#sci-fi – ISOsonni a Natale

Le lasagne erano in forno, e così era Natale.
Non aveva idea di cosa ci avessero messo dentro, se era stata attenta o no a NON prendere prodotti microcippati con qualche isotopo che, una volta che te lo mangiavi, ti muoveva dall’interno almeno finché non cacavi. Scegliere era diventato un’impresa e a volte pensava che resistere servisse a poco. Questa volta, infatti, Lei non era stata resistente.

Qualche quinquennio fa si parlava di resilienza: nel 2017 “resiliere” fu addirittura la parola dell’anno, che oggi era già andata a farsi fottere. Lo scivolone iniziò con Trump che si alleava con le neuroscienze d’élite, o – per essere precisi – con qualche neuroscienziato corrotto dai piccioli del turbocapitalfinanzismo. Il primo passo fu la populizzazione della faccenda della plasticità cerebrale: una volta scoperto che i supermeganeuronimirror potevano influenzare per mimesi il desiderio umano e che l’esperienza a sua volta modifica il cervello e quindi i comportamenti (ad esempio quelli d’acquisto), si fece di tutto per manipolare gli encefali. Non si sa quali alleanze mondiali finanziarono gli studi pur di favorire le esperienze consumistiche ed estrarre valore senza sosta da ogni brandello umano. Quel che si sa è che a un certo punto si scoprì il meccanismo d’attivazione dei supermeganeuronimirror e come commercializzare isotopi attivanti a basso prezzo per velocizzare il processo.

Queste graziose ISOmolecoline si ingerivano tramite cibo e andavano a fare autonomamente il loro sporco lavoro esaltando a tutto spiano i primitivismi umani. In particolare, andò così: poiché di base l’Homo Narcisisticus del terzo millennio era già ben formato, nel tempo gli isotopi ISOprodussero un’ulteriore deformazione dell’encefalo che lo rese definitivamente “antisociale” o – come si dice oggi per valorizzarne le mirabolanti doti – H.O.T.: Homo Oeconomicus Terroristicus, addicted volontario di un nuovo modo di vivere in cui le menti erano continuamente ISOvezzeggiate dal piacere, dal veloce, dal desiderio, dal “faccio ciò che voglio e come voglio” e a basso prezzo!
Resistere al settarismo isotopico era difficile; la resilienza non aveva d’altronde più motivo di esistere: per “resiliere”, gli H.O.T. ingoiavano isotopi e via. Gli spazi per il pensiero erano considerati anticonformisti e i non-H.O.T. erano malvisti e avevano difficoltà anche a trovare luoghi di incontro per scambiarsi idee e incoraggiamenti; perfino non ingerire ISOcibi extraprofitto era diventato un’impresa, poiché le multinazionali della Megamacchina trumpcapitalfinanzista possedevano il 99% del terreno coltivabile, gestito secondo il principio reazionario dell’M.R.C.: “Muori-Ricicli-Crei”. Si trattava di vere e proprie fabbriche in cui la filosofia dell’”uomo bue” che lavora come uno schiavo si era fusa con quella che “del maiale non si butta via niente”. Per promuoverle, i pubblicitari della Megamacchina avevano usato l’esempio di quel mafioso che nutriva le sue scrofe con i corpi dei suoi nemici. Fu un successone e risolse anche la faccenda dei cimiteri ingombrati: tu crepavi, ti fondevano nella camere di riciclaggio, ti rendevano concime e diventavi parte di una pera. Non prima però di essere stato mischiato ad una quantità significativa di isotopi monopolizzanti che, a contatto con la saliva, si attivavano e andavano a spegnere la parte della corteccia prefrontale deputata alle funzioni di pensiero superiori. La reattività di amigdala e compagnia bella aumentava così a dismisura, spingendo gli H.O.T. verso piacere, potere e bisogni primordiali.
In questo modo, il metodo M.R.C. favorì la diffusione planetaria delll’H.O.T. poiché quasi tutto il cibo, soprattutto i prodotti di largo consumo, era ISOcontaminato alla radice.
E’ pur vero che, diceva lo slogan, questi isotopi ti vivevano dentro solo 29,7 ore, ma in 29,7 ore – l’equivalente di millesettecentoquarantasette minuti circa – poteva succedere la qualunque. E non dovevi aver problemi digestivi o di evacuazione, altrimenti chissà quanto ci mettevi per espellerli mentre andavano a monte le migliori famiglie, i cattocristianisti si travolgevano a vicenda su tutte le Ramble del mondo e la realtà smetteva di esistere: perfino le carezze avevano perso senso e verità.
Vien da sé che pensare e agire con la propria testa era ormai irreale, quasi un ideale psicotico o uno psico-reato. Orwell d’altronde era stato letto tante volte ed era chiaro anche che tutti sapessero tutto. Questa fu la grande rivoluzione del Quarto Monoteismo turbocapitalfinanzista: consenso in cambio dell’“isotopo giusto al posto giusto!”: bastava solo calare la testa e comprare! …Come a dire che rubare, frodare o inculare il prossimo per denaro fosse implicitamente buono e giusto, poiché nel 2027 chi ha più soldi ha anche più garanzie di ISOsuccesso.

Nel tempo, questi valori New Age sollecitarono naturalmente la plasticità cerebrale, che rese i sensi umani più acuti e circospetti. Così quel martedì 23 dicembre Lei odorò il delirio che stava per abbatterla: le sue aree cerebrali della paranoia erano iperattive, i suoi occhi scendevano le scale aspettandosi di cadere, le orecchie sentivano voci di tradimento e il naso la puzza di merda. A casa ci era arrivata scura in volto, sapendo che i sensi raramente si sbagliavano. In mail aveva infatti trovato la notifica del tribunale: dopo anni di lotte con Crudelia Demon, finalmente la sentenza era arrivata. Andò a leggerla subito: tante belle parole di comprensione sui valori inter-umani e su quanto Lei avesse fatto per i suoi genitori. “Ciò nonostante…”.
Il Giudice Tutelare, perfetto specchio di un mondo di neuroni impazziti in cui le emozioni e la verità erano continuamente mistificate, non aveva capito un cazzo. Gli ordini erano di andarli a trovare solo una volta a settimana e di non prendere mai qualsivoglia iniziativa, mentre quella pazza aveva ISOpoteri uni, trini e quasi solari. “E’ una donna matura”, diceva la sentenza. Già. Una di quelle che sa cosa vuole: una di quelle che quando voleva icsmilaeuro andò a casa ISOimpillolata e munita di coltello a minacciarli, finché non acconsentirono a ISOimpillolarsi anche loro per rincoglionire di consenso dis-informato. “Per curarli meglio”, disse flautata Crudelia ad un ISO-G.T. a cui tutto questo sembrò “colmo d’amore e di coraggio!”.

Dopo la mail, le ossa degli occhi le facevano male con il resto, ma non avrebbe comprato alcun farmaco anti-influenza. Eh… l’umanità dell’influenza… D’altronde, figuriamoci se Crudelia glieli avrebbe fatti vedere la vigilia di Natale. Così che arrivi pure la febbre. Per la cena, era entrata nel primo ISOmercato… che importanza poteva avere per una volta…? Bisogna lasciarsi andare, delle volte…. Lasciare andare… la ruota girava così. E Lei è solo una quarantenne sbiadita che crede in delle cose. Già. La lotta sconfitta, le buone intenzioni marcite e la depressione galoppante. …Una quarantenne sbiadita. Solo una quarantenne sbiadita. Attorno lucine incoraggianti, forse ISOevoluzione (versione Las Vegas) delle ex-luminarie, infestavano la città. Ma ai fallimenti della genuinità in quest’epoca ci si abitua; bastava pensare al sapore rancido delle ISOpere. O forse no?

Guidata da frecce pro-acquisti, afferrò delle lasagne verdi, le prime del banco surgelati. Non aveva idea di cosa ci avessero messo dentro, non era stata attenta a non prendere prodotti microcippati. Scegliere era diventato un’impresa, soprattutto quando le lacrime ti offuscavano la faccia. Alla cassa virtuale una madre strappò dalle mani un cioccolattino rosso-feste al suo bambino frignante; nella foga, il cioccolatino rimbalzò sulle lasagne fredde. Verde + rosso fa Natale, è Natale anche per Lei. Pagò tutto. Questa volta non era stata resistente, voleva farsi questo regalo natalizio: la resa. Erano anni che combatteva e ogni nuova sconfitta era una ferita che non curava attraverso il culto dell’ISOcapitalismo. “Devi starci”, le avevano insegnato: “questa è la realtà!”.  E Lei, a forza di non adattarsi, aveva perso tutto: non aveva aveva mai voluto prendere caramelline ISOrisolutive per i suoi guai-spazzatura, e così non le era rimasto nessuno accanto, tranne i suoi due mangiatori seriali a 4 zampe di cibo-bio. Ma oramai a cosa sarebbe servito?

Ora le lasagne erano in forno. Le mangiò sul pavimento accanto ai 20 chili dei suoi gattoni e sentí ISOpotenziata la sua deflessione timica; prevedibile. Scelse di regalarsi anche il cioccolatino; masticando, guardó la carta rossa che lo avvolgeva: “Danger – ISOSTRONG”. Ecco perché la madre lo aveva strappato al bambino.
E così era Natale. Aveva mangiato chissà quanti ISO e c’era ancora quella legge sul biotestamento del 2017 che si erano dimenticati ad hoc di abrogare. Lei aveva un tatuaggio civico al polso e una depressione respiratoria in corso. Bisogni primordiali potenziati + ISOSTRONG sulla depressione = dissoluzione della materia: tutto ovvio. Scelse di addormentarsi accanto a loro. “Lasciare andare…”, sussurrava Lei nell’ISOsonno. …E così per tutti era Natale e qualcosa di antico e genuino che viveva DAVVERO… poteva anche… morire.

3 thoughts on “#sci-fi – ISOsonni a Natale

Rispondi

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.