Sproloquio di Natale

babbo natale When the weather outside is frightful and… finìu a bombola ra stufa, tranquillizzati, è arrivato il tanto atteso periodo natalizio, che porta sempre con sé tanta gioia e tanta fortuna. TANTA fortuna.

Benché sia noto più o meno a tutti che l’imperatore Costantino abbia adattato alla nuova religione una ricorrenza esistente da prima che gli ebrei cominciassero a vagare per il mondo e a rastrellare gli zebedei ad ogni popolo antico, si continua imperterriti a fare gare di presepi, con quelle orrende montagne di cartapesta, con i pastori più piccoli delle pecore e i Re Magi grandi il doppio della stella cometa di cartoncino glitterato.

Scusate un attimo, ma voi avete mai ammirato il meraviglioso e storicamente errato spettacolo dei presepi viventi nei paesi? Ognuno lo fa come cazzo gli pare in genere. Così può capitare che Giuseppe e Maria (di solito interpretati dai figli della famiglia più mafios… ehm… famosa del paese) arrivino ammantati da tovaglie marroni ad uso Padre Maronno in una ricostruzione delirante che, solitamente, rivisita le abitudini contadine e misere del passato, diverse in ogni luogo. Solitamente Maria non è esattamente leggiadra e si può leggere chiaramente negli occhi del povero asino, costretto a trascinare per ore il peso di una donna gravida ri sasizza, una lista completa di tutti i santi fino ad arrivare alle personalità di spicco che chiamavano Trinità.
Vedremo le vecchie megere che fanno finta di filare e nel frattempo raccontano aneddoti sulla ragazza che interpreta la Madonna, donne rovinate da decine di gravidanze, sformate, baffute al punto giusto e senza voce in capitolo in casa che si godono il loro annuale momento di gloria ed emancipazione. Gli uomini solitamente indossano un gilet, una coppola e non fanno un cazzo.
Nonostante il calo delle nascite, ad ogni Natale in un paese ci sarà sempre un bambino appena nato (o procreato solo a quello scopo, chi lo sa) che potrà interpretare il bambin Gesù. Molte madri credono così di creare intorno al figlio un alone di santità che non lo lascerà mai, neanche quando, raggiunta quasi la maggiore età, sarà ospite dello Stato. Naturalmente se tuo figlio è scuro di pelle e capelli non verrà mai preso in considerazione perché, si sa, Gesù era un palestinese biondo, candido e con gli occhi azzurri (tipo l’albino del Codice Da Vinci, insomma). Il Presepe è bello, ma se lo conosci lo eviti.

Signori, il Natale è comunque tanto altro. Il Natale è bontà, è amore, è… bombardamenti sulla Siria, sulle sue scuole, sugli ospedali; è il momento giusto per portare sul lastrico migliaia di piccoli risparmiatori e di indurli al suicidio, è il momento in cui si mandano astimie agli esseri umani che arrivano (quando arrivano) via mare e si firmano petizioni per salvare le nutrie (orrende, luride bestie con i denti arancioni e la coda di ratto). D’altra parte perché impegnarsi per dare un futuro a dei bambini che non ne avranno, adottiamo una nutria e accogliamo la leptospirosi con un sorriso nelle nostre case addobbate. Almeno le nutrie non sono musulmane, sicuro.
È il periodo in cui Salvini dà il meglio di sé vestendosi, ad esempio, da Re Magio, da bravo cristiano che festeggia con entrambe le sue famiglie; in cui le teste di cazzo delle alte sfere vanno alla Prima della Scala sperando fino all’ultimo che Paolo Ruffini presenti l’evento con la volgarità e l’idiozia che a noi italiani medi ci fa scompisciare dalle risate. Maremma Cinghiala!
Ma poi, minchia, c’è Natale col Boss al cinema. Perché almeno a Natale ci vuole rendere simpatiche figure di tal levatura morale.
E poi che tenerezza, Silvio è diventato nonno dei cuccioli di Dudù e Dudina (o padre, non si sa… si attende l’esito del test del DNA).
Questo quadretto potrebbe essere allietato solo dalla foto, in bella mostra su tutte le prime pagine delle principali testate nazionali, della Santa Vergine Schiaffosulpene Maria Elena Boschi costretta a vendere il suo corpo per comprarsi una panella muffita, rigurgitata da un cane malato, come pranzo natalizio.

Non siate ipocriti, non mentite a voi stessi. A Natale è così, l’omicidio è il vostro pensiero fisso. Camminando per le strade ti rendi conto che al posto dei Babbi Banda Bassotti che acchianano i mura lisci vorresti vedere delle picche con teste infilzate; vorresti leggere i necrologi e scoprirvi nomi a te familiari, assalteresti con una mazza chiodata le auto di chi sta ore e ore in coda per comprare lo schiaccianoci coi baffi per il papà, le mappine di manifattura cinese con la stampa delle stelle di Natale per la mamma e l’orologio (quello buono) per il fidanzato; ti piacerebbe invitare la gente che ti manda gli auguri precompilati (vedi “Auguro un sereno SANTO Natale, a te e famiglia! Che orde di angeli accompagnino la nascita del Salvatore”, o cose così) a giocare a 1, 2, 3 stella! su un campo minato; muori dalla gioia di rincontrare qualcuno che, per fortuna, non vedi da anni e di potergli augurare di trovare un posto fisso al cimitero… e non come custode.
Speri infine che nei luoghi con maggiore quantità di cicisbei con i pantaloni in stile flooded house cadano due metri di neve.

Messaggio per le più giovani: finitela di mettere foto Bagashian mode su facebook e pubblicare successivamente aforismi d’amore d’altri tempi. Non siete principesse Disney, a voi piace il палка del camionista sovietico. E quello vi tocca, anche se è Natale.

Ma che fine ha fatto la gioia? Che fine ha fatto la felicità? Magari si trovano ancora sul fondo della scatola di Pandoro, o sono contenute nella polverina bianca che ci spacciano come zucchero a velo. Chi lo sa. Se le trovate, fatemi un fischio.
Nel frattempo affilate le punte degli alberi di Natale e godetevi ciò che potete.

Dog bless us, everyone!

4 thoughts on “Sproloquio di Natale

  1. Certe volte mi viene voglia di prendere un megafono e andare in giro per le strade di Palermo ad urlare: Fatiscenti!!!!! il natale è tutta un’altra cosa!!!! Ma poi penso che nessuno mi capirebbe e allora mi metto in un angolino al buio e comincio a contare i giorni che mancano alla fine dello show natalizio nel quale sono fortunatamente una comparsa di poco conto visto che come statuetta mi chiamano “Il contatore della fine del natale.” Ci penseranno i Saldi e gli Sconti a farmi finire la depression natalizia. Ciaooooo.

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