La cosa più bella del Natale (o anche no)

Eccallà! È arrivata! La festa più festa di tutte! È così, per noi poveri occidentali indottrinati nella fede del Bambin Gesùzzu salvatore della patria, di rosso vestito e dal lungo corno dorato. Aspetta, forse ho confuso qualcosa. Ma che volete farci, sono rincoglionita a causa delle canzoncine che partono a tradimento quando passi davanti ai babbi natale grandezza Brunetta messi davanti ai negozi dei centri commerciali. Avete presente, no? Tu sei lì che passeggi per andare a comprare le birre e passi davanti ad un negozio la cui vetrina farebbe venire l’epilessia ad un cieco, per quante lucine ci sono, e boom: il babbo natale – slash – Brunetta comincia ad ancheggiare (facendoti pure venire un infarto) e parte la musichetta. Gingol bell gingol bell gingol ol de weee. Mi è capitato tre volte questa settimana (le birre finiscono subito).

La scena natalizia più bella al centro commerciale? Vedere i genitori che rubano carta da regalo sui tavoli fuori dai negozi come “Trony” o “Expert”. Quella roba è messa lì per i clienti che comprano regali da incartare fai da te. I signori Trony ed Expert pensano che sia una buona mossa di marketing, lasciare che la carta col loro marchio venga rubata! E invece un corno! I genitori rubano la carta, vanno dal cinese a comprare un elicotterino da quattro soldi e lo incartano con quella carta! E il figlioletto, vedendo la cinesata tarocchissima, deciderà di non comprare mai da Trony o Expert perché tanto “hanno le stesse cose dei cinesi”. E così nascono i nuovi finti no-global con l’aifon e la Moleskinn.

Fuori dai centri commerciali, poi, è anche peggio! Tranne che nella mia città: da qualche anno a questa parte il sindaco ha deciso che i soldi che si usavano per le luminarie, potevano essere impiegati per qualcos’altro. Tipo, non so, per rimpinguare le sue bisacce. E comunque niente fili scialbi di lampadine penzolanti dagli alberi di via Fardella! U Signuri ci lu paga! Che poi, diciamocela tutta, per addobbare bene una città per le feste natalizie ci vorrebbe Enzo Miccio! Ho visto certe baggianate che farebbero resuscitare per entusiasmo Don Antonio il Boss delle Cerimonie!
È bello non dover assistere a lampadine penzolanti dagli alberi, con annesse “spacche” del culo di manutentori che le montano con la scala! Ricordo, poi, che quando ero piccola io, in centro passavano le “babbe natale” che davano le caramelle ai bambini. Da piccoli era bellissimo. Ora no. Ora capisco. Queste povere studentesse/disoccupate contattate da un’agenzia marketing per 30€ al giorno, devono indossare vestitini di dubbio gusto con gonnellini corti col pellicciotto, morire di freddo in centro e passeggiare tutto il giorno con collant velati e scarpe col tacco. Vengono chiamate “babbe”, ché non aiuta all’autostima quando sei vestita così, e le caramelle finiscono per darle ai papà dei bambini, a quei simpatici papà ammiccanti che esagerano col dopobarba regalatogli dalla moglie il Natale precedente.

Giusto, parliamo di regali. Quel momento magico che è lo scambio dei regali! Momento che culmina con quei dieci secondi d’ansia che impiega l’altro a togliere la carta. Questa usanza rappresenta un paradosso su tutti i fronti. È bellissimo fare un regalo ad una persona speciale, ma è terribile l’ansia per il timore di aver fatto una cazzata comprando quel servizio di porcellane in magenta e madreperla per tuo nipote di 16 anni. D’altro canto è altrettanto bello ricevere un regalo e aprirlo con sorpresa, tranne che se la sorpresa è quello stesso servizio di porcellana riciclato il Natale dopo!

Diciamocelo, la cosa più bella dello scambio dei regali sono proprio quei dieci secondi di schrödinger in cui il regalo può essere fighissimo o una stronzata pazzesca. L’incubo inizia un paio di settimane prima:
– Che dici, a Tore glielo compro un regalo? Nooooo. Sì, ma se poi lui me lo fa, io che figura ci faccio? Ci devo spiare per scoprire se mi fa il regalo. Madò, e che cosa gli compro? Quanto ci spende? E se poi spende più di me? Non posso presentarmi con le calzette pelose rosa shocking di Aliexpress se lui mi regala un Gucci!
E va a finire che ti sei girato tutti i negozi del centro per varare le varie “possibilità”.
– Salve, ha bisogno?
– No, grazie, sto dando un’occhiata, devo fare un regalo.
E conosci a memoria gli articoli, i prezzi, l’intera collezione e perfino i codici! Vai sul sicuro e compri una sciarpa. Però non basta, devi prendere anche qualcosa di figo, che però non ti costi un occhio della testa, da tenere come piano di riserva e da tirar fuori in caso di regalo costoso ricevuto con la battuta “cosa pensavi, che ti avrei regalato solo una pidocchiosissima sciarpa? Ci sei cascato!”. In caso basti la sciarpa, il regalo cool è tutto tuo! Insomma, servono strategie che Sun Tzu levati proprio!

Poi arriva il momento mistico, quello della mezzanotte, in cui nasce il bambinello. Ci siamo preparati tutti, per cui si va a messa a sentire il solito coro stonato ma stavolta vestito bene. Odio quando don Fulgenzio ci benedice e ci purifica tutti percorrendo la navata con quell’affare dell’incenso. È troppo! Siete esagerati! Dove credete di essere, ad un concerto punk? Non si vede più un cazzo! La gente tossisce! Cos’è, uno stigghiolaro? Un bagno turco? E va a finire che ti sballi al punto da avere le allucinazioni e vedere Lapo Elkann cantare la sigla di “fiocchi di cotone” con Cristina d’Avena. Finita la funzione vedi il parente x che corre verso casa con un solo ed unico scopo vitale: togliere la mattula dal gesù plastificato del presepe.

Però ve lo devo dire, e vorrei che scusiate la volgarità, ma la verità più assoluta riguardo la cosa più bella del Natale è la mattina dopo il cenone: quando ti siedi al cesso!

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