Storytelling – Presepe con piselli

di Lucia Immordino

Ma con quale coraggio m’invitò? Come se fossimo buone amiche!
Che le sembra che me lo sono scordata che mi futtiu u zitu?
Dopo dodici anni di fidanzamento in casa, arrivò lei dal nord e con quattro moine mi futtiu u zitu!
Ora, siccome sono passati vent’anni da allora e io poi mi sposai con un altro, suo cugino Tanino per la precisione (ma no che lo volevo, diciamo che mi dovevo rifare del torto subìto: non potevo restare zitella agli occhi del paese!), si è sentita in dovere di invitarmi per un caffè.
Sotto Natale.
Dopo vent’anni.

Mi voleva parlare della successione di un immobile che hanno ereditato tutti e due i cugini, dato che sono più che defunti i nonni di lei e di mio marito.
Io non ci volevo andare: quel giorno giusto giusto non riuscivo ad alzarmi dal gabinetto e poi davo di stomaco che era una bellezza! Ma mio marito, interessato alla cosa (quannu si parla i picciuli, un talia in faccia a nessuno!), non ha voluto che le dicessi di no; in verità macari io la volevo vedere a quella strocchiola: chissà se era ingrassata (dopo quattro figli un po’ scassata doveva essere), se si era imbruttita con gli anni.

Insomma, per farla breve, mi resi presentabile e ci andammo.
Lei ci accolse, tutta carina, ci fece fare il giro della casa e per finire ci fece accomodare nel salotto buono dove aveva appena completato il presepe, ché l’albero l’aveva già addobbato qualche giorno prima della Madonna.
Mi diede da subito fastidio, appena entrammo proprio, l’aroma del caffè che c’era per casa, perciò cominciai a sentire lo stomaco smuoversi.
Mi trattenni fin tanto che finimmo il giro e fummo davanti al presepe.
Ecco, lì doveva essere, mentre diceva: …e qui c’è il fiume che scende dalla cascata e muove la ruota del mulino che mi sistemò il grande, Peppuccio, che voi non conoscete (neanche per i funerali di mio marito siete venuti!).
Ecco, proprio su questa frase mi assalì una botta acuta di vomito che non riuscii e non volli trattenere: quell’intruglio verdognolo di rimasugli di piselli che avevo ancora nello stomaco lo feci esplodere a mo’ del primo esorcista sul presepe (con la ruota) appena terminato: una vera e propria liberazione! Natalizia!

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