Insegnate a perdere

Gentile maestra, giustifico mia figlia per non avere fatto tutti i compiti assegnati perché la vita è breve e deve avere il tempo per viverla.

 

Ok, non fa una piega. La vita è breve e la si deve vivere appieno. Ciò non toglie che questa vita sia fatta anche di compiti interminabili che vanno portati a termine. Se vuoi insegnare qualcosa a tuo figlio, insegnagli che la vita a volte è ingiusta e che non si può andare a casa dell’amico a giocare con la playstation se prima non si sono finiti i compiti. Insegnagli che se non fai in tempo, pazienza: la prossima volta si dovrà impegnare di più! Mia mamma mi ha allevato col mantra “prima il dovere e poi il piacere”. Che? Era una mamma sadica?

La mia generazione è cresciuta a suon di merendine con olio di palma, televisione berlusconiana, Game Boy e un’infinità di compiti a casa. Non so dire, effettivamente, quale sia l’educazione migliore per un ragazzino che cresce e che dovrà affrontare “la vita” da solo, senza mamma e papà che gli corrono dietro. Io facevo i compiti tutti i pomeriggi, interminabili conti di matematica, coniugazioni di verbi, paragrafi di storia e geografia da studiare e, ebbene sì, anche compiti di religione. Tutto il santo pomeriggio! Poi andavo coi miei compagni in giro in bici, andavo al catechismo, andavo a mini basket. E il tempo mi bastava. Se la maestra mi sgridava, mia madre mi sgridava – e poi si vedeva chi aveva torto o ragione. Se non mi facevano giocare a basket, me lo dicevano che il motivo era perché ero una schiappa. Se prendevo “male” nel quaderno di matematica, me lo dicevano che ero scecca. E quelli sono stati per me dei punti di partenza.

Scecca, schiappa, terrore e sovraccarico di compiti. Non è bello, lo so, e il tuo cervelletto ti manda a puttane, con buona pace di Krashen! Ma crescere i figli nelle campane di vetro e prendersela con gli insegnanti, i coach, i catechisti, i vaccini e le scie chimiche non è molto meglio, a mio avviso.

Perdere fa schifo e noi abbiamo perso molte volte. Ma perdere ti aiuta ad avere altri punti di vista. Ai nostri figli dovremmo insegnare la sconfitta, anche se ciò ci farà soffrire. Noi – voi – siamo i padri e le madri che erano bulli e che non vogliono che i figli vengano bullizzati. Siamo i padri e le madri bullizzati che non vogliono che i figli subiscano lo stesso trattamento. Posso capirlo.

Di conseguenza costruiamo un mondo ad hoc per i nostri figli, vuoi per pigrizia o per utopia, ma in questo modo non gli insegniamo a perdere. È terribile essere bullizzati, ed è terribile essere un bullo: io lo sono stata entrambi. Ma la vita è piena di bulli e bullizzati, anche a 30 anni, anche a 40: ci sono sempre gli stronzi! Sempre.

E se i nostri figli non sono abituati a perdere non sapranno affrontare gli stronzi della vita.

4 thoughts on “Insegnate a perdere

  1. Perdere fa parte della vita… Si deve imparare a farci i conti… o no?
    Vogliamo, come dici tu, costruire un mondo ad hoc per i nostri/vostri/loro figli e poi pretendere che, sbattendo su quello vero, non restino feriti o non ne siano schiacciati?!? Questa è la nuova patologia…: l’onnipotenza di questa illusione folle!

    Mi chiedo quanti tra noi abbiano avuto questo privilegio (di sbatterci)… Perché già fu complesso ai nostri tempi per alcune famiglie …e a volte in gente priva di limiti si vede…! …Figuriamoci cosa si vedrà con i millennium (*Ho sentito lunghe telefonate in cui la loro madre prendeva a parolacce le maestre e le professoresse ipotizzando rappresaglie perché quelle non erano in grado di riconoscere il genio incommensurabile dei miei cuginetti…*).

    • Posso capire l’orgoglio ferito dei genitori ma ignorando i problemi che tipo di educazione dai a tuo figlio? Se è discolo o se si comporta male a scuola e l’insegnante lo riprende, tu genitore devi cercare di capire il problema e porvi rimedio.

  2. Troppe riserve sui rimproveri. L’insegnamento dovrebbe rientrare tra le categorie altamente usuranti. Le mie figlie avranno i loro difetti, ma quanto è bello entrare in un supermercato ed uscire solo con lo zucchero? Siano santificati i NO e i pianti, sono l’unico investimento sicuro per il futuro: loro e nostro.

    • Chissà quante volte sono entrata alla Standa con mia madre e, passando dal reparto giocattoli, mi sono sentita dire “o ti compro il pupo o ti compro il gelato dopo, scegli ché tutto non puoi avere!” E siccome sono sempre stata golosa ho avuto pochi pupi e molte coppette alla fragola :)

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