Storytelling – La fuga perfetta

di Lucia Immordino

Siamo in Paradiso e Dio si sta affannando a cercare il suo arcangelo preferito.
Dio: Ma dove ti sei cacciato? Gabriele, dove sei?
Gabriele: Eccomi signore, sono qui.
Dio: Ma qui dove che non ti vedo?
Gabriele: Signore ma dove ha lasciato gli occhiali? La sua presbiopia aumenta di eternità in eternità!
Dio: E’ vero, e ultimamente sono anche un po’ distratto: penso che sia giunto il momento di metter su famiglia. Mi sento solo e con la vecchiaia che incombe è meglio avercelo un erede, che ne pensi? Hai il libero arbitrio, puoi parlare, certo stando attendo alle parole che dici…
Gabriele: Ma Signore, voi siete Dio, e non avreste neanche bisogno di portare gli occhiali, se non fosse che vi siete fissato con il fatto che dobbiamo essere avanti! Ma avanti dove?
Dio: Gabriele, Gabriele! Senti, fatti un giro sulla Terra e vedi se c’è qualche fanciulla che può fare al caso mio.

Gabriele: In effetti, mio Signore, l’ho anticipata: ci sarebbe una certa Maria di Nazareth, minorenne, ancora illibata che potrebbe fare al caso suo.
Dio: Bene. Abbiamo qualche foto della fanciulla? Posso vederla prima?
Gabriele: Ma Signore, quante volte le devo ricordare che lei è Dio?
Dio: Si è vero, ma queste cose del 3000 d. C. mi piacciono. Va bene, vada per Maria. Ma se non erro non è fidanzata con quel bonaccione di Giuseppe?
Gabriele: Appunto, Signore.
Dio: Io t’ho capito a te, Gabriele… Va bene, domani 25 marzo dell’anno zero, nel tardo pomeriggio andrai a trovarla e le dirai come stanno le cose.

L’indomani Gabriele indossò il suo abito da paraninfo e come rimasti con Dio, si recò a casa della vergine all’ora stabilita. Maria aveva appena finito di lavare i piatti e si era recata in camera sua a prendere il telaio, che una luce l’abbagliò e una voce le disse:
Gabriele: “Ave o Maria, hai trovato grazia presso Dio, darai al mondo suo figlio, e lo chiamerai Gesù!”
Maria per qualche istante rimase come presa dalla botta, poi rispose:
Maria: “Com’è possibile ciò, io non conosco uomo.”
Gabriele la rassicurò:
Gabriele: “Nulla è impossibile a Dio”. Detto questo, scomparve.
Maria in cuor suo pensò:
Maria: “E ora chi glielo dice a Giuseppe?”

Dio, che vede tutto e sa tutto, a meno che non decide di fare sbiellare Gabriele, si accorse della preoccupazione di Maria, allora fece in modo nei mesi avvenire, che andasse tutto bene. Così fu. Ma non c’erano dubbi: lui era Dio! Appena Gesù fu concepito, cominciò in cielo un certo trambusto.
Per prima cosa, quando arrivò chiese:
Gesù: ”Chi è mio padre?”
L’arcangelo Gabriele, che ebbe l’incarico da Dio di essere il suo tutore in cielo finché non fosse nato sulla Terra, gli rispose:
Gabriele: “Gesù, tu sei il figlio di Dio”.
Gesù: “Ma dici sul serio? Non mi stai prendendo per il cu … Che c’è?”
Gabriele: “Giovanotto, cerchiamo di moderare i termini che qui siamo in Paradiso.”
Gesù: “ Il figlio di Dio … senti come suona bene!”
Gabriele: “Eh caro mio, ancora che hai visto?”
Gesù: “E mia madre chi è, tu la conosci?”
Gabriele: “Tua madre si chiama Maria ed è una vergine!”
Gesù: “Certo, mi sarebbe piaciuta una mamma con un nome come Luana o Jessica, ma anche Maria non è male. Sul fatto che sia vergine poi, non fa una piega!”
Gabriele: “… ehm, non ti ho ancora comunicato che sulla terra tuo padre sarà un certo Giuseppe, un carpentiere.”
Gesù: “L’avevo detto che mi sembrava troppo bello per essere vero, allora io sarò il figlio di un poveraccio?”
Gabriele: “No, tu sei il figlio di Dio, ma sulla Terra sarai affidato a Giuseppe.”
Gesù: “Non sono ancora nato e già siamo ai servizi sociali. Cominciamo bene, proprio bene!”
Gabriele: “E non sai ancora come andrà a finire!”
Dio: “Gabrieelee, Gesùù, dove siete? Dove vi siete nascosti?”
Gabriele: “Signore, lo sa bene dove siamo. La verità è che le piace fare questo giochetto: l’ha fatto con Adamo ed Eva e tutti sappiamo com’è andata a finire; l’ha fatto con Caino e Abele e tutti sappiamo com’è andata a finire, non vorrei che con me ci fossero problemi!
Dio: “Gabriele, smettila di petulare e fammi conoscere l’erede.”
Gabriele: “Gesù esci fuori e fatti conoscere. Lui sa e vede tutto, lo fa a posta per farmi impazzire.”

Gesù, intimidito dall’immensità e dall’eternità di Dio, rispose con un fil di voce:
Gesù: “Buongiorno Signore, sono Gesù, suo figlio!”
Dio gli sorrise, lo accarezzò e gli chiese:
Dio: “Come ti trovi in Paradiso, ragazzo?”
Gesù: “ Da Dio, Signore!”
Dio: “Bene, ti ha già informato di tutto Gabriele?”
Gesù :” E io che ne so. Dovrebbe chiederlo a lui, Signore.”
Dio: “ Hai perfettamente ragione figliolo. Gabriele, hai informato il ragazzo della sua missione terrena?”
Gabriele: “Ma devo informarlo di tutto? Proprio di tutto? Non è meglio se scopre le cose a poco a poco? Non vorrei traumatizzarlo ulteriormente, già gli devo dire della sua nascita!”
Gesù: “Gabrie’, mi devo preoccupare?”
Gabriele: “No, ma che vai pensando!

Intanto sono trascorsi nove mesi, che in Paradiso corrispondono ad una partita di scopone scientifico tra angeli e santi. Ci siamo. Il bambinello sta per nascere. Gabriele racconta a Gesù il periodo prima del parto e gli fa le ultime raccomandazioni evitando accuratamente di metterlo al corrente del suo futuro.
Gabriele: “ Cesare, ha emanato un editto e i tuoi genitori sono costretti ad andare a Betlemme per il censimento. Tua madre comincia ad avere i dolori del parto, ma non c’è anima viva che li accoglie. Giuseppe, dopo aver tanto girato, infine, trova una capanna e decide di passarvi la notte insieme alla sua sposa, all’asinello che avevano con loro, e a un bue … Ma che hai? Gesù perché fai quella faccia?”
Gesù: “Cerco di capire quando finirà la presa per il cu … Che c’è?”
Gabriele: “Te l’ho già detto, niente turpiloquio in Paradiso!”
Gesù: “Ah, il mio sarebbe turpiloquio, ma se sono tue le strooo …! Che c’è?”
Gabriele: “ E se ti dicessi che a trentatré anni ti crocifiggeranno?”
Gesù: “Sento che sto per nascere. Me la racconti un’altra volta questa storiaaaaa …”

Gabriele: “Signore, suo figlio è appena nato!”
Dio: “Bene, Gabriele, manda gli angeli sulla terra ad avvisare gli uomini che è nato il figlio di Dio. Evita, per il momento, di farlo capire a Erode. Accendi la stella cometa, ma rendila visibile solo a quei tre di maggio: come si chiamano?”
Gabriele: “Intende i re magi, Signore: Gaspare, Melchiorre e Baldassarre”
Dio: “Si, intendo proprio loro. Per il momento è tutto.”
Durante questo scambio di battute tra Dio e Gabriele, nasce Gesù, che ahimè, realizza: Gabriele gli ha detto sempre la verità! Com’era quella cosa dei trentatré anni? Oddio, la crocifissione! Il bambinello cominciò a gridare ma gli astanti pensarono che si trattasse del vagito di un neonato, in verità Gesù urlava per la consapevolezza e l’orrore della realtà. Pensò: “Appena tutti si addormentano me ne vado”. Il problema però era che in quella stalla c’era un via vai interminabile di persone, animali, vari ed eventuali. “ Quasi quasi fuggo come Ulisse dal Ciclope, mi nascondo sotto la pancia di una pecorella, tanto qui ce ne sono tantissime. Non se ne accorgerà nessuno”. Poi ebbe un’illuminazione quando venne a fargli visita una donna che portò con sé un neonato, nato proprio da pochi giorni. Questa per abbracciare e congratularsi con Maria, poggiò il bambino accanto a Gesù nella mangiatoia. Non l’avesse mai fatto. Gesù in un lampo si cambiò di posto con lo sprovveduto, tanto erano tutt’e due avvolti in fasce, erano senza capelli ed in più il figlio di Dio contava molto sul fatto che, essendo l’altro fresco di nascita, magari la madre non c’aveva fatto ancora l’occhio. Aspettò trepidante che finissero i convenevoli. Infatti la donna dopo che salutò Maria, fece due coccole a quello che pensava essere il re dei re, prese in braccio quello che credeva essere suo figlio e andò via. Mai fuga fu così perfetta! Gli unici testimoni, il bue e l’asinello. In effetti trattandosi dell’evasione del figlio di Dio non poteva essere altrimenti.

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