Una panda rossa, un puparo, una folla e una generazione priva di sogni

di Angelo Casano

Oggi mentre mi recavo presso la facoltà di Medicina mi è venuta in mente una strana storia, una strana storia tragicomica e ho deciso di raccontarvela.

Siamo a Roma. La mia storia parla di una panda e di una mano invisibile e come in ogni storia tragicomica che si rispetti c’è sia l’aspetto comico che quello tragico. L’aspetto comico nella mia di storia lo incarna una panda, una panda rossa, una panda rossa con annesse multe, una panda rossa con annesse multe non pagate di proprietà del sindaco della città. L’aspetto tragico invece lo riveste una mano invisibile. Una mano invisibile che si infila, che stravolge, una mano invisibile che si insinua in ogni strato della società, che miete vittime, che attrae, che attrae gli amici, i soliti “amici degli amici” in ogni strato di questa o di quella società corrotta e ridotta all’osso.

C’era una volta… una povera panda rossa che fu sbattuta sulle prime pagine di qualsiasi giornale e ben presto quella panda rossa con le sue multe non pagate diventò emblema di un’amministrazione inefficiente, macchinosa, lenta e incompetente. C’era una volta un sindaco a cui  veniva addossata la colpa  di non essere all’altezza, di non essere in grado di guidare una città come Roma, “caput mundi”, di non essere onesto e persino fuorilegge (per delle multe non pagate, badate bene).

Chiudete gli occhi per un istante e provate ad immaginarvi la scena. Siamo a Roma, vicino al Colosseo, una macchina posteggiata vicino ad un palo che segnala il divieto di sosta e una folla con annessi cartelli, megafoni e fischietti che protesta contro il sindaco della città e contro quella povera macchina rossa posteggiata in doppia fila. Immaginate i giornalisti che si fanno spazio sgomitando tra la folla  per cercare di intervistare lo sfortunato sindaco. Chiedono il perché di tale imprudenza, se ha pensato di dimettersi per quelle multe non pagate e quel posteggio fuorilegge. Adesso provate ad immaginare il sindaco della città con la sua macchina rossa dietro le sbarre in posa per delle foto segnaletiche e con dei manifesti in giro per Roma con una sua foto mentre guida la sua stupida macchina rossa con la scritta “Wanted”.

Riaprite per un attimo gli occhi, prendete un bel respiro e chiudeteli di nuovo. Provate adesso ad immaginare, nel frattempo che quella stupida macchina rossa diventasse emblema di tutto, un puparo nell’ombra che fattura milioni e milioni di euro, compra politici di qualsiasi corrente, assicura protezione, procura droga e… prende in giro quella stessa macchina rossa!

Buffo, no!? Una mobilitazione generale per una panda rossa mentre una mano invisibile, facendosi spazio tra quella stessa folla, si infila pian piano senza dare nell’occhio, nelle vostre tasche e lentamente vi svuota i vostri portafogli. Una volta finito si dirige cautamente verso i  vostri figli, ai quali nel frattempo nel marasma della folla avevate lasciato la mano, e li svuota da dentro. Gli ruba l’anima e persino i sogni.
Il risultato? Una folla inferocita, senza soldi, con dei figli privi di sogni perché quella mano aveva anche rubato la possibilità di un futuro ai loro stessi figli… immaginate, dunque, una folla contro una stupida panda rossa.

Buffo, no? Non pensate che sia una storia che abbia del tragico, ma nello stesso tempo del comico?

Già, peccato che più che una storia nata dalla fantasia di un giovane siciliano sia la lettura degli ultimi fatti di cronaca che vedono coinvolta la nostra cara Italia.

Ma del puparo romano, non dovremmo stupirci. Di pupari in questa società ce ne sono, eccome se ce ne sono! Sono un po’ dappertutto, nei mega e persino nei piccoli affari di provincia.

Di mani invisibili in questo paese ce ne sono, eccome se ce ne sono. Mesi fa avevamo denunciato il puparo milanese, un vecchio puparo già noto alla cronaca di un tempo, che nel silenzio più generale anche qui sistemava “gli amici degli amici”, fatturava milioni, si aggiudicava appalti, forniva protezione e denaro in cambio, magari con annessa folla… questa volta incazzata contro uno stupido immigrato, che chiedeva elemosina in una strada.

Mi chiedete la morale della storia?

La morale è che dovremmo tutti  aprire un po’ più gli occhi. La verità è che dovremmo cercare di incazzarci un po’ di meno per le cose futili ed essere tutti un po’ più “offesi”, un po’ più incazzati contro queste mani invisibili e questi pupari.
Perché mentre questi pupari, come se giocassero ad un gioco da tavola, si dividono guadagni, posti di lavoro, posti importanti nella nostra società, nella nostra Italia, mentre questi pupari si spartiscono case, affari, mentre questi pupari s’intascano i nostri soldi, i nostri risparmi, c’è un’Italia, la maggior parte del popolo italiano, che fatica ad arrivare a fine mese. C’è un’Italia che si sveglia presto al mattino e rientra tardi a casa la sera per cercare di portare avanti la propria famiglia e questo nostro grande paese.  

Troppi pupari in giro e sempre fin troppi burattini a disposizione. Fino a quando ci accontenteremo di essere assoggettati al puparo di turno, sino a quando ci accontenteremo di essere burattini del puparo di turno?
Sino a quando?

Scrivete voi il finale… a me tocca rientrare in aula, il prof. ha già ripreso a spiegare.

Rispondi

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.