COVIDecameron #3 – I giorni dell’uomo

Di Gianni Sorce per il contest “COVIDecameron – Storie in quarantena”

Ricordo come fosse ieri quando tutto ebbe inizio.

Si diede la colpa alle scarse condizioni igieniche dei mercati di animali selvatici orientali.

In seguito, venne additata come causa un possibile esperimento con esito nefasto: il virus fu portato all’esterno dei laboratori di studio da uno scienziato contagiato da esso.

Altri ancora, parlavano di un volere degli alti organi di controllo mondiali, tutto era un loro presunto tentativo di ridurre la popolazione in eccesso …
…ed erano tante altre le tesi, nate in contemporanee o successive a queste.

D’altronde, si sa, la certezza che gli uomini manifestano dinanzi all’incertezza è quasi commovente…o palesemente stupida.

Oggigiorno, comunque, non è importante sapere come tutto ebbe inizio.
Poche cose, oramai, hanno importanza.

Ricordo che, in quel periodo, io tacevo e non esponevo le mie idee pubblicamente.

Mi limitavo a dire la mia ad alcuni cari, mostrando i miei dubbi e le mie perplessità e raccogliendo le loro, così come si è soliti parlare di un argomento nuovo o del sapore del caffè di un bar dove non si è mai stati precedentemente.

Uno dei momenti più drammatici accadde dopo quattro mesi dalla comparsa del virus: oramai i contagiati erano in ogni continente e le percentuali di mortalità salirono dal 3% al 7%.

 

Gli scienziati spiegarono che, il virus, era in rapida trasformazione e brancolavano nel buio.

 

Le persone che avevano sempre sdrammatizzato o ridicolizzato chi mostrava apprensione, iniziarono a divenire serie e predicare cautela e quarantene volontarie.

Il virus tendeva a diventare più aggressivo ed iniziò ad essere mortale non solo per coloro che avevano patologie più o meno gravi ma, anche, per chi soffriva di certune allergie.

Ogni cosa venne bloccata.

Tutti iniziarono a rintanarsi nelle proprie case e si usciva solamente per raccogliere le razioni di cibo e acqua nei centri di raccolta governativi

Aumentarono gli episodi di vandalismo ma, ancora, i governi riuscivano a tenere il controllo.

Tutto peggiorò, esponenzialmente, con l’arrivo dell’estate.

L’alta temperatura avrebbe dovuto, secondo alcuni opinionisti, determinare la fine di quella che ormai era una pandemia.

Si attendeva speranzosi il caldo e la conseguente morte del virus. La fine, infine, della paura.

 

Ma questo non accadde.

 

Si assistette, piuttosto, ad un’ulteriore evoluzione del virus che giunse a nuovi picchi di mortalità: il 17% dei contagiati non ne usciva vivo.

Gli atti criminali aumentarono, farmacie e supermercati furono presi d’assalto.

Le persone volevano solamente rintanarsi a casa con cibo e medicine.

Le città divennero agglomerati fantasmi e, dopo un anno da allora, la percentuale di decessi era del 44%.

 

Morirono politici, presidenti di nazioni, importanti personalità dello spettacolo e dello sport.

 

Ma la goccia che avrebbe fatto traboccare il vaso e generato il caos totale stava, purtroppo, arrivando.

 

L’ultima speranza, lo scienziato che aveva affermato di essere vicino al vaccino definitivo, morì.

Anche lui infettato.

Il crollo emotivo della popolazione fu generale ed il risultato creò la non società odierna.

 

Non sento i miei amici e la mia famiglia da tanto tempo. Non so se siano vivi o morti.

Io e la mia compagna abbiamo preso possesso di un piccolo appartamento dove abitavano due anziani, deceduti prima del nostro arrivo.

La proteggo dagli assalti degli stupratori e degli “avvoltoi”, tizi senza scrupoli che uccidono gli abitanti delle abitazioni per depredarle. A volte fanno appostamenti che durano giorni.

 

Tra non molto dovrò chiuderla dentro casa per andare a cercare cibo e medicine. Ne abbiamo bisogno.

Uscire significherà rischiare la vita ma devo farlo.

Come tutti gli altri, del resto.

Durante i primi giorni de “Il grande caos” fui previdente e mi procurai delle armi. Sono pronto da tempo, sapevo che sarebbe potuta accadere una cosa simile.

 

Finalmente non devo più impegnarmi per capire le persone: adesso si manifestano per quello che realmente sono.

La paura, la disperazione ed il bisogno mostrano il vero volto di chi hai di fronte. Ed anche il tuo.

 

Odio tutto questo. E lo amo.

E’ una realtà finalmente sincera, coerente, lineare…attraente.

Nella sua bestialità.

 

Saluto dolcemente e chiudo la porta alle mie spalle.

Percorro qualche decina di metri.

In fondo al vicolo sento delle grida: stanno stuprando una donna e suo figlio osserva la scena impietrito.

Probabilmente verrà ucciso e mangiato, oppure lo useranno per qualche gioco sadico.

Per un attimo si fermano e mi osservano, sono in tre.

Ci scambiamo un invisibile segno d’intesa con lo sguardo.

Vado via.

 

Il periodo degli eroi è finito da tanto tempo, questa è la realtà.

Questa è sopravvivenza.

I giorni peggiori, i più schifosi.

I giorni più deleteri.

I nostri giorni.

 

Questi sono i giorni dell’ Uomo.

3 thoughts on “COVIDecameron #3 – I giorni dell’uomo

  1. Caro Gianni, grazie per aver scritto! Quello a cui arrivi… È la Paura, la Mia paura. Gli americani che comprano armi e io che faccio la mia prima fila esterna (esterna!) al supermercato e sento quello davanti a me che impreca Contro chiunque…..

    Bisogna aver chiaro dove possiamo arrivare… E fermarci! … Ma non siamo bravi in questo…

Rispondi

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.