Perché è un bravo ragazzo

Il numero 6, pari e breve, non mi è mai piaciuto e quest’anno non è stato idilliaco per noi. Ma quello che penso sia più importante è riconoscere. Riconoscere tutto quello che è passato sotto o sopra o di lato a questi 2190 giorni circa di Abattoir.

Lo faccio parlando di me e del resto attraverso me. Me che gli articoli, le letture, le idee, le discussioni, gli incontri non hanno lasciato sano né indenne al loro fascino, alla bruttura-bellezza stupefatta delle scoperte, al turbamento dell’(im)potenza: ho scelto un percorso di vita impegnato, più impegnato del previsto, una tesi sperimentale, una ricerca sullo psichismo mafioso, un legame con un territorio che mi caccia ma che continuo a vezzeggiare, conoscere, con la speranza di migliorare, di non arrendersi, anche quando c’è la voglia di arrendersi.
E poi tutte le persone che ho conosciuto… gente che a suo modo “ama” (parola odiosamente frequente e dagli usi impropri, se tanti odiano, tramano, temono, malignano… ):
Filippo Messina e Salvatore Rizzuto Adelfio di AltroQuando, e così, se un giorno avrò uno studio, il fumetto su Freud potrà risiederci in bella vista accanto a manualoni stile DSM; e grazie a loro ho conosciuto Dylan dog. I mille ragazzi dell’Arci: Tommaso, Luciano, Andrea Ballarò, Toni Renda e tutti, da ‘Nzocché, fino all’arcilink, inerpicato a Monreale. I booqers e i ragazzini scalmanati di booq, le felafel di Gino. Nicola, Rosario e tutto lo spazio cultura dei Macaione. Ada dell’ex-watership, i suoi margarita post-reading e gli animali appesi al muro e sul cuore. I navarrini e l’esperienza di “una marina di libri”. La piazza, leggere in una piazza di Palermo, le luci gialle, San Domenico dietro… Le sculture di Noemi Priolo e l’Hulk verdissimo di Giacomo, gioia ogni volta che penso a quella serata sugli “eroi” da Mutazioni. Mirko Pace e l’arcigay, ché ogni volta che ci incontriamo ho timore delle nostre reciproche logorree. Poi il pride, quanto adoro il pride… L’accoglienza dei ragazzi di Libera, mi ricordo solo il nome di Chiara, ma il post-reading con prodotti biologici antipizzo come se piovessero… Sorrido, i loro sorrisi, buonissimi, carinissimi! Sconzajuoco: piedi nudi sul palco insabbiato, il microfono e davanti il mare. Lettori nuovi e o stagionati come il rum e il parmigiano: Robertina, Toni, Fabio e Pigi, Alice e poi chi viene ogni tanto: Francesca, il Crinò, Alessandra, mio fratello. Il piano-da-spalla e i suoni di Marcello e Claudio, sante mani! I mille collaboratori e come mi sento ogni volta che arriva un pezzo nuovo: felice, curiosa, stanca dai troppi da fari, ma felice, in fin dei conti. I video di Luisa, che non c’è altro da aggiungere. Le idee e i racconti e la forza: Emergency, i volontari, le parole su di noi di quel ragazzo gentile di nome Raffaele, le “liti” condivise al PYC, sicuri del nostro fare disinteressato. Le battaglie per creare ogni magazine, le manine d’oro dell’altra sponda della Sicilia sotto forma di Martina Greco. “Noi” dietro gli schermi. Palermo. La trasferta a Trapani per sostenere la Fardelliana e le patate vastase di Aleci prima dell’ora e mezza di ritorno, a mezzanotte circa. La fine di tanti rapporti e l’inizio di nuovi legami, di nuove stime, di nuovi ics. Gli stimoli, la voglia, nonostante tutto.

Quindi, ecco, solo grazie.

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