente, forse più di quanto si possa immaginare, che rischia la vita, aiuta concretamente popoli bisognosi e di cui non sapremo mai né i nomi né se sono vivi o morti. E questo perché?Perché c’è gente che lo fa per vanità e puro esibizionismo, che gioca a fare il guerrigliero, con gli autoscatti da mettere su internet con la kefia in testa e i bambini poveri, che alza pugni comunisti anche dove non c’entra un cazzo.
    Della gente che è morta aiutando gli altri, italiana o straniera che sia, conosciamo solo chi si mette in mostra, e quelli a cui organizzano non un funerale ma una pantomima ridicola. Chi ha aiuta gli altri col cuore non vuole essere conosciuto, non ha bisogno di pubblicità né di essere riconosciuto come eroe con l’accompagnamento di “O bella ciao”.
    Un morto non merita rispetto in quanto tale. E’ pure vero che in Italia al cimitero ci va solo brava gente ‘che amava la vita’ [cit. da Studio Aperto]

    Per il resto, mi spiace di aver urtato sensibilità varie come al solito, ma chista è a zita :D

  5. Valentina, io francamente non mi sento di poter dire che questa persona è andata lì per puro esibizionismo…tu lo sai? io no, e quindi non posso etichettarlo come “fancazzista/comunista/esibizionista”, mi sembra, perdonami, un giudizio un po’ superficiale il tuo, si può essere esibizionisti quanto si vuole, ma decidere di andare in un luogo tristemente noto per non essere il posto più pacifico del mondo, presuppone una certa dose di “coraggio” che mal si addice con la descrizione che hai dato tu di questa persona, poi possiamo ragionare quanto vuoi sul fatto che tantissime persone svolgono il proprio mestiere in condizioni di precarietà assoluta e continuamente sottoposte a pericoli di varia natura, che muoiono nell’indifferenza più assoluta, senza clamore e senza essere etichettati come eroi o martiri. Insomma, le persone da biasimare sono altre, ma rispetto la tua opinione. CI MANCASSI!!! xD

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