Wien: Hallo und auf wiedersehen

Andare in Austria in estate è prevalentemente una roba da turista. Ma si può lo stesso respirare l’aria effervescente di una metropoli europea senza le direttive di guide o di menu faciloni  preparati ad hoc per lo straniero di turno, lavorando di fantasia, ispirazione e voglia di scoprire, anche con il rischio (o meglio l’avventura) di perdersi, con la collaborazione di una birra o di un buon vino locale.

Andare in Austria alla maniera low cost ultimamente significa  passare obbligatoriamente da Bratislava, capitale della confinante Slovacchia, con lo stimolo quindi di venire a conoscenza di due territori sì vicini, ma profondamente diversi: l’uno, Bratislava, è un cittadina curiosa, che stupisce, un paese assolutamente dell’Est, pieno di tradizioni, con gli abitanti dai tratti del viso marcati, con una lingua che difficilmente tendono ad accompagnare con l’internazionale inglese. Ma sono i troppi turisti maschi (arrapati, direi) che rovinano un po’ l’atmosfera medievaleggiante/moderna e viva al contempo.

Vienna, invece, ad una quarantina di chilomentri di distanza, ti obbliga a lasciare la piacevolezza delle stradine rumorose del centro slovacco per gettarti in un cumulo di arte, culture, maestosità ed eleganza che si di distanziano dalle semplicità architettoniche appena lasciate.

Fa sicuramente impressione notare come i viennesi usino parlare a bassa voce, muoversi senza fare il minimo rumore e camminare tranquilli nel buio e nella solitudine di certe arterie stradali. È un mondo a parte, che difficilmente i caciaroni mediterranei possono comprendere: mette un po’ di imbarazzo e di scetticismo, ma alla fine penso sarà una questione di rispetto e insieme di sicurezza generale. Il Danubio bagna costantemente il cuore di Vienna e ha ispirato i suoi musicisti e gli scrittori e non può che ammaliare i viaggiatori che approdano frequentemente alle sue rive. Verdognolo o azzurro, lungo il suo corso si manifesta la vita giovane e attiva della città: gli sportivi, le passeggiate delle famiglie, e qualche tuffo (dove l’acqua è più blu) con tanto di spiaggette artificiali pronte ad accogliere corpi stesi al sole.

Ma sono i graffiti a colorare di modernità e bisogno di espressione i muri che costeggiando il fiume: l’arte di strada si unisce alla politica, all’istinto decorativo, al bisogno di esserci qui ed ora. Ed è proprio lungo il fiume che si sviluppa parte delle uscite notturne, con la techno tedesca nelle orecchie e le birre (e qualcos’altro eh eh) a condire il tutto.

La vita è cara ma se bevi in certi locali puoi ricevere 50 cents o più se restituisci il bicchiere di vetro o la bottiglia di birra. La cultura del rispetto dell’ambiente e degli altri è molto sentita e regole severe e sopratutto chiaramente leggibili (la figura di un dolce cane con accanto il prezzo da pagare se si intende fargli fare la cacchina sul prato verde, è simpatica e non può che funzionare).

Se non puoi andare all’opera ed assistere alle musiche di Mozart, Beethoven, Strauss, stai tranquillo che non ne uscirai indenne e puoi trovarti in piena metro con le note dolcissime di un valzer. In caso contrario potreste sedervi all’aperto davanti al Rathaus (il municipio) ed assistere gratuitamente a famose opere su un gigantesco maxischermo (davanti al quale è “verboten” parlare, mangiare, bere, fumare). Un consiglio è comunque portarvi della musica viennese d.o.c. con voi, anche se la classica non è il vostro forte, penso che sia imprescindibile la visione di certi squarci gotici, barocchi e neoclassici, con un sottofondo armonico, e poi chissà se non vi piacerà pogare con la Marcia di Radetzky nelle orecchie.

Ma Vienna è una città che nel suo centro, nel quartiere Innere Stadt, rivela la sua grandezza. Certo, in estate dà l’impressione di apparire artificiosa, piena così fino al midollo di turisti di tutte le zone del mondo, con i negozi indaffarati ad alzare i prezzi dei cioccolattini tipici, però si fa crogiolo di culture (e ciò è bello), tanto che vi stanno la comunità ebraica (quanti piccoli ebrei abbiamo visto!!), e quella turca.

Stephansdom che è il duomo gotico perde tutta la sua poeticità per quanto viene costantemente percorso dai finti Mozart(donne e uomini persino con sigaretta) alla ricerca di partecipanti per l’ennesima serata di gala con l’orchestra “bla bla bla”.

Un’altra volta ci siamo ritrovati in quella stessa piazza in una notte fredda e tempestosa (si, perchè quando il cielo decide di mandar giù del freddo, che non c’è scampo neanche in estate), non c’era un cane, né un cavallo e l’impressione era che fosse una piazzetta buia e poco considerata, ma col senno di poi, quel freddo e quell’oscurità che l’avvolgevano (peccato per le impalcature, però) rendevano il vero significato delle guglie che si stagliavano verso il buio cielo, e i pavimenti bagnati dalla pioggia frequente erano sgombri di tutte quelle figure che quotidianamente fanno tante foto e molto probabilmente non si fermano neanche un minuto a sentire le proprie emozioni.

Eindrücke…

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