La ballata del dolore – inno ai migranti

di Giovanni Sorce

Questa è una ballata
Di dolore e di follia
Dal mercato dell’umano
Al razzismo del paesano

Questa è una ballata
Non bene definita
Di soldi riciclati
E sogni ormai spezzati

Questa è la ballata
Di chi teme il “domani”
A causa dell’ “oggi”
Mal gestito dai Titolari

Questa è la ballata
Del classico astante
Che avea il padre emigrato
E ora sputa sull’emigrante

Questa è una ballata
Creata per danzare
Sul vasto orizzonte
Del mercato mondiale

Quest’ultimo coltivato
Da statisti fasulli
Che tendono ad aizzare
Il cittadino contro il “Male”

Questa è una ballata creata per far pensare
Alla morte prematura e alla morte innaturale
Questa è una ballata che tende a fare odiare
Coloro che professano: “E’ tutto naturale!”

E’ una ballata che potrebbe aiutare
Chi meno riflette a ragionare…
…ad effettuare un ballo con la propria mente
Ma è inutile: non serve proprio a niente

Perché i poveri di spirito e gli intolleranti
Sono creati dall’egoismo che abbiamo tutti quanti
Mai cerchiamo di carpire la situazione di chi sta male
Siam sempre pronti ad aizzare per far massa e giudicare

Come si può auspicare
Di donare speranza
Ai folli danzatori
di quest’assurda danza?

E chi riesce a sperare
Di riuscire ad attuare
Una riforma del pensiero
Più umana di quella attuale?

Loro sono di tante razze:
Arabi, iraniani, sudanesi…
Tutti pieni di storie da narrare
Ma dov’è colui che le starà ad ascoltare?

Chi riuscirà a volgere il viso
Controvento, tra le fronde,
Riesumando i lamenti
Che l’oceano poi confonde?

Bisognerebbe tornare umani
Per ascoltare la follia
Vissuta da semplici uomini
Divenuti mercanzia

Voci senza tempo
Che vagano al di là
Dove speri sia solo un incubo
Ma invece è al di qua

Grida disperate
Per figli mai arrivati
Di madri sfiduciate
E di morti mai sapute

Questa è la ballata
Di quei pazzi senza nome
Che con audacia affrontano
Il grande Poseidone

Questa è la ballata
Dove potremo onorare
Il loro immenso desiderio:
Quello di Cambiare

E chissà per quanto ancora
Getteremo alle ortiche
Tante buone menti
Usate come stuoie antiche

Possibile che in tanti anni
Nessuno abbia imparato niente?
“Buono” e “Cattivo”
Son soltanto nella nostra mente

Adesso semplicemente
Invito a ragionare
Sulla Ballata del Dolore
E sul folle benestare…

…concesso dal potente
Autorizzato dal più forte
Mentre tutto non ha fine
Neanche con la morte

Questa è la ballata
Che volevo dedicare
A chi in cuor suo
Avverte ancora un mutare

A chi ha detto “Basta”
Alla falsa carità
A chi ha alfine liberato
La propria Umanità.

4 thoughts on “La ballata del dolore – inno ai migranti

  1. Bellissime parole ,piene di Umanità e sensibilità , invitano a riflettere , sopratutto a chi non ha le idee chiare su questi temi , ma anche a chi crede di sapere dove sta la verità e il giusto pensiero.

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