Gimme Thriller / Gimme Crime / Gimme that which I desire

“Prendi un detective prossimo alla pensione. Uno di quelli brizzolati, o mezzi calvi, magari anche con la pancetta che non riesce a buttare giù come quando aveva 20 anni ed era agli albori della sua carriera. Dagli un passato semi oscuro, tipo qualche vecchia dipendenza da gioco o alcool, oppure un qualche omicidio sul posto di lavoro, la moglie assassinata da un serial killer, fai tu. Affiancagli un assistente, un novellino appena entrato nella squadra. Potrebbe essere una donna che il primo giorno di lavoro si presenta in tailleur, che però poi dovrà abbandonare perché, si sa, con la vita che conducono i detective non si può andare in giro in gonnella. Magari una molto preparata in campo teorico, ma che di esperienza non ne ha neanche un briciolo… però una sveglia, eh! Oppure l’assistente potrebbe essere un giovanotto schivo e taciturno, magari uno che ha o ha avuto problemi di droga. Meglio se uno che fa l’infiltrato. Un bello e dannato, in pratica. Poi prendi una metropoli qualsiasi, magari non troppo incasinata come New York, qualcosa tipo Parigi o Oslo, a tua scelta. Diamo a questa città un velo nostalgico, magari, che so, l’inizio dell’autunno, e cominciamo a spargere un po’ di sangue. Un omicidio là, una sparizione qua e una pista da seguire. Un odore di vendetta nell’aria, o pareggio dei conti. Mettici pure, se vuoi, un qualche magnate della finanza corrotto o un giornalista bastardo, o meglio qualche pezzo grosso della polizia corrotto, talpa o quello che vuoi tu. Mettici una donna. Che magari non sia la vittima ma una in rapporto con la vittima, che so, una coinquilina, una testimone. E costruisci una pseudo storia d’amore impossibile con l’assistente, se maschio, oppure una pseudo storia di affetto col detective anziano del tipo “potresti essere la figlia che ho perduto quando ero più giovane” se l’assistente è femmina. Ok, perfetto. Ora dai la caccia ai colpevoli, mettici due o tre colpi di scena del tipo, che so, che in passato la talpa era il detective, o che l’assistente ha giocato sporco… insomma, cose così. Scova il cattivone e la sua banda, lascia qualche particolare irrisolto perché, si sa, mica è Batman, è pur sempre un essere umano. Et voilà: hai confezionato uno di quei romanzi thriller polizieschi che mi piace tanto leggere”.

“Sì, ma le parole? Il racconto?”

“In che senso?”

“Sì, il racconto! Tu puoi avere un contenitore con comparti già dati, ma alla fine decidi tu come sistemare ciò che ci metti dentro”.

“Fammi capire, vuoi citarmi Aristotele?”

“Figurati se ai tempi di Aristotele esistevano i romanzi polizieschi moderni!”

“Ai tempi di Aristotele non esistevano i romanzi. Furono gli inglesi, nel ‘600, a “inventarli”. E non se li cagava nessuno! Immaginati Henry Fielding che si rigira nella tomba ogni volta che qualcuno compra un romanzo di Dan Brown!”

“Ah, sai, è uscito un altro film!”

“Che film?

“Sul romanzo: Inferno”.

“Vedi? Dante era uno cazzuto. Si è inventato una metrica, un racconto, un viaggio, un purgatorio, delle torture orribili, delle parole pure! Non è che ha preso una confezione già data e l’ha riempita! Quasi quasi mi faccio esiliare anche io, magari m’invento qualcosa”.


Discorso scaturito dall’ennesimo romanzo di Jo Nesbo divorato in meno di una settimana. Il Crime è la mia droga. Questi thriller polizieschi dall’anima noir, un po’ dannata. Prendi Grangé, ad esempio. Uno psicopatico che di secondo lavoro fa il serial killer – altrimenti non si spiegherebbe come fa ad inventarsi assassini atroci e sempre più assurdi – o magari lo fa come primo lavoro e per arrotondare scrive. Uno che, se andavi sul suo sito qualche anno fa, aveva la sua faccia in alto a sinistra con gli occhi che si illuminavano a intermittenza di rosso rubino. Per dire, no? A breve uscirà in italia il suo nuovo romanzo: per quei tre giorni non cercatemi.

4 thoughts on “Gimme Thriller / Gimme Crime / Gimme that which I desire

  1. Il problema è che, per come hai scritto, a volte riesci ad arrivare subito alla fine. Io almeno ho questo “difetto”, difficilmente mi sorprendono, e credo che la differenza tra gli scrittori stia proprio qui.
    Comunque “potresti essere la figlia che ho perduto quando ero più giovane” è un classico :)

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