ArrangiARTI – IntossicAzioni

Cara Palermo,
ieri ho ritirato l’ecografia del fegato e questa è una lettera di addio.
Intossicato, dicono. Di nervi.
“Lei beve?”; “Annego i dispiaceri…”. “E’ depresso?”; “La vita è amara…”. “E’ stressato?”; “E’ la politica…”. “Le persone stressate sviluppano disturbi psicosomatici sei volte più degli altri! Pure gli ictus! E pure l’impotenza!”. Non mi fossi mai fatto gli esami per l’alitosi, per le invettive di voce alternata a rutti contro gli stronzi e per le difficoltà a digerire le foglie di lattuga! Belle conquiste dà la militanza! Grazie Palermo, i love you, te quiero mi amor mucho, muchissimo, je t’aime beaucoup e ich liebe dich.
Insomma, ho deciso di smettere.
Perché quando tu cerchi di essere onesto, di poterci dormire comodo sulla tua coscienza, di essere un buon cittadino, etico, morale, corretto… e poi vedi certe scene da Jurassic Pork… la raggia certi giorni ti mangia vivo! A partire dalla casa natìa, in cui i nonnini boicottano la differenziata gettando le pennette alla grassa nella plastica. “Nonna! Che fai?!?”. “Nooooo, nnù stuomaco tutte cose s’immiscano!”. “Nonna, questa è spazzatura!”. “A stissa cuosa è, un ti scantari!”. E dopo sei mesi passati ad arricogliere resti di cibo dalla carta, ché poi feti a ogni ora del giorno come un netturbino sottopagato, t’arrendi, ve lo giuro! 
…Vabbuò: resta il mondo sociale! Ed esci di casa motivatissimo… e accucchi mezz’ora di ritardo perché un decerebrato ti ha chiuso la macchina posteggiandosi dietro di te: inculato, a novanta gradi proprio! “E non ti permettere, sai! Non ti permettere di suonare il clacson, che svegli gli anziani della via!”. E allora tu la prima volta educato, la seconda con i tic dello scoiattolo dell’era glaciale all’occhio, la terza con le vene degli occhi spezzate, la quarta: “Suca signora, suca! Io sveglio tutti, tutti lo devono vedere quanto è suino questo! No, allora non è chiaro: il suino è lui! Lui, lui! Lui mi impedisce di uscire! …Ah eccola! Io lavoro, lo sa? Eh, ma io non è che sono a sua disposizione!!! Ma come che sarà mai?!? Ma scherza? Io ho aspettato lei, ma mi scusi, ma sta scherzando davvero? …Non poteva cercare un posteggio per comprarsi d’urgenza il latte d’asina?!? E io posso aspettare lei per andare a lavoro? Cosa? Se insisto devo seguirla in centrale??? Ma lei è pazzo! Ma dite vero tutti quanti? Io disturbo la quiete pubblica?!?!? MA IO LE FACCIO CAUSA! MA IO VI DENUNCIO TUTTI!!!!!!”.
“Eh, ma esagerato! Il palermitano si arrangia!”; “Eh, ma siamo fatti così!”; “Am’a campare compà!”; “Che ffà, me lo offri un caffè?”; “Un pacch’i sale pi picciriddi!”; “Amunì, s’accattasse stu vruoccolo!”. No! “Lo scontrino e poi ne parliamo”. “Mi scusi, ma lo scontrino del pane? Mi scusiii? Sto aspettando lo scontrino!”. “Ma lei chi è? Ci conosciamo? Ma quale posteggiatore, io la patente l’ho pagata cara!”. E accetti la macchina rigata, e accetti le critiche aspre sul tuo cuore di pietra dagli amici stretti, e accetti chistu e accetti chidd’avutru…

Auto-avvelenato. Cellule epatiche arripuddute da arraffineria dilagante.
Io che urlavo comizi alcolici e non alcolici di sabato sera, ma anche di lunedì e giovedì, sull’importanza delle ZTL. Io che scrivevo su un blog di quanto fosse bello e importante il tram, ma anche smettere di lanciare sul marciapiede i pannolini ripieni dei neonati. Io che sognavo una casa in bioedilizia, che non gettavo MAI neanche una microplastica sul marciapiede. Io che in nero suca. Io delle lotte contro i soliti “Eh, ma io non ho tempo…”. Io che devo smettere.

L’azione politica è un innamoramento; un amore malato che ti consuma. E ció nonostante, se ti lascia è un colpo al cuore. Il vuoto cosmico. L’eterno, amarissimo, nulla. Il terrore senza nome. L’angoscia di morte …pur di scansare il decesso epatico.
E ora che per colpa tua o del fegato non ho più fegato, cara Palermo, ora che ho perso la mia identità per non avvelenarmi di inciviltà… Io che non emigravo insieme agli altri perché ti amavo nonostante le dune di munnizza, io che lottavo per te, io che sulla merda non mi arrangio, ma la spalo via… “Eh, ma ancora?!? Esagerato! Il palermitano si arrangia… Trovi un’alternativa!”. Io che ora…. Che cazzo faccio? Ché io non imparo l’arte e la metto da parte. Io mi arrangio con ciò che ho, che è quello che sono. Palermitano! Epatopatico cronico, cioè! E allora, se devo morire, morirò così: stretto alla mia cirrosi da stress malsano, organi scoppianti di ipertensioni, e così sia.
Io resto, e mi avveleno di te, Amore.

5 thoughts on “ArrangiARTI – IntossicAzioni

  1. :*
    “Io resto, e mi avveleno di te, Amore.” : mai lessi lettera d’amore più bella.
    Hai dimenticato : “un fari a ‘bili”

    • AHAH, grazie MArco. Restare qui, soprattutto quando hai amato viaggiare ovunque e torni col mal di pancia, è davvero un amore, che – in quanto tale – non sempre fa bene. Io non so cosa/dove ne sarà di me, ma amo la mia città e sono fiera di lei quando migliora. Meno quando mi fa star male (spesso)…. E spero e sogno anche per lei. Chi lo sa…. se durerà (:

      • io ancora, vicino ai 40, la guardo con gli occhi di un bambino. Forse illudendomi che tutto (e tutti) siano davvero meravigliosi, ma ci credo e mi fà stare bene. Credo che alla fine conti questo.

  2. Condivido ogni parola di questo tuo pezzo, amori/delusioni/mal di pancia inclusi.

    Proprio oggi una collega mi ha chiesto se mi capita mai di avere nostalgia di “casa” e per la prima volta ha visto i miei occhi luccicare.

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