#iosonoAlmaviva e #sui17cimettolafirma: la Lotta Contigua

11065886_1621953854690688_4889718485226504872_nPalermo, inverno 2015.
Gli ultimi mesi dell’inverno a dire il vero, ma il calore che si avverte ultimamente a Palermo non ha nulla a che fare con fattori climatici, quanto piuttosto con la solidarietà che emerge dalle proteste che animano la città.
Oggi si tende a brandizzare tutto, anche le lotte, assegnandogli (un po’ per moda, un po’ per la sua funzione tecnologica) un bell’hashtag1: ci troviamo così a manifestare insieme a #ioSonoAlmaviva e #sui17ciMettoLaFirma.

#ioSonoAlmaviva è una mobilitazione portata avanti dai lavoratori di Almaviva, azienda che si occupa di servizi di call center, icona del lavoro più precario e mortificante del nostro tempo. Questi lavoratori, gran parte dei quali ha un contratto a tempo indeterminato, svolgono il loro lavoro con grande professionalità e competenza, ma sentono sempre di più il peso delle politiche della flessibilità del Jobs Act e della delocalizzazione, ovvero di quel fenomeno che rende possibile che ad una nostra chiamata al servizio clienti X risponda un nostro coetaneo dall’altra parte del mondo che parla italiano come io parlo il tedesco (con frasi fatte, imparate a memoria per la sopravvivenza).
L’obiettivo di questa lotta è rendere partecipe l’intera cittadinanza del dramma che 1.700 lavoratori stanno vivendo e spingerla ad essere solidale. Una mobilitazione simile è stata portata avanti qualche mese fa anche dai dipendenti di un’altra azienda di servizi, Accenture, con il loro “brand” #262aCasa.

#sui17cimettolafirma è invece la lotta di chiunque si (op)pone in maniera critica al sistema, portando avanti atti di resistenza che vanno da occupazioni simboliche di sedi istituzionali a manifestazioni non organizzate, fino all’occupazione di luoghi abbandonati per restituirli alla collettività (tra cui abitazioni per famiglie che dormivano in auto) e alla resistenza attiva al fascismo, sempre più di ritorno. Diciassette sono alcuni di questi compagni che sono stati individuati dalla polizia come gli organizzatori di azioni simili e sono posti all’ordine di firma in questura ogni giorno in attesa dei processi. Sono per lo più colleghi universitari con cui molti di noi hanno condiviso birre a ballarò e condividono soprattutto valori. Anche loro giovani precari del nostro tempo che si organizzano per resistere a questa società che ci vuole distanti e controllabili.

Quello che entrambi i movimenti chiedono, ripeto, è ciò che oggi in questa società sta venendo a mancare: la solidarietà, il principio che più in assoluto spaventa il capitalismo.
La precarizzazione delle vite dei lavoratori (come quelli Almaviva, esempio di tanti altri) è un corollario di questo paradigma economico, che rende la persona schiava del lavoro, del suo e di tutti quelli che riesce a beccare per sbarcare il lunario. Si perdono di vista la vita e gli amici o le proprie passioni, dietro ad un lavoro che diventa frustrante per le condizioni contrattuali, quando un contratto c’è. Il capitalismo vince quando attraverso questo corollario riesce a non far empatizzare più il giovane operatore italiano con il giovane operatore rumeno assunto in Romania dove si vuole delocalizzare l’azienda, facendogli dimenticare che quel lavoratore avrà una condizione più precaria della sua, giacché le misure di sicurezza sul lavoro, per dirne una, sono ridotte all’osso.

Resistere a questo paradigma significa scendere in piazza con dei cartelli con su scritto #iosonoalmaviva e sensibilizzare l’opinione pubblica sul destino di questi lavoratori. Ma fino a quando potranno scendere in piazza? Quali sono le azioni che possono portare avanti? Lo spazio di gioco è minimo, come dimostra la procura: tra qualche anno i lavoratori più attivi potrebbero essere denunciati per manifestazioni non autorizzate e disturbo dell’ordine pubblico, proprio come è successo ai 17 compagni di cui sopra, accusati di aver portato avanti con azioni materiali la solidarietà agli operai, ai senzacasa, agli immigrati, agli studenti, alle persone dei quartieri popolari della città.
La solidarietà fa paura al sistema economico, perché quando la gente si associa può diventare autonoma dai sistemi imperanti e combatterli. Mentre così si smantellano i movimenti, si precarizza la vita dei giovani e li si costringe ad emigrare, sparpargliarsi per tutta Europa ricreando le caratteristiche dei nuovi centri urbani dell’epoca della rivoluzione industriale, cioè città riempite di persone senza alcun legame tra loro (quello che i sociologi chiamano massa, proprio per la sua informità).
Noi non ci arrendiamo e resistiamo, non saremo mai né informi né conformi, #noisiamoi17esualmavivacimettiamolafirma.


1 Sostanzialmente, sono dei collegamenti ipertestuali che fungono da etichette. Creando una concatenazione di termini specifici si può etichettare in modo preciso un argomento. http://it.wikipedia.org/wiki/Hashtag#Funzione_e_uso

7 thoughts on “#iosonoAlmaviva e #sui17cimettolafirma: la Lotta Contigua

    • C’entra eccome, se allarghi il punto di vista al rispetto, alla libertà, alla garanzia. Il nodo, come ben dice il testo, è: “Quello che entrambi i movimenti chiedono, ripeto, è ciò che oggi in questa società sta venendo a mancare: la solidarietà, il principio che più in assoluto spaventa il capitalismo” e seguenti!

  1. Ho letto l’articolo, sinceramente non trovo il nesso fra Almaviva ed i 17 ci metto la firma per mandarli in galera. I 17 in questione e tutta la pantomima per giustificarli, non hanno niente a che vedere con il diritto di manifestare e dissentire verso uno stato che ci attanaglia e ci umilia. Le varie procure hanno sempre coperto i centri sociali, ma questa volta ci sono prove evidenti e schiaccianti. Nessuno vieta a nessuno di manifestare e portare avanti le proprie idee, purchè nello stesso tempo non si intaccano le idee e la libertà altrui. Detto questo i ragazzi in questione hanno ricevuto questo provvedimento in riferimento alla sommossa organizzata contro la presentazione del libro di casa pound alla mondadori. Io lavoro a pochi passi ed ho visto la violenza perpetuata per fermare la presentazione, cestini divelti, aiuole distrutte, lancio di bottiglie e di vari oggetti… Il diritto a protestare è una cosa, la violenza ed i disordini sono crimini perseguiti per legge e pertanto non vanno incoraggiati, ma repressi. l’occupazione abusiva di strutture pubbliche è reato, l’imbrattamento dei muri con spray, con vernice o con manifesti abusivi è reato, sicuramente in tutta questa orgia di illegalità faranno qualcosa di buono per il sociale, ma a causa di questi gesti il lato buono passa in secondo piano. Almaviva invece è una realtà diversa, fatta da lavoratori a cui viene negato il diritto al lavoro a causa di una politica che anno dopo anno ha distrutto il paese, rendendo la vita impossibile all’imprenditore che preferisce andare ad investire all’estero. L’unico nesso che trovo fra i 17 ed almaviva e che almaviva è vittima delle politiche di integrazione e della globalizzazione tanto volute dai sinistroidi e quindi anche dai centri sociali. Riguardo alla “resistenza al fascismo sempre più di ritorno”, provate a farvi una domanda, se in oltre 70 anni qualcuno avesse fatto meglio del fascismo oggi non ci sarebbe nessun ritorno, invece tutti i presidenti della repubblica ex partigiani non hanno fatto altro che svendere la nostra sovranità appoggiando un governo dopo l’altro che ha remato contro gli interessi degli italiani e favorendo altri popoli che stanno invadendo il nostro suolo patrio.

  2. Grazie Francesco per avere avuto la pazienza di commentare articolando il tuo punto di vista. Colgo l’occasione per chiarire alcune cose: #sui17cimettolafirma non è per mandarli in galera come hai scritto tu (o forse sei ironico e non ho colto?), e nemmeno per chiedere la sottrazione di questi ragazzi alle loro pene individuali, bensì, per dichiarare che in molti in questa città (e non solo), si reputano altrettanto “colpevoli” della maggior parte dei “reati” a loro imputati. Perché poi tutta questa voglia di identificarsi in questi ragazzi? perché si è stati partecipi a quelle manifestazioni non autorizzate e a quelle occupazioni simboliche e non si ritiene con ciò di essere delinquenti, giacché qui non si tratta di un reato “amministrativo” come il furto, ma politico. Se ritieni che “il diritto di manifestare e dissentire verso uno stato che ci attanaglia e ci umilia” debba essere difeso, dovresti difendere la causa di questi ragazzi. Puoi anche dissentire sugli scontri con la polizia e con i fascisti del terzo millennio, ma non sono solo imputati di questo. Su questo portale vicino alla destra palermitana puoi trovare il copia e incolla della velina per leggere bene di cosa stiamo parlando http://www.lagazzettapalermitana.it/violenze-di-piazza-misure-203cautelari-per-esponenti-della-sinistra-antagonista/ .
    Che le procure coprano i centri sociali, è vero quanto è vero che coprano i fascisti di CPI e FN, o sono vere entrambe le affermazioni o non è vera nessuna delle due, perché ci sono molti più casi documentati di azioni fasciste non punite e di azioni di stampo fascista da parte di polizia e carabinieri.
    Inoltre mi sembra che tu sia molto legato all’equazione legale = giusto e illegale = sbagliato. Ma cosa è legale e cosa no lo sceglie quello Stato italiano che tanto stai criticando. E’ quindi meglio non fare nulla, rimanere impassibile all’avanzata di questo capitalismo travolgente, o rischiare di essere illegali pur di fare qualcosa che si ritiene giusta?
    Le politiche di globalizzazione sono politiche di sinistra? bene, potresti citarmi fonti da cui puoi dedurre tale teoria? potresti anche spiegarmi come lo spostamento dei capitali e del lavoro per il profitto in aree emarginalizzate del mondo possa convenire alle idee di sinistra?
    La resistenza al fascismo, così come ad ogni forma d’usurpazione coatta della libertà altrui, portata avanti con tutti i mezzi, anche a costo di scendere al pari del nemico. In questi 70 anni non mi pare che ci siano mai stati i “comunisti” al governo in Italia e quella sinistra sbiadita che ha governato è stata sempre burattina della democrazia cristiana e del provincialismo italiano.
    Per concludere rielaboro il punto di continuità tra le lotte sociali portate dai 17 e i lavorati Almaviva: i primi portano avanti azioni di resistenza culturale e di critica al sistema che porta alle conseguenze che stanno subendo i lavoratori Almaviva. Questi ultimi fino a quando avranno la possibilità di manifestare? Fino a quando potranno richiedere i loro diritti? La risposta dovrebbe essere “per sempre”, ma temo che potranno farlo finché glielo lasceranno fare.
    Non mi dilungo perché mi sembra esaustiva già la risposta ad un articolo chiaro a chi lo voleva capire, e ovviamente non credo lo sia a chi prova compassione per Marchionne perché in Italia ci sono troppe tasse (se il prblema sono le tasse perché non prendersela con lo Stato anziché inculare i lavoratori?) e parla di svendita di sovranità e invasione del suolo patrio.

    • Caro Michele, a me piace il confronto. Io lotto questo il sistema, ma faccio una lotta diversa, io denuncio tutto quello che non va, ma non lo faccio secondo la moda del momento, facendo le foto e postandole su facebook facendo il figo da tastiera, lo faccio allegandole alle denuncie e presentandole in procura, ai carabinieri ed a tutte le forze dell’ordine. Se oggi i nostri politici fanno quello che vogliono e perché noi gli e lo permettiamo e non saranno le manifestazione a fermali, sono 37 anni che vedo concludersi le manifestazioni con un nulla di fatto. Quando devo affiggere dei manifesti, pago la tassa e li faccio affiggere. Personalmente sono contrario alla violenza ed a quello che ne deriva, perché quando si manifesta denneggiando proprietà pubbliche, indirettamente si vanno a toccare le tasche dei cittadini, quando dei disadattati vanno imbrattando edifici storici, statue, muri e vetrine con scritte del tipo “10, 100, 1000 acca larentina” e con altre stronzate simili, fatte comunque sia dai disadattati di sinistra e sia da quelli di destra. A pagarne le conseguenze sono i cittadini che in primis non recepiscono il messaggio perchè estranei a questo mondo e poi si vedono sottratti capitali pubblici per la pulizia e la sverniciatura delle varie statue… Anch’io sono una vittima della barbaria di alcuni dei centri sociali. Proprio un anno fa ospitavo dei clienti appartenenti a casa pound, quando ad un tratto mi vedo arrivare una ventina di ragazzi armati di bottiglie e cinghie pronti a demolirmi il locale, solo perchè all’interno c’erano esponenti di casa pound, naturalmente cercavano loro, ma a causa delle loro guerre interne io mi sono trovato fortunatamente con la saracinesca guasta e il vetro della porta lineato in più punti. Se non avevo una porta anti svondamento i danni sarebbero stati molti di più e qualcuno sarebbe finito all’ospedale se non peggio. Anche in questo caso sta indagando la magistratura, ma sono sicuro che oltre ad aver perso i clienti che c’erano quella sera (e non mi riferisco a quelli di casa pound), non vedro un solo euro di danni subiti. Ecco perché ci metto la firma per vederli dentro, almeno ricevo un risarcimento morale. Se posso darti un consiglio, non chiamarli fascisti del nuovo millenio, a me piace chiamare le cose con il proprio nome, i movimenti politici da te citati sono estremisti di destra, che a causa dei cattivi maestri si sono identificati nel fascismo, ma in realtà non sono fascisti. La destra o l’estrema destra è capitalistica, Il fascismo nasce dal socialismo e si pone come terza, la sua poilitica non è stata mai a favore dei capitalisti, ma a favore del popolo, diritto alla casa, allo studio, alla pensione, al lavoro, sanità, strade, autostrade, infrastrutture… sono state create per il popolo, fino ad arrivare alla socializzazione delle imprese.

      “In questi 70 anni non mi pare che ci siano mai stati i “comunisti” al governo in Italia e quella sinistra sbiadita che ha governato è stata sempre burattina della democrazia cristiana e del provincialismo italiano.”

      In questo caso ti dò ragione, paradossalmente viviamo lo stesso dramma politico. In Italia mancano gli ideali, i veri comunisti non ci andranno mai al governo e tutti quelli che si spacciano per comunisti non sono altro che succubi del sistema che continueranno a votare, PD, Vendola ed affini… La stessa cosa avviene per i fascisti, solo in pochi sono i fascisti veri che conoscono l’ideale puro, il resto sono un accozzaglia che io definisco fascisti alla matriciana, che continueranno ad appoggiare altri burattini come la Meloni, Berlusconi… fino ad arrivare al nuovo servo della Lega Salvini.

      Li abbiamo visti automatizzati nelle parodie grilline ed oggi sono tutti con salvini, alla prossima delusione chissa a chi andranno a pararsi.

      Naturalemente neanch’io trovo compassione per Marchionne, ne per Berlusconi e simili, trovo compassione per tutti quei padri di famiglia che ogni giorno devono farsi il mazzo per garantire un briciolo di futuro ai propri figli senza per forza dover abbandonare la propria terra.

      • Francesco, mi fa piacere che tu abbia continuato il confronto, soprattutto perché mi pare che tu sia d’accordo con me su diversi punti. Mi dispiace per il tuo locale, ma c’è pur sempre una pregiudiziale nel nel tuo discorso che generalizza a tutti i frequentanti dei centri sociali ad alcuni fatti compiuti da pochi e circoscritti ad occasioni che andrebbero riviste da più punti, infatti credimi che nessuno di quelli che io definisco compagni, va in cerca dei militanti di casa pound nel tempo libero.
        Ci sono anche molti punti di distanza tra i nostri punti di vista, che spesso stanno più nei mezzi che nei fini, ma dai primi io non riesco ad astrarmi.
        Spero dopo questo “epistolario” di essermi spiegato sul punto di incontro delle due campagne di cui i vedo la continguità, non la continuità né la sovrapponibilità.
        Per discutere delle altre questioni che hai tirato in ballo possiamo scriverci su un altro articolo o parlarne davanti una birra al tuo locale.

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