Les Enfants Rouge – I bambini rossi

Parigi, 1537

Guardo la cenere di occhi grigi e indifferenti ma anche oggi ho indossato il mio grembiule rosso. La mia è una grande casa circondata da un cortile bagnato di lacrime infantili a ridosso di un piccolo giardino senza fiori. Sono un figlio non voluto, un orfano di guerra, un figlio di puttana nato tra i vicoli del Marais. Non mi hanno affogato perchè la Senna era troppo lontana, non mi hanno ucciso perchè in strada passava ancora troppo gente.

Sono Martìn, una goccia scarlatta dei Bambini Rossi. Un fiume orfano e senza nome che insieme alla Senna divide Parigi in due: i fortunati e gli altri.

Sono quello che chiede l’elemosina, e mi vestono di rosso per essere visto, per essere notato. Puzzo ma senza profumo. Ti tendo la mano ma non mi vedi, anche se grido, imploro, annullo ciò che resta dei miei otto anni. Ogni tanto qualcuno passa e ci raccoglie, ogni tanto qualcuno ci prende e ci fa nascere.

Guardami, ti prego, guardami! Sono vestito di rosso, sono un pezzo di storia francese, un drappo d’innocenza della sua bandiera, una macchia rossa tra il rassicurante cobalto della sera.
Sono Martìn anche se non è il mio vero nome, lo cambio, ti giuro: sarò quello che tu vuoi.
Sono Martìn e dovrei essere morto.
Sono Martìn e sopravvivo qui, a ridosso dei topi ed al tuo servizio, qualsiasi cosa per un tozzo di pane.
Sono Martìn, il bambino scarlatto, sono Martìn e per dieci franchi sarò tuo amico, fedele come un cane di strada a cui doni una carezza.
Guardami, ti prego, so anche abbaiare se vuoi, guardami e dimmi per un solo attimo che esisto.

Parigi, 2015

Tra i vicoli del Marais puoi visitare il Mercato dei bambini rossi (Marché des Enfants-Rouges), uno dei mercatini più vecchi di Parigi, dove potrai pranzare in allegria, trovare ed acquistare prodotti freschi e biologici provenienti da tutta la Francia, scorrendo le dita tra le bancarelle di oggetti vintage che qualcuno non vuole più.
Da qualche parte c’è un cortile ed un piccolo giardino con tanti fiori in ricordo dell’Orfanotrofio dei bambini rossi voluto da Marguerite de Navarre nel 1535.

Seduto su un muretto, Martìn è sempre lì, in compagnia di chi oggi lo vuole ricordare.

5 thoughts on “Les Enfants Rouge – I bambini rossi

  1. Mi sembra di vedere Martin, di imparare a conoscerlo, di farlo amico dei miei figLi. Il racconto è così vivo che mi sembra di sfiorargli la mano mentre con la mente gli offro una moneta e un po’ di quell’amore di madre che forse non ha mai conosciuto. E lui mi afferra dal vestito, mi fa indietreggiare, non mi fa più avanzare per chiedermi una moneta ancora, un po’ di amore ancora. Un’altra volta ho troppa fretta non posso dargli retta. Un altro giorno ancora gli porto del pane da mangiare, un album da disegnare. Questo è il racconto di Martin, un racconto che fa viaggiare, che ti fa entrare ed uscire dalla sua storia come se tu non fossi solo un lettore ma un passante abitudinario. E la bellezza di questo racconto non prende vita solo dalla storia straziante quanto dalla sottile sensibilità e dalla vivace descrizione di chi con passione e umanità la racconta: Marco Giglio! Complimenti!

    • Grazie Francesca, è un commento bellissimo. Il finale a lieto fine di uno scribacchino rosanero :) Avanzi un caffè! :)

  2. Molto bello descritto sempre egregiamente ma anche se l atmosfera parigina e’ bellissima personalmente preferisco il tuo genere……quello riferito al lavoro!! Complimenti scrittore ormai ufficiale Alma !!

  3. Pingback: Viaggio a Parigi e Disneyland con tutta la famiglia - Risparmiare in famiglia

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