…Perché cazzo non dormi, a papà?

Non si dorme più come una volta da quando ho deciso di mettere su famiglia e dar seguito al mio modesto codice genetico. Avevo messo in conto la possibilità di rinunciare ad un po’ di riposo, invece no: mia figlia ha deciso che la notte non deve dormire, cazzo!
Potrebbe sembrare normale, potrebbe sembrare una cosa che la mente e il corpo di un genitore possono sopportare, qualcosa per cui vale la pena rinunciare per il bene della propria famiglia. Ma assolutamente non è così. Oggi, dopo circa un anno e mezzo dalla nascita della mia primogenita, ancora non riesco a capacitarmi di come un essere umano possa rinunciare al sonno a causa dei lamenti notturni di un pargolo. Perdi la ragione!
Come può un concentrato di tenerezza e dolcezza trasformarsi in un incubo per i propri genitori? Come può un tenero grido di aiuto tramutare un piccolo essere che a malapena parla e cammina in una vipera malefica? Ma soprattutto: perché cazzo non dormi, a papà? Parlo della mia personale esperienza e la risposta è che non c’è un motivo specifico per cui mia figlia non dorma più di 3 ore di fila. Succede, è così e te lo devi accollare, diventi pazzo e stop.

E possono essere tante le ragioni di un pianto notturno. La piccola non sta bene, sta mettendo i dentini, ha fame, ha sete, vuole la mamma o, semplicemente … è proprio una stronza! Avrà senza dubbio alcuno preso dalla madre, penso io, se non fosse che mia madre, con un velo di perfidia, mi rammenta delle nottatacce passate con il sottoscritto. Ricorda le processioni notturne in salotto in braccio a mio padre poggiato su un cuscino, oppure le fughe in macchina in giro per il quartiere per tentare di placare la mia insonnia.
Il riposo è fondamentale tanto per un figlio quanto per un genitore e una notte insonne lo è sia per un genitore che per un poppante. E allora che rimedi esistono? Come può una giovane coppia sopravvivere a mesi e mesi di burrascosi risvegli notturni? Ecco alcune semplici quanto inutili soluzioni che si possono adottare a riguardo.

1 – LA CULLA NELLA STANZA MATRIMONIALE
Chi ha deciso di condividere la stanza con il proprio figlio dovrà fare i conti innumerevoli problemi come la completa rinuncia all’intimità dei genitori, fino alle inutili preoccupazioni di una madre troppo premurosa. Robe del tipo panico alle 3 di notte:
– Hai sentito?
– Cosa?
– Quel rumore…
– Che rumore?
– Sta soffocando!
– HO SCORREGGIATO!

2 – IL FIGLIO NEL LETTO DEI GENITORI
Soprattutto nel primo periodo dell’allattamento, il figlio avrà uso esclusivo del prosperoso petto della madre. Tale uso nella fascia notturna, più che esigenza nutrizionale, ha valenza pressoché ludica. Una volta una pediatra ha paragonato l’uso incondizionato della “tetta” al vizio del fumo: tale padre tale figlia, anche in questo caso.

3 – IL PADRE IN SALOTTO
A dirla tutta il mio personalissimo rimedio preferito. La tecnica de “il padre in salotto” consiste nel comprare un (più pratico che) comodo divano-letto da posizionare nel salotto di casa. Lasciare la madre in preda alla furia succhiatrice del figlio e godersela fino a quando una donna esasperata che ricorda tua moglie ti consegna un piccolo animale selvatico strillante che sembra tua figlia. Le migliori dormite degli ultimi mesi sono quelle da solo sul divano. Controindicazioni: potrebbe alterare la già precaria psiche della madre tramutandola in perfida bestia.

4 – LA CULLA NELLA STANZA ACCANTO
Alla fine decidi per l’orrenda crudeltà, ossia l’abbandono della figlia nella stanza accanto. Accerchiata da minacciosi peluche, abbandoni tua figlia in una morbida gabbia-lettino che costa più del tuo comodissimo divano-letto ma che non riscontra gli stessi risultati per vari motivi. In primis perché dopo il mese che hai passato sul divano adesso tua moglie si vendica:
– Hai voluto mettere il lettino di là? Se si sveglia vai tu!
– Tranquilla, non si sveglierà! Fidati.
Mai menzogna fu più grande. Fin dal primo giorno in cui mia figlia ha messo piede nel suo lettino si è svegliata sistematicamente e con precisione asiatica ogni 2,48 ore. Escludendo quell’unica notte in cui ha dormito per 6 ore di fila a causa di una “involontaria” somministrazione extra di camomilla e valeriana, della quale sembra aver superato la massima dose di tolleranza.
Eppure ci speri che da un giorno all’altro tua figlia si convinca che possa tranquillamente svolgere le sue attività di “judo ad occhi chiusi” direttamente nella sua culletta senza dover per forza infilare i suoi piedini con le unghia affilate dentro la bocca addormentata del padre, causando incurabili ulcere infette. Potrebbe tranquillamente stendere con due sberle quella bambola con la voce da travestito, oppure mutilare le orecchie al morbido ippopotamo bianco, invece no, lei vuole proprio suo papà e sua mamma, e chiede e pretenderà ancora di tornare sul lettone e schiaffeggiarci nel sonno perché è così che le piace dormire: lottando!

Ed infatti, come ultimo ed inqualificabile consiglio per agevolare il sonno di un pargolo, do l’esatto opposto della lotta isterica, e cioè la rassegnazione amorevole. Non hai via di scampo davanti ad un piccolo bacio notturno di tua figlia che dopo aver consumato ormai tutte le sue energie per sfuggirti decide di lasciarsi andare al sonno tra le tue braccia, e guardandoti ti saluta chiudendo lentamente gli occhi, consapevole del fatto che, nonostante la notte insonne, domani mattina ci sarai sempre tu a pulirle il culo.

9 thoughts on “…Perché cazzo non dormi, a papà?

  1. Avete tutta la mia incondizionatissima stima. Io megghiu che non figlio, ché se non dormo 8 ore vado in giro a mangiare teste e organi vari :P

  2. Salve, mi chiamo Marco, ho quasi 39 anni ed ho due figlie.
    Quando è nata la mia prima figlia ho capito che esiste il paradiso: non mi riferisco alla tenerezza che sprigionano questi essere venuti fuori dal nostro dna, ma piuttosto, e più subdolamente, al fatto che la piccola ci ha sempre fatto dormire seguendo l’orologio biologico del papà, qualcosa tipo 01-11 o mezzanotte-nove del mattino, ma giusto dopo il passaggio all’ora legale.

    Ora, la matematica ci insegna che 1+1 fà 2 ma che ogni “addendo” è comunque una storia a sè.
    La seconda figlia invece, una piccola palla di capelli nata giusto 3 giorni e 4 anni fà, è nata piangendo e non ha fatto altro che piangere e svegliarsi a tutte le ore per almeno TRE LUNGHI,ETERNI, ANNI. Non solo, ha anche distrutto l’equilibrio perfetto che c’era tra la sorella maggiore e il resto della famiglia;
    tutto ciò che non ha fatto la prima, ha fatto la seconda: Coliche, pianti isterici, fughe dal lettino, capricci.

    Noi abbiamo risolto così: a seconda dei turni di lavoro, abbiamo fatto un giorno l’uno, anche se, a dire il vero, spesso la mamma è stata costretta a straordinari con lettino rigorosamente in camera da letto.
    Adesso entrambe sono cresciute, anche se, nel silenzio della notte, a volte ritornano… Le puoi sentire sussultare sul letto e poi correre spingendo i talloni fin dentro il piano dell’inquilino sottostante. Poi, silenziose, ti fissano nel sonno, ti chiamano, e finiscono per occupare, seguendo il teorema di pitagora, a trequarti nel letto matrimoniale.
    Sono invecchiato molto, ma sò per certo che tra una quarantina d’anni, dovranno cambiarmi il pannolone: la vendetta è un piatto che và servito freddo :P

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