Conosci il tuo nemico #2

Domenica mattina. Sono nella hall dell’hotel in cui lavoro a servire le colazioni. Mi ritrovo davanti, per l’ennesima volta, il simpaticone di turno che, dopo una serata passata a rammentarmi quanto male si mangi nel ristorante accanto l’hotel (per il quale non ha nemmeno pagato, essendo l’autista di una comitiva), si gusta lentamente caffè e brioche prima di ripartire.

Poggiato sul bancone del bar, ha il tipico atteggiamento da latin lover e sfodera un forte accento veneto anche se, a quanto dicono i suoi documenti, sia nato a Barletta. Ha i capelli lunghi e grigi e lisci tirati all’indietro. Da perfetto uomo vissuto qual è, al suo collo pende una collanina d’oro con all’estremità una croce che si perde tra i peli del petto che fuoriescono dalla camicia celeste con gli ultimi due bottoni rimasti aperti. Completano l’opera dei tatuaggi stile marinaio e il pacchetto di sigarette in bella vista davanti a lui con tanto di accendino laccato argento.
Ha i modi dell’uomo rude e ride e scherza ad alta voce con le altre persone, cercando di catturare anche le mie simpatie con battute infelici sul gentil sesso. Anche se so perfettamente che un sorriso di circostanza mi renderà complice involontario del suo improvvisato show mattutino, la mia professionalità mi impone di assecondare il cliente per quanto umanamente possibile. E quindi sorrido tutt’altro che divertito alle sue affermazioni di stampo fortemente maschilista.
D’altronde, un uomo di strada come è lui, un autista di pullman, che accompagna per l’occasione un gruppetto di bimbi per un evento sportivo in città, deve in qualche modo sfogarsi prima di accomodarsi nuovamente al posto di guida e silenziosamente riportare il gruppo da dove è venuto. Devo capirlo, devo compatirlo, devo servirlo perché è questo il mio lavoro.

Lui imperterrito continua a cercare una spalla al suo inequivocabile modo di pensare sul concetto di donna, meglio di femmina. Resisto e gli servo il caffè senza lasciarmi andare in irriverenti spropositi nei suoi confronti ed in particolare nei confronti delle sue affermazioni.

«Ah, le donne! Quando non ce l’hai, ti manca la figa; quando ce l’hai…»
[sorriso di circostanza]
«Una volta era meglio! Se ne stavano a casa con i figli a preparare la cena, a sistemare casa. Tu stavi a lavoro tutto il giorno e quando tornavi dovevi sentirle lamentare di tutte le stronzate che facevano…»
[sorriso di circostanza]
«Poi le scopavi, no? Solo per farle stare un po’ zitte. Per qualche ora funzionava. È così o no?»
[sorriso di circostanza]
«Adesso, invece, hanno voluto l’uguaglianza e te le trovi anche a lavoro che rompono i coglioni. E che mica te le puoi scopare a lavoro! O no?»
[sorriso di circostanza]
«Dipende dal tempo, le donne a volte sono intrattabili! Dipende dalle loro cose da donne… In quei giorni mica puoi andarci contro, ti mangiano vivo, ti mangiano! O no? Mi segui?»
[sorriso di circostanza]
«Poi un giorno magari incontri la femmina, quella giusta, quella che con un pompino ti fa perdere la testa. Un pompino fatto bene vale un monolocale in centro, vale!»
[sorriso di circostanza + espressione di vergogna]
«Hai presente o no?»
«Sono gay!» [sorriso di circostanza]
Il suo volto pieno di rughe improvvisamente perde la tensione dovuta alla sua risata compiaciuta e collassa improvvisamente, con il labbro inferiore che sfiora il bancone. Non sa che dire per una frazione di secondo. Io lo guardo asciugando un bicchiere, lui mi guarda distogliendo lo sguardo e finendo il caffè, l’ultimo sorso lo butta giù come se nella tazzina ci fosse grappa piemontese.
«Beh, adesso c’è questa moda e sono tutti gay…»
[sorriso compiaciuto]
Mi volto a posare il bicchiere appena pulito, mi rigiro e lui non c’è più, è andato via senza salutare.
Il caffè questa volta glielo offro io.

3 thoughts on “Conosci il tuo nemico #2

  1. KO con sole due parole :D

    PS:
    Un pugliese con l’accento veneto, magari votava pure Lega Nord.
    Quanto odio i meridionali convertiti?

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