“Cercasi anima” nella musica di oggi che mi piace tanto ma…

Qualche sera fa, al concerto di Brunori Sas c’era tanta gente. Una persona qualunque può chiedermi chi diavolo sia Brunori Sas e io potrei rispondere dicendo che è un musicista che attira tanta gente ai suoi concerti.

La verità è che in Italia si suona e si canta sempre, non si è mai smesso di farlo, ed è una costatazione interessante che nei periodi di profonda crisi, di recessione, si abbia una maggiore produttività.

Ogni mese questa terra sembra far germogliare nuove realtà, sono le più disparate etichette discografiche che da Nord a Sud prendono vita con molto coraggio e l’ambizione dei sognatori. Sembrerà agli occhi dei critici più presuntuosi sempre il solito paese provinciale che non ha la forza di evadere dai confini familiari, consiglierei a codesti opinionisti di imbracciare uno strumento e di cantar qualcosa di migliore.

Al concerto di Brunori Sas, l’altra sera, si è riso molto, quasi come si fosse precipitati ad uno spettacolo di cabaret, per poi ritrovarsi davanti ad un serio cantautore introspettivo e poi, subito dopo, di fronte a melodie che ti trasmettevano un travolgente senso di buon umore. Il pubblico era numeroso, ciò è segno di cambiamento di gusti o del fatto che nuove generazioni si sono avvicinate alla nuova musica. Se prima eravamo in tre a ballare l’alligalli, adesso siamo molti di più, come se i fratelli maggiori avessero puntualmente passato gli mp3 ai più piccoli, perché “questo lo devi assolutamente ascoltare”. Le generazioni si mescolano, si sostituiscono a vicenda, non è una novità; c’è chi storce il naso davanti alle isterie dei ventenni per i nuovi artisti, che idoli non sono perché appaiono finalmente come persone normali, molti dei quali confessano di avere diverse occupazioni per tirare avanti la baracca.

La musica non paga né attori né spettatori.

A mio parere, non si deve dimenticare che certe canzoni di oggi sono nate dopo assidui ascolti di vecchi dischi: se qualche tempo fa, forse, si sarebbe parlato di plagio, oggi si tende inconsciamente a giustificare il tutto come “puro omaggio”, “intellettuale citazionismo”; mi sembra sinceramente una gran furbata. Non per questo non apprezzo la rielaborazione coronata da testi che sono dei racconti adatti alla nostra epoca; ma quelle melodie…

Al concerto di Brunori Sas pensavo che ci fosse qualche cosa di De Gregori, Rino Gaetano, ma non riuscivo a capire cosa fosse di preciso; nel mio cervello si attivava un meccanismo di riconoscimento ma era offuscato, nebuloso, colpa della capacità di intrattenere e di mescolare le carte di chi stava sul palco.

Chissà se sia un pregio o un difetto.

È certo che in questa musica italiana molto materiale è derivativo, bisognerebbe essere coscienti di ciò e attribuire il giusto merito senza cadere in folli lodi prive di critica. Forse un giorno, tutti questi artisti verranno ricordati come appartenenti a qualche bizzarra categoria che amava Dalla (quante volte lo abbiamo beccato cantare Disperato erotico stomp su Youtube?), Battisti, Battiato, gli 883 (si, anche loro sono, oggi, materiale di recupero).

Ed ecco alcuni esempi testuali di come si scrivono oggi queste canzoni, sperando che aldilà delle influenze, ci sia dell’altro, un’anima ad esempio e non il vizio di ripetere accordi già fatti, modulazioni della voce già sentiti:

I nati dell’89 hanno reflex digitali e mettono sul Flickr belle foto in bianco e nero” – I cani

Le morti bianche, le cravatte blu, il tuo fuoco amico, l’eyeliner per andare in guerra…” – Le Luci della Centrale Elettrica

Più che il destino è stata l’adsl che mi ha unito e poi milioni di migliaia di chilometri” – Dente

Ma stasera ho voglia di brindare per un’altra storia d’amore per noi che non ci amiamo più” – Brunori Sas

Cercasi anima persa in un supermarket di sabato mattina alle nove e trenta” – Dimartino*

Fa che nonna mi abbia regalato i contanti e non il solito paio di guanti” – Zen Circus

One thought on ““Cercasi anima” nella musica di oggi che mi piace tanto ma…

  1. Be’, avendo assistito al concerto di Brunori sas, posso dire che la sensazione che ho avuto era la stessa, un nuovo modo di cantare, di approcciarsi, niente divismi, pochi fronzoli (tipo i megaschermi o le paillettes che uscivano da una valigia nei concerti BAGGIANI di Ligabue). Anche se ho notato che molta gente va a questi concerti perchè fa “tendenza”, ho sentito gente dire “mah, mi hanno detto che c’era sto concerto, ma manco so chi è questo” e lì mi veniva la domanda: “ma allora che ci sei venuto a fare?” a parte questa considerazione che esula dall’articolo, devo dire che questo tipo di cantautorato di nicchia in mancanza di etichette importanti che le supportano devono trovare uno sbocco ideale che si risolve in una scrittura dei testi particolare, che a me personalmente, piace molto.

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