#sci-fi – Memoria Isterica (Ovvero: la gravità dei nerd nello spazio)

di Filippo Messina

Diario di bordo curato dal sistema operativo di navigazione. Identificativo: Nonno 21 ai comandi. Viaggio astrale prossimo al termine. Durata viaggio: anni terrestri 214. Nave stellare Amintores collocata nell’orbita del pianeta Olimpo. Inizio programma risveglio equipaggio dall’ipersonno. Protocollo eseguito. Ben svegliati, signori. Il vostro viaggio è terminato. L’atterraggio su Olimpo sarà effettuato non appena ogni membro della squadra sarà tornato pienamente operativo. La colazione sarà servita nella sala mensa. Resto in attesa di nuove istruzioni per preparare lo sbarco.

Yawn! Grazie, Nonno.
Che modo di chiamare il computer di bordo. Nonno! Un tempo si usava come matrice una voce femminile. Perché non ne producono più?
Politcally Correct, suppongo. Ben svegliato, capitano.
Ben trovati, signori. Avete mezz’ora per ricomporvi. Ci vediamo in sala riunioni per pianificare lo sbarco.

Sala riunioni illuminata. Dispiegamento schermi in atto. Benvenuti, signori. Da qui potete osservare la superficie di Olimpo.

Wow, che splendore! Guardate quanto verde!
Così, dopo tanto dormire… ecco la nostra nuova casa. Non vedo l’ora di esplorarla.
Sì, ma senza fretta. Dobbiamo essere certi che l’habitat sia idoneo. Non possiamo permetterci passi falsi. Tutto va svolto con la massima accortezza.
Le scansioni effettuate da Nonno classificano Olimpo come un pianeta sostanzialmente simile alla Terra. L’atmosfera è respirabile. È presente acqua in abbondanza, e sono stati rilevati molti minerali e vegetali strutturalmente simili ai nostri.
Se c’è fauna, non può essere troppo diversa da quella terrestre. La pressione atmosferica è pressoché identica, e la scansione batteriologica è negativa.
Perciò?
Perciò direi che non correremo più rischi che se stessimo esplorando una regione dell’Amazzonia. Solo con un po’ di prudenza in più.
Odio raffreddare gli entusiasmi, ragazzi. Ma sono il capitano qui, e sono responsabile per tutti. Riflettiamo accuratamente prima di muoverci.
Ha dubbi, signore?
Le analisi di Nonno sono senz’altro affidabili. Tuttavia, esiste la remota possibilità che Olimpo ospiti forme di vita non immediatamente riconoscibili dalla nostra tecnologia.
È vero. Però la scansione non rileva forme in movimento.
Il pianeta sembra disabitato. Tranquillo…
Sì, ma… ragionate, signori. Vi ricordate “Il pianeta delle scimmie”? Anche quel mondo sembrava un paradiso all’inizio. I coglioni si facevano il bagno nudi tutti tranquilli. E ad un tratto… erano assaliti da scimmie a cavallo che gli facevano il culo.
Cazzo, è vero. Potrebbero esserci forme di vita distanti, ma capaci di spostarsi a grande velocità e coglierci di sorpresa.
La scansione rileva il movimento di forme di vita di una certa dimensione. Non esclude, però, la presenza di virus letali. Per quello che ne sappiamo, l’atmosfera è respirabile. Come quella di un centro cittadino… a parte smog, inquinamento da eternit e chissà cos’altro.
Beh, staremo attenti. Saremo armati. E se spunta qualche strana bestiola, non ci metteremo a giocare con lei come fanno in “Prometheus”.
Ma in “Alien Covenant” c’erano spore invisibili a occhio nudo… Inalabili. Scafandri in ogni caso, allora.
No. Gli scafandri, per quanto stagni, non garantiscono nulla. Pensate al primo “Alien”. Il FaceHugger si abbarbicava alla faccia di John Hurt sfondado il vetro del casco. Per non parlare del sangue acido.
Beh, vorrà dire che ci terremo lontani da qualunque cosa assomigli a un uovo.
Sempre se valuteremo accettabile il rischio di un’esplorazione diretta.
Stiamo scherzando? Abbiamo passato secoli in ibernazione e ci tiriamo indietro per paura dell’ignoto? Sulla Terra confidano in noi. Siamo qui per valutare la colonizzazione di un pianeta abitabile.
Hai detto bene. Abitabile. Dobbiamo considerare tutti i possibili rischi.
Se fossimo in un film, il pubblico ci prenderebbe per idioti.
Se la scansione non segnala pericoli immediati, un’esplorazione con un armamentario di protezione regolato ai massimi livelli mi sembra abbastanza ragionevole. Che dite, ci armiamo fino ai denti, cerniere chiuse e scendiamo a dare un’occhiata?
Stando ai dati, il clima sembra mite, l’atmosfera accogliente e la superficie deserta. Tuttavia…
Tuttavia cosa?
Il pianeta potrebbe essere soggetto a cataclismi naturali ciclici, imprevedibili all’inizio, ma che ti falciano all’improvviso… Come in “Interstellar”.
Come facciamo a prevedere una cosa del genere?
Non si può. Per questo dico di non rischiare.
Ma così la nostra missione sarà stata inutile.
Vuoi morire come un cretino?
Nonno! Tu come valuti la situazione?
Rilevazione confermata. Atmosfera respirabile. Esame batteriologico negativo. È possibile avviare un’esplorazione con un grado di moderata sicurezza.
Ummm…
Che cosa sta rimuginando l’ufficiale scientifico?
Ripensandoci… non c’è modo di arginare del tutto il rischio. In fin dei conti, ci troviamo in una lontana galassia. I nostri strumenti potrebbero ingannarsi. Anzi, è probabile.
Metti che funzioni come in “Solaris”. Un oceano pensante che genera entità o roba del genere.
Per carità. Dopo l’ipersonno il numero delle mogli che ho seppellito sarà salito a tre. Non voglio trovarmi davanti un trio di spettri scassapalle.
Ragazzi, è triste. Ma in quanto primo ufficiale credo proprio di dover dichiarare fallita la missione. Olimpo non può essere la nostra nuova casa.
No, nel modo più assoluto. Ne va della nostra incolumità.
Io dico: Rimettiamoci a nanna e torniamo a casa.
Tornare sulla Terra dopo così tanto tempo? Potremmo trovare di tutto. Pensate sempre al “Pianeta delle scimmie”.
E a tanti altri film.
No, no.
Sicuri che sia saggio tornare in ibernazione? E se Nonno sbrocca e ci fa tutti fuori nel sonno come Hal 9000 in “2001 – Odissea nello spazio”?
Non lo ha fatto per tutto questo tempo. Perché dovrebbe farlo adesso?
L’ipotesi non è da scartare. Una A.I. può logorarsi e dar di matto nel tempo proprio come una mente umana.
Allora disattiviamolo.
E poi chi pilota la nave?
Equipaggio! La situazione, qui, è drammatica. Non possiamo sbarcare su Olimpo né tornare sulla Terra. Anche l’ibernazione è diventata un pericolo. Siamo in una situazione di stallo.
Sì, come Aldo in “Tre uomini e una gamba”. Non possiamo andare né avanti né indietro.
Quello non è un film di fantascienza.
Sì, però frana non fria.
Gente, ho appena pensato una cosa terribile. E se fosse tutta paranoia? Una sindrome indotta dall’ipersonno protratto?
Vero! Come in “Pandorum”.
Se è così, ognuno di noi è una potenziale minaccia per tutti gli altri.
E allora che facciamo?
Disattiviamo il computer di bordo. Non ci muoviamo. E ci sorvegliamo a vicenda, come ne “La Cosa”.
Esauriremo presto le risorse. Moriremo di fame.
Ma nessuno potrà dire che siamo morti da fessi, come in un banale film di fantascienza.
Giusto! Che fortuna avere visto tutti quei film.
Già! Una fottutissima fortuna.
Memoria storica, amici miei. Memoria storica.
Un momento! E se fossimo raggiunti da una nebulosa intelligente e ostile come nel primo film di “Star Trek”? O una cometa come in “Deep Impact”?
Beh, di qualcosa si deve pur morire. Qualcuno conosce una barzelletta divertente?
(La voce di Nonno, sempre più piano, mentre il sistema si spegne) Passa… pape… riiiinoooo…

2 thoughts on “#sci-fi – Memoria Isterica (Ovvero: la gravità dei nerd nello spazio)

  1. Bello e bellissimo, Filippo. La tua cosa scritta forse migliore, per il mio gusto e tra quelle che ho letto. Ma come ti è venuto di chiamarlo “nonno”? :P

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