Liberi per sempre

Once you learn to read you will be forever free ~ Frederick Douglass

È strano come questa frase mi risuoni dentro con tanta franchezza e desiderio: personalmente la trovo verissima e molto attuale.
La frase è di Frederick Douglas, classe 1818, il primo afroamericano candidato alla vicepresidenza degli Stati Uniti. Douglass fu uno dei primi sostenitori del diritto di voto alle donne; scrittore, politico, ma per la maggior parte della sua vita schiavo, anzi, da schiavo ci nacque.

In Memorie di uno schiavo fuggiasco, spiega che era abitudine, nel Maryland, strappare i figli alle loro madri in età tenerissima. Sovente, prima dei dodici mesi, per impedire che il bimbo si affezioni alla madre.
I primi anni della sua vita li passa tra i campi di tabacco e granturco: tra cinghiate, pavimenti su cui dormire pochissime ore e violenze di qualsiasi genere.
Douglass, fu talmente schiavo da non conoscere nemmeno la sua vera età anagrafica:

Non ricordo di aver mai trovato uno schiavo che sapesse dire in quale giorno fosse venuto al mondo. I ragazzi bianchi sapevano dire quanti anni avevano: perché mi era negato lo stesso privilegio?

In segreto, imparò a leggere e scrivere guardando ciò che veniva spiegato ai bambini bianchi e osservando la gente con cui lavorava.
Una volta sfuggito alla schiavitù, dedicò anima e corpo all’istruzione, sostenendo il diritto di voto per le donne e supportando qualsiasi altra minoranza.
Tra i padroni, diceva, vi era la consapevolezza che un minimo di istruzione avesse portato gli schiavi, già insoddisfatti dalle misere condizioni, a desiderare ancor di più la libertà. Per molti infatti, nascere, crescere e morire da schiavo era ritenuto “normale”.
Per questo motivo, oggi, alle soglie del 4 marzo, con una campagna elettorale trasformata in un rigurgito xenofobo ottocentesco, Douglass diventa necessario e attuale.
Da schiavo e ignorante, Frederick Douglass fece della sua ignoranza il punto di partenza per cambiare la sua vita e quella degli altri.

Oggi nulla è cambiato: la nuova schiavitù arriva con i barconi che fruttano miliardi e sfruttano il più debole. 
La caccia all’immigrato, al diverso, al comunista, al fascista, e tutto il fango in cui nuota la nostra cosiddetta società civile è qualcosa di insopportabile; ignoranza di ritorno in cui vi è una voglia sfrenata di sputare sentenze all’ultimo like, per colmare, probabilmente, vuoti cerebrali.
Si dice che in Italia ci siano pochi lettori, ma non è così, il problema vero è che sono sempre gli stessi: gente che divora quattro libri al mese, altra che non ha in casa nemmeno il sussidiario di quinta elementare.
La rete poteva aiutarci, un mare di conoscenza a portata di mano, gratis: peccato che, chi non legge, resti chiuso nel suo mondo fatto di social e fake-news; gente sempre più simile ai guardiani delle piantagioni: ragazzini o, peggio,  pensionati, che ritrovano il vigore di un tempo sfinendosi davanti uno schermo e frustando, sempre a colpi di like, gli immigrati, il governo ladro, la costellazione di Andromeda, i vaccinisti, i no-vax.
Quanto tempo sprecato. Spero in un cambiamento, davvero, ma ciò che vedo mi rende ogni giorno sempre più pessimista. Ogni tanto guardo le mie figlie prendere un libro in mano, sfogliarne qualche pagina ed allora un po’ di luce la vedo: una libertà che va oltre i confini, i preconcetti, il colore della pelle.
Chi legge è libero. Chi legge apre la mente ad altre opportunità, chi legge sa che la storia si ripete:
“Una volta che imparerai a leggere sarai per sempre libero” diceva Douglass, e a diventar schiavi o profughi, aggiungo, è un attimo, e tutto passa da un libro non letto.


Leggere per essere liberi, sempre.

3 thoughts on “Liberi per sempre

  1. “sentenze all’ultimo like” è bellissima!

    “La rete poteva aiutarci, un mare di conoscenza a portata di mano, gratis: peccato che, chi non legge, resti chiuso nel suo mondo fatto di social e fake-news; gente sempre più simile ai guardiani delle piantagioni: ragazzini o, peggio, pensionati, che ritrovano il vigore di un tempo sfinendosi davanti uno schermo e frustando, sempre a colpi di like, gli immigrati, il governo ladro, la costellazione di Andromeda, i vaccinisti, i no-vax.”

    La rete realmente poteva aiutarci, e con alcuni di noi lo fa, non tutti ma almeno ci si prova!
    Hanno inoltre fatto in modo che i social diventassero una sorta di pungiball generale per far sfogare la gente. I temi sono i più disparati, le modalità di sfogo le stesse: insulti e domande non costruttive.

  2. Sfogo… o rete di frustrati che si incitano/aggrediscono a vicenda. E in ogni caso che si tengono immobili e impegnati = neutralizzati politic – culturalmente! Bel pezzo :)

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