Moda che impazza, moda che ammazza

di Gregory Di Giovanni

Si usa il termine moda per indicare correnti o comportamenti collettivi che mutano spesso nel tempo e che sono dettati dai gusti o da grandi icone presenti e passate.
Quando la moda nasce dalle idee di menti creative, da veri e propri geni del marketing, spesso non possiamo fare a meno di seguire “il popolo” e di cedere all’impulso compulsivo di emulare gli altri.
Qualche tempo fa su internet imperversava la foto del famoso vestito blu/bianco e tutti a condividerlo su Facebook perché era divertente notare quanto ciò che per qualcuno è bianco per altri può essere blu. Quello è stato un atto di connessione collettiva in cui tutti si sono scervellati cercando di capire come potesse essere possibile una cosa simile.

Gli esempi si sprecherebbero in tal senso, ma val la pena parlare di mode innocue, che nascono da geni del marketing e del male (assoluta ammirazione professionale per chi ha creato questa mania collettiva), come Pokemon Go.
L’idea: spostare nella vita di tutti i giorni ciò che succede in un famoso cartoon con pupazzi buffi e carini e creare, dal nulla e in poco tempo, tramite una caccia al tesoro, la più grande rete di interconnessione simil Facebook, in cui il premio è un Pokemon.

Inutile dire il successone! E inutile scrivere di ciò che è successo sui social media, in tv, per le strade… Orde di ragazzini, adolescenti e quarantenni che corrono di giorno e di notte per acciuffare Pokemon per strada e urlare: Sei mioooo, scelgo te!

Ora sì, diciamolo pure, tutti ci abbiamo riso e sorriso, perché oggettivamente è strano, è inusuale, è divertente vedere cose di questo tipo. Io da “markettaro” del business, quando ho capito di cosa si trattava, ho subito pensato ai famosi geni del male/marketing che avevano creato tutto ciò e non ho potuto far altro che pensare: che gran figli de ntrocchiaaa: con un click stanno a guadagnare i miliardi e noi a sbatterci per due lire al mese.

Ho però pensato a ben altro altro (e questo secondo me non potevano prevederlo neanche loro), quando ho iniziato a sentire e leggere di incidenti gravi o mortali avvenuti per idioti che in sella al motorino cercavano di agguantare Bulbasaur falciando pedoni.
Possibile che la gente sia così deficiente? Non deficiente perché giocando cerca di prendere un Pokemon, ma perché sulla strada, se guidi una macchina o sei in sella a uno scooter, sei responsabile civilmente e penalmente dei danni e della vita di chi ti passa davanti. Lo stesso vale per chi sta al cellulare in macchina o chi si trucca al volante o chi amoreggia guidando (fidatevi, ce ne stanno anche troppi).
Inutile demonizzare Pokemon Go, perché un Pokemon non ha mai ammazzato nessuno, e neanche un gioco. È la gente che deve imparare ad essere responsabile, deve capire che certe cose si possono fare in determinati contesti e che la strada non è un posto dove cazzeggiare.

2 thoughts on “Moda che impazza, moda che ammazza

  1. “Responsabilità” mi sembra la parola sociale del decennio post-capitalistico. E a buon diritto.
    Penso però che non solo é stata svuotata di senso, ma anche manipolata e resa sterile, poiché resa A CONVENIENZA.

    …Una volta mi hanno spiegato che la parola “responsabilità” ha a che fare con la “capacità di dare delle risposte” (response + ability) adeguate. A sto punto e da questo punto di vista, l’essere irresponsabili equivale all’essere stupidi davvero. Dalla padella alla brace, va :P

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