Il Rapper prigioniero*

*No raga, non c’entra niente Caparezza.

C’è un tizio qua in Spagna, Josep Miquel Angel Arenas, in arte “Valtonyc”, che fa il rapper di professione ma che nel tempo libero risponde alle condanne del Tribunale Supremo di Madrid. Passatempo curioso, non c’è che dire!
L’ultima condanna però sembrerebbe essere andata malino perché, a quanto pare, dovrà scontare tre anni e mezzo di carcere a causa delle sue rime. No, non è perché sono brutte! Che poi, fossero state brutte brutte, lo avrebbero portato ad Eurovision! Il signor Angel Arena ci è andato un pizzico pesante questa volta e, oltre a rappare contro i soliti politici o personaggi pubblici di sempre, ha tirato in ballo nientepopodimeno che – siori e siore – sua maestà il Re Emerito, Juan Carlos I.

Il primo brano incriminato di cui parla la sentenza s’intitola “No al Borbón”, (qui il video) composto per aprire la trasmissione “La Tuerka” di Pablo Iglesias (del movimento politico Podemos). Vi riporto un paio di versi tradotti:
“Il re Borbone e le sue abitudini, non so se andava a caccia di elefanti o a prostitute”; “fottuta polizia, fottuta monarchia, magari ETA piazza bene una bomba e fa saltare tutti in aria”.

E qui in Spagna non si parla d’altro – a parte di quel poliziotto che ha arrestato il comico che stava impersonando Pugdjemont, scambiandolo per il vero politico! Sembra una barzelletta o una Lercio story, come se in Italia un carabiniere arrestasse Crozza che imita Renz…no! Berlusc…no! Salvin…no! Scusate, quale politico in Italia è perseguito dalla legge? Nessuno?! Ma come? Eppure avrei giurato…ma vabbè lasciamo perdere.

Le accuse contro il rapper sono quelle – ma ‘na robina da niente, guarda – di fomentazione del terrorismo e ingiurie alla Corona. La sentenza del Tribunal Supremo recita:

Enaltecimiento del terrorismo y de sus autores, y humillación a sus víctimas. Calumnias e injurias graves al rey. Amenazas no condicionales a particular” (tr.it.: Apologia del terrorismo e dei suoi autori con umiliazione delle vittime. Calunnie e gravi ingiurie nei confronti del Re. Minacce ad altri).

Sei contro la corona? Rap ghigliottinistico!
Appoggi i bombaroli dell’ETA? Rap terroristico!
Ce l’hai con il sistema? Rap anarchistico!
Ora tutti rappano, tranne te, tranne te, tranne teee. Tranne te, tranne te, tranne teee.

E comunque il tizio è recidivo, eh! C’è chi colleziona francobolli o monete antiche e chi,  invece, ha una bella collezione di denunce nel cassetto. Condannato in primo grado, aveva presentato ricorso e si era difeso dicendo di: “aver agito nell’esercizio del diritto alla libertà d’espressione e di creazione artistica” sottolineando che “il linguaggio del rap è estremo, provocatorio, allegorico e simbolico”.

In altri suoi pezzi, come “Círculo Balear” o “Deberían tener miedo” (tr. it.: dovrebbero temerci) possiamo ascoltare versi come “La monarchia è ideologia, non vuole il catalano ma si tiene questa porcheria, vuole tagliarci la lingua. Ti prenderò per il collo, bastardo, ci incontreremo nel palazzo del Borbone con un Kalashnikov” e nei cori aggiunge “vogliamo la morte per questi due” (riferendosi sia al presidente delle Baleari, Jorge Campos che al Re). Non contento, cita Campos e dice “Jorge Campos si merita una bomba nucleare”.

Leggendo la sentenza troviamo tutte le cit. incriminate del rapero, tipo:
“Vogliamo che il terrore bussi alla loro porta con le fiamme”;
“O che esploda un autobus del PP (Partito Popular ndr.) pieno di nitroglicerina”;
“Perché condannate la fottuta lotta armata contro la classe politica che vi ha reso schiavi”;
“Le dimissioni di Mariano Rajoy non avverranno mai, gli assassini non si dimettono, si destituiscono”.
“In caserma grido viva l’ETA”
“Il Re ha un appuntamento in Piazza del Popolo, una corda al collo affinché si porti dietro il peso della legge”.

Io sono sempre per la libertà di espressione artistica. Naturalmente sai che se ti esponi con determinate dichiarazioni, ne devi pagare le conseguenze! Poi qui mi hanno detto: e se un rapper italiano facesse rime incitando a piazzare autobombe in strada per assassinare un poliziotto o un politico? Ricordando, tra l’altro, il magnifico modus operandi della mafia anni 80-90. Appellandosi alla libertà di espressione artistica, starebbe incitando al terrorismo? E se tra i cori ascoltassimo un urlo liberatorio del tipo “Brigate rosse nuovi patrioti”? E se qualcuno cantasse “ammazziamo negri e froci”? Libertà di espressione artistica. Ma non puoi non aspettarti un giudizio popolare o una condanna morale o reale che sia. Beh, certo però, insomma, il carcere… alla fine la prigione rischia di convertirlo in martire, o no?

Fare campagna contro la monarchia è anticostituzionale in Spagna. E per le minacce è comprensibile beccarsi denunce. Alla fine, la giustizia ha vinto. Musica di merda o no. Ma il dibattito sull’espressione artistica a quanto pare resta aperto.

4 thoughts on “Il Rapper prigioniero*

  1. Beh secondo me un punto alla libertà d’espressione va dato. A volte credo ve ne sia anche troppa, troppe volte vedo incitare alla violenza, al razzismo, all’ omofobia… In ogni caso ogni incitazione alla violenza ed atti criminali va punita.

  2. Devo dire che non mi sembra un pezzo da caffè. O forse sì, se pensiamo che davanti ad un caffè potremmo aprire questioni senza risposte date e o giá preconfezionate su vita, morte, chi violenta chi, limiti, creatività, aggressività, catarsi, terrorismo, giustizie… E magari declinare queste parole con pensieri non ancora pensati da qualcun altro che ti dice cosa pensare!

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