Delusi dall’oroscopo. Stream of consciousness ministrico

Io voglio stare dove sono. C’è qualcuno che ha bisogno di me. Idioti! Sono un caso umano e tu hai bisogno di me. Aver paura che cominci il giorno e che la luce ti cancelli il sogno. Ed è come se non avessi mai deciso niente. Ti chiedi come fanno i panettieri che escon di casa prima dei giornali: mentre ci pensi mi guardo i piedi. La nostra voglia di piacere sempre, me lo dicevi in ogni istante, è importante che non ci sia. Voglio un passato migliore, sapere che te ne potresti andare. Perché non te ne vai ora? Tu che mi chiedi alternative!

Ti preoccupavi dei missili quelli abbastanza lontani, ma uno di noi si sbaglia, perché anche io come te, con la stessa voglia e con la stessa rabbia, volevo solo stare bene. Ci vuole tempo per ricominciare, qui intorno è tutto lasciato andare. C’è sempre di peggio dietro l’angolo: le guerre che incendieranno la nostra città. Va tutto bene, ci meritiamo le stragi da quando non funziona più la gente. La guerra è semplice ma io che cosa voglio distruggere? Delusi e contagiosi, gli sciacalli saranno i primi a passarti davanti! È una questione di faccia! Ma voi cosa ne sapete voi, dei reduci e dei martiri? Io voglio un nemico fidato, senza voce ma con uno splendido altare, con il gira cravatte, che manda sempre tutto a puttane!

Se l’universo è vuoto, conta davvero poco abituarsi alla fine. Noi ci stiamo provando, e tutti attorno a sprecare parole, e quanti ancora stanno lì a guardare: nessuno muove un dito. Arriverà la peste! Arriva la marea! Se non ci credi più prova a parlare più piano. L’odio è un diario segreto, ora che ce l’hanno tutti puoi star zitto per favore? E smettila di insistere, tu che non potevi o volevi aspettare tutte le cose che voglio cambiare. Lo so che non volevi fare l’amore o farlo sempre meno. Ieri ho alzato la voce, forse te l’han detto già: non è un segreto che io sia cattivo. Ti giri e mi dici che a te può bastare e non ho nulla di cui preoccuparmi. Come faremo ora a liberarci? Come faremo a controllarci, non riusciremo più a contarci! Ma noi non siamo puliti, l’anima non serve: è dall’alto che ci dividono!

E le parole mi deludono, perché la nostra storia è una combinazione al tavolo di un bar di una nave da crociera. E tu non hai più senso, in questa isola di santi, ma ti seguirò lo stesso, senza una meta senza vergogna. Non sarai mai abbastanza lontano, quando il mare è ancora calmo, qua sotto siamo al sicuro. Che cosa succederà alla nostra estate? Bruciamo l’erba fuori dai cortei, tiriamo su un ostello nella steppa, facciamo bene se ci viene, e se non viene pace! Io so che ci credi o almeno speri: il futuro è una trappola, una questione politica. Se fosse così facile sentirmi vivo! Avrei dovuto avvertire che avevo bisogno d’acqua. So le vostre ragioni, ladri con la cravatta che inventano il pericolo! Tu che ora ci parli e gli dai da mangiare, me lo dicevi in ogni istante: che cosa ti manca? Se piove bevi l’acqua sprecata ai confini del deserto. L’unica tragedia buona è quella che finisce male: uno di noi si schianterà.

Da anni abattoir.it ascolta i Ministri.

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