Onesti (com’un ciur’i cucuzza)

Giovanni Orcel venne assassinato con un colpo di pugnale QUA. Proprio QUA! In questa strada! A Palermo, Corso Vittorio Emanuele, il 14 ottobre 1920. Immaginate i vostri piedini belli assammarati di sangue, rossi, scurusi, allordati mentre correte da un punto all’altro per andare a lavorare onestamente e i picciriddi chi si schifiano, che manco giusto è! Dice che era per l’autogestione operaia e il movimento contadino lui. Cose troppo europee erano, all’epoca!

Oggi, invece, le cose vanno diversamente: tutti abbiamo i diritti, a Palermo, anche se non pare! Perché noi siamo lamentosi di natura, noi parramu assai, e però c’è chi il suo lavoro lo ha fatto negli anni, pure se ora noi siamo ingrati.

Guardatevi intorno… Il posteggiatore ci aiuta a trovare un pizzuddicchio i parcheggio per la macchina nuova, chi senza maddiu te la scorciano! Per Santa Rosalia il carro c’è ogni anno e pure le pollanche e i babbaluci sono garantiti e il venditore di panelle c’ha l’angolino riservato e guai a chi ce lo tocca. Rocky prospera sempre e fa le gare di pane con la milza con Nino U’ Ballerino, che intanto vince il Gambero Rosso pure se ieri l’altro mi venne l’intossico dopo aver mangiato sugna & polmone da lui. Gli extracomunitari comunque alla fine ce li prendiamo a cuore, non è vero che non li vogliamo, basta che il vetro al semaforo ce lo lavano bene e non pretendono troppo! Loro si stanno specializzando a fare gli italiani: arrivano, sbarcano, piangono, lavorano al call center, addirittura ora ci portiamo il lavoro pure in Romania; e così mi risponde Slavina, che però si fa chiamare Laura, e ci vogliono 2 ore e 35 per disattivare l’app porno, quella che stanotte al buio si installò da sola! Colpa del touch! E poi i palermitani ora s’insignaru a chiedere lo scontrino, c’abbiamo le ZTL e le pedonalizzazioni come in Europa, anche se abbiamo fatto la guerra per levarle (certo, non tutte le guerre si possono vincere… asinnò sì vinciusu!); e ci sono pure quelli che fanno le crociate contro gli abusivi e se uno si mette ca frutta, ci lievano tutte cuose; se uno lavora posteggiatore, e sì mafiusu; se uno lavora là e si pigghia una bancarella e vende panelle, crocché o frutta… allora tu sì… abusivo! E ti levano tutte cose. Perché che ci vuoi fare, il palermitano è accussì: umorale! Quest’anno ci piace passeggiare in via Maqueda, l’anno prossimo su scuorda e fa fetere tutte cose per andare a Campofelice di Roccella! (Lo sapevi tu che per ora va di moda Campofelice di Roccella?).

Comunque ti dicevo: fetere, fetere! Voce del verbo feto! Come… alla galleriaaa… delle Vittorie!

E comunque, per oggi ai palermitani ci piace l’onestà… e oniesti… tutti oniesti sù! Sinceri, leali e trasparenti! Seeeeeh…! Che ti pare? Per oggi se lo levò il vizio u zù Totò di sparlare davanti alla porta, un ci talìa dietro alle persiane per augurare di nascosto il male al vicino! L’onestà questa è! Questa è “onestà intellettuale”! La famosa onestà intellettuale. Eh! Tu obiettivo devi essere! I fioretti li devi fare! Oggi accussì! Ti devi indignare, ti devi lagnare, e poi si viri, basta ca parli! “Diritti!!! Giustizia, ingiustizia, morale, evasione fiscale…”. Ma chi ci trase “onesto e sdisonesto”? Al Civico per la radiografia aspetto sei mesi, questo sì che è sdisonesto! Eh!!! Non scherziamo con le cose serie… Che poi davanti a Dio semu tutti uguali, come la differenziata a Bellolampo! Tu magari intanto muori, e loro parlano di corruzione, concussione e collusione! Che ti pare: l’Italia nel centro è, al 67° posto su 170. In medio stat virtus! Chiddici? Che prima c’è il Ruanda? Eh, perché da loro la corruzione sarà più alta… E certo! Mica te li fanno questi favori di metterti nei posti più alti delle classifiche dell’onestà se non ci dai qualche cosa in cambio… Do ut des, beddu mio, do ut des! Che già la vita è amara, e ci dobbiamo mettiri u zuccaro!

Ora noi qua siamo disoccupati, lavoriamo in nero e siamo troppo inchiffarati pure per levare la cacca del cane nostro da terra! E però “noi siamo ladri, siamo ladri! Siamo tutti ladri!”. Sempre ladri semu pi l’avutri!

Ma «io ho una certa pratica del mondo; e quella che diciamo l’umanità, e ci riempiamo la bocca a dire umanità, bella parola piena di vento, la divido in cinque categorie: gli uomini, i mezz’uomini, gli ominicchi, i (con rispetto parlando) pigliainculo e i quaquaraquà… Pochissimi gli uomini; i mezz’uomini pochi, ché mi contenterei l’umanità si fermasse ai mezz’uomini… E invece no, scende ancor più giù, agli ominicchi: che sono come i bambini che si credono grandi, scimmie che fanno le stesse mosse dei grandi… E ancora più giù: i pigliainculo, che vanno diventando un esercito… E infine i quaquaraquà: che dovrebbero vivere come le anatre nelle pozzanghere, ché la loro vita non ha più senso e più espressione di quella delle anatre…»*! E però noi comu semu? Aggritta!!!

«Al diavolo la Sicilia, al diavolo tutto!». Amuninni a Campofelice di Roccella, che dicono che là è come alle Azzorre, e i tuoi porci comodi ti puoi fare! Chi c’avia affare Giovanni Orcel alle Azzorre? Ma quali operai e contadini! Vivi e lascia vivere!

Palermo! Ti auguro l’onestà. E alla gente povera rimanga l’onestà, a vantaggio di chi non ce l’ha, che comunque può comprarsela. (Vasco Rossi)


* L. Sciascia, Il giorno della Civetta.

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