Date un premio a quel Presidente

È di qualche giorno fa la notizia che diciotto deputati U.S.A. hanno fatto richiesta di assegnazione del premio Nobel per la pace al Presidente Donald Trump, come riconoscimento del suo lavoro per porre fine alla guerra di Corea, per la denuclearizzazione della penisola coreana e per portare la pace nella Regione. Sarei curiosa di conoscere nome e cognome di questi deputati. Del tipo “Trump ha fatto anche cose buone”. E allora diamogli un Nobel per la Pace!

Diamo un premio per la pace a Trump, ma attenti a non disturbarlo mentre è intento a programmare attacchi dimostrativi in Siria, deterrenti nei confronti del regime. Ah, anche quella è un’azione di pace? “Deconflicting” l’hanno chiamata, perché hanno volutamente evitato di infastidire le basi russe in Siria. “Paraculing” l’avrei chiamata io. “Eh, però l’altra volta Assad non l’aveva capito che la doveva smettere di giocare con le armi chimiche”, si sono difesi. Del resto la miglior difesa è il gnegnegne…

Diamo un premio per la pace a Trump che per mantenere l’ordine tra i liceali in classe, distribuisce armi agli insegnanti. Eccheccazzo, non hai fatto i compiti assegnati? Dovrai giustificarti coi signori Smith & Wesson!

Diamo un premio per la pace a Trump che finalmente ha fatto di Gerusalemme la capitale d’Israele insediandovi l’ambasciata, fottendosene del diritto internazionale e scatenando il delirio!

Diamo un premio per la pace a Trump, ma anche un premio per l’architettura ché mica è facile progettare un muro che delinei il confine messicano!

Diamo un premio per la pace al presidente Trump, colui che ha istituito la licenza di discriminazione nei confronti della comunità Lgbt in nome della morale religiosa.

E diamoglielo, ‘sto premio!

Vabbè che siamo ancora nella prima metà del 2018 e lui è stato candidato per il 2019. Non possiamo sapere se da qui a 15 giorni – che so io – gli girano i maroni e struca el botòn (cit. Mara Venier), comincia a lanciare missilini. O forse, effettivamente, è una misura cautelare del tipo “Oh, ragà, candidiamolo così per vincere se ne starà buono buono”. O, ancora, per non fargli fare brutta figura col suo predecessore che il Nobel lo ha vinto nel 2009, e anche in quel caso, insomma, non è che me lo ricordi bene cosa avesse fatto di buono…

Date, dunque, un premio per la pace a quel presidente, a quel presidente che ha segnato la definitiva perdita di ogni speranza di possibilità di negoziare la pace in quella piccola striscia di terra dimenticata da Dio, nel nome del quale si continua a lottare.*

 

*Ieri, 14 maggio 2018, è stata inaugurata l’ambasciata USA a Gerusalemme, riconosciuta ufficialmente capitale di Israele, mentre fuori dalla zona dei festeggiamenti i profughi palestinesi e l’esercito israeliano si scontravano facendo aumentare il numero delle vittime e dei feriti. 

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