#Mind the gap: cronache di una palermitana a Londra

– Londra, se la conosci la eviti (?) –

Caro lettore,
se sei un assiduo frequentatore di questo blog saprai di certo che vivo a Londra da ormai quasi tre anni e che ne ho parlato in lungo e in largo proprio su Abattoir. Chissà che idea ti sarai fatto della Londra vista dai miei occhi. A volte, lo ammetto, sono stata impietosa, se non spietata. Oggi voglio darti un motivo in più per aprire gli occhi su quella che è, a conti fatti, tra le cittá più ambite, visitate e ammirate del mondo. Devo fare una premessa: fin dall’età di diciassette anni ho sempre detto a me stessa che, in un modo o nell’altro, sarei riuscita a vivere qua. Non sono mai stata particolarmente determinata, anzi, per molte cose ho lasciato che gli eventi semplicemente accadessero. Dopo tredici anni da quella iniziale decisione, eccomi qui: sogno avverato. E allora perché la detesto, adesso, questa città?

Ecco qui di seguito i cinque motivi per non vivere a Londra:

1. Se non fate bei soldoni fin da subito, sarete costretti a vivere in case orribili con la moquette che mai nessuna aspirapolvere renderà accettabile e con la muffa sui muri. Tutto piacevolmente ricorperto da lerciume vario ed eventuale. E la pagherete una strage lo stesso (ma se proprio volete, qui trovate una guida su come trovare casa a Londra).

2. I supermercati sono il luogo più deprimente del mondo. Ho sempre adorato andare al supermercato quando vivevo in Italia, soprattutto quelli grandi e super forniti. Adesso lo odio. Credo che a parte la launderette dove sono costretta ad andare per fare il bucato (eh sì, non abbiamo lavatrice), il supermercato sia il luogo dove più detesto andare. A parte il fatto che il 99% dei prodotti, a mio avviso, andrebbe bandito e inserito nella categoria “materiale radioattivo”. So che molti obietteranno su questo punto, ma vi assicuro che dopo un’iniziale sparaflashante entusiasmo (il mio fidanzato per poco non ha avuto una crisi epilettica), quel che resta è noia e depressione. Vi aggirerete come zombie insieme ad altri zombie con il loro cestello pieno di roba “healthy”, ché tanto poi si strafogano da Mcdonald’s. Bocciato.

3. “Ma dove cavolo mi trovo, a Calcutta?”. Tu, caro lettore che sei andato a Londra e hai visto il Big Ben, il Tower Bridge, Buckingham Palace, devi sapere che la vera Londra è: lercia, brutta e piena di indiani, pakistani, polacchi, rumeni e chi più ne ha più ne metta. Non ne faccio un discorso di razze, ci mancherebbe, ne faccio un discorso di decoro ed estetica visiva. Queste zone sono ghetti, pieni di case costruite con la sputazza e brutte che più brutte non si può. Provate ad andare a Chelsea o ad Holland Park o in tutte quelle zone fighe dove le case sono come quelle delle riviste patinate, poi tornate a est e capirete. Neanche a dirlo, tutte le camere più “cheap” le trovi in queste zone. E cheap è pure un parolone.

4. Odio le metropoli. Ammetto che questo è un mio limite ed è totalmente soggettivo, ma odio questa sconfinatezza che mi obbliga a prendere la metro e a farmi 45 minuti di viaggio per andare a lavoro. Beh, se hai il culo di lavorare a due fermate dal posto di lavoro, che dirti? Che culo! Per il resto, io butto quasi due ore della mia vita per andare e tornare. Vorrei poter prendere solo il bus o andare in bici e godermi la città e l’aria pulita (???). Ahimè invece mi tocca annoiarmi mortalmente in metro. L’unico vantaggio? Ho letto un sacco di libri! Inoltre, se hai amici che vivono dall’altra parte della città, dovrai mettere in conto di non poter rimanere fino a tardi perchè le metro chiudono e il bus ci mette troppo. Insomma, rovina pure la tua vita sociale, e cazzo se ne hai bisogno!

5. Quello che non c’è. Non c’è il mare, non ci sono le salsicce, quelle buone che mangiavo a Palermo, niente ricotta o pangrattato; non c’è il bidè, il pane fresco, la signora Mandalá che stenni i ruobbi o quella che abbannìa dal balcone “Signollei, mi rassi tri filoni!“. Non c’è mia madre, mio padre, non c’è “Rosita, pronto a tavola!”, non c’è la vucciria, le risate, l’amore infine.

Ma devo pur darveli cinque motivi per rimanere no?

Magari la prossima volta!

2 thoughts on “#Mind the gap: cronache di una palermitana a Londra

Rispondi a rosebeat83Annulla risposta

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.