#Mind the gap: cronache di una palermitana a Londra

– La vita è un sogno o i sogni aiutano a vivere meglio? –

Sogno una notte di mezza estate, ma anche di mezza primavera, eh! Sogno d’indossare canotte e t-shirt con cui sfoggiare forme tondeggianti e seni inesistenti, sogno una brioche con un chilo di gelato dentro, da leccare e godermi in religioso silenzio, sogno di avere le ascelle pezzate, no, non scherzo! Sogno di sudare, sì, e sogno piogge sabbiose che mi sporcano l’auto appena lavata (ma questo lo sogno un po’ meno). Sogno, poi mi sveglio e mi ritrovo in questo grigio mappina, mi guardo allo specchio e ho un colorito spento, i capelli di paglia e le occhiaie alle ginocchia.

blue-drop-drops-greece-nostalgia-favim-com-458084Sarà questo schifo di smog, quello che, per capirci, rende nere le caccole del vostro naso, che vi sporca i capelli dopo mezza giornata, lo smog che vi fa esclamare: “Ehi, c’è la nebbia, com’è suggestivo!”, no, amico, brutte nuove: quella non è nebbia, sono polveri sottili che neanche il secondo diluvio universale, se mai è esistito il primo, riuscirebbe a debellare. E dire che qui a Londra in pochi utilizzano le auto: molti vanno in bici, altri in bus, chi in metro. Eppure lo smog è qualcosa di palpabile, come patina che si posa sulle cose. Mi manca Palermo, noi siamo pieni di macchine. Tutti vanno in macchina, fosse solo per andare a prendere il pane a cento metri da casa. Abbiamo il deretano che ci pesa. Per non parlare di quando piove: bastano due gocce per mandare il palermitano più tranquillo in totale confusione! Qui a Londra, se piove, nessuno si scompone, si tira fuori l’ombrello, si tira su un cappuccio e si procede ai soliti ritmi, forsennati eh, ma i soliti.

Ho da poco letto che a Palermo la movida notturna corre seri rischi: quel brutto antipaticone di Orlando vuole limitare il chiasso notturno, lo spargimento di bottiglie, i tavoli piazzati in mezzo alla strada, tutto questo con enorme, incommensurabile disappunto dei miei coetanei e concittadini. Beh, se vivessi ancora a Palermo avrei già indossato le vesti della “pasionaria” e mi sarei battuta per il riconoscimento del mio diritto a sostare per strada con ventordici bottiglie attorno, ma vivo a Londra e mi rendo conto che è questa la normalità. Qui nessuno bighellona con bottiglie come se nulla fosse, se ti beccano son cazzi. Ovvio che tutti lo fanno, ma con discrezione! I pub chiudono alle undici e trenta, e poche discussioni… Se hai voglia di divertirti mettiti in mano dai venti pound in su per entrare in uno dei tanti club che ci sono per tutta Londra.  Il problema è averceli venti pound solo per entrare! Se li hai e li vuoi buttare fallo, divertiti, vorrà dire che la settimana successiva cenerai a pane e cipolle, ma chi se ne frega? Sei andato al Fabric, diamine! (Il  Fabric è un club fighettino per gente fighettina).

Mi manca Palermo quando vado al supermercato; entro, mi dirigo al reparto biscotti e immediatamente subisco uno shock da “madremiachecolorisgargianti!”. Già, i biscotti qui sono il corrispettivo dei “gulp” nei fumetti: pugni negli occhi, oltre che nello stomaco. Disgustosi, semplicemente e burrosamente disgustosi. Sogno quel beige chiaro, rassicurante, sereno. Sogno i miei adorati pan di stelle da inzuppare nel latte Granarolo (pubblicità occulta!).

Sogno, mi sveglio, sono a Londra, Dio mio, dovreste viverci per capire di che parlo. Torno a dormire, va.

2 thoughts on “#Mind the gap: cronache di una palermitana a Londra

  1. Londra resta il mio sogno, sebbene tu me lo stia smontando pezzo per pezzo! >_<

    Cambia aria, c'è la Spagna! E dicono che Tour sia bella bella bella. Per non parlare di Brudges… (ti consiglio il film con Collin Farrell).

    Come in tutti i siciliani lontani,l'idealizzazione della tua Isola ti rende nostalgica.

  2. Non credevo di aver scritto un pezzo cosi nostalgico. Comunque io amo Londra, è sempre stato il mio sogno viverci, quindi non temere chiara, non voglio smontartelo, e non mi costringo a stare in una città o in una situazione che non mi si ad dice o a cui non mi so adattare ( come ha scritto qualcuno altrove, traendo un giudizio alquanto superficiale), semplicemente osservo la realtà e la plasmo in parole, e ovviamente i mio unico termine di paragone è la mia città, che sì, mi manca, sempre. =)de

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