Maninellaterra

Appena sporche

non chiamiamo il sapone.

Preferiamo:

ritornare

alle pietre

che ferivano

i ginocchi, i piedi;

ricordare quando,

alle margherite bianche

e alle gialle,

si affiancava l’erba da succhiare. 

Se il mare lo portavi sulla pelle

per giorni salati,

la sabbia

si rintanava nelle tasche,

non staccandosi più

dalle monete.

Ieri abbiamo messo le mani nella terra,

gettato semi

a pioggia,

mentre altrove si moriva di noia

e ci si masturbava di rabbia.

L’idea

va aldilà

delle monete che possiedi

e, come seme,

preferisce sporcarsi di terra

non promettendo germogli.

 

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