COVIDecameron #15 – A cavallo

di Antonella Tarantino per il contest “COVIDecameron – Storie in quarantena”.

E qui casca l’asino! Non sa contare e neanche volare, quanti giorni saranno ormai? Io deambulo ancora. A fatica tra cucina e camera da letto. Spesso passo dal bagno, spesso spesso per pisciare, tutte le tisane calmanti fanno il loro effetto. Il cervello rimugina e ogni tanto nitrisce. La sua eco mi arriva al timpano che manda il segnale al naso, inspiro poi espiro, respiro e dalla bocca esplode il mio rammarico. Penso. Lui non me lo ricordo più. Penso. Ah se avessi un cavallo! Che rimpianto strano. Misto a pentimento. Ecco, adesso improvvisamente ricordo ricordo ricordo  T u t t o  prima del Coronavirus: sognavo di avere un cavallo!

– Papà me lo compri un cavallo?
– No!
Un no secco la sua risposta. E le cose secche non sono state mai nelle mie corde. Il balcone era troppo stretto per insistere. Non feci casino, non battei chiodo. Ingoiai il rospo senza neanche provare a baciarlo e andai avanti senza cavallo. Oggi me ne pento con tutto il mio cuore. E qui casca l’asino. Forse il mio non ottenere ciò che i miei sogni desiderano dipende dalla mia scarsità ad insistere. Una non sana elaborazione e la mancanza di una linea: quella della pazienza. Sorda agli stimoli palesemente logici.

Ah se avessi un cavallo! Continuo a pensare. Oggi se avessi un cavallo, tutto sarebbe diverso. Certo, dovrei chiedere un modello per l’autocertificazione speciale “Just Cavalli” (marchio profumato e da indossare già usato, devo solo specificare che non si tratta di concorrenza sleale). Un’autocertificazione Modello Cavalli, differente dai 10, 20, 40 cv per chi ha un potente motore, ma in questo caso un cvps, cavallo di razza puro sangue, nero lucido, il mio preferito! Un modulo dove specificare chi sono, dove sono, l’anno, il mese, giorno, ora, secondi, come ero vestita, il minuto esatto in cui ho sognato, voluto, il mio desiderio. E che ci vuole! Scarico il modulo e me lo faccio stampare dalla cugina della sorella della cognata della nipote della mia amica che abita due isolati più avanti. Neanche lei ha un cavallo, ed io non ho stampante, così con la scusa di portarmi le copie per “l’autocertificazione cavalli” le do una giustificazione per uscire.

Ah se avessi un cavallo!
Il mio desiderio mi riporta sempre a questo pensiero. La linea tra mente e cuore, senza uscire ritrova la via della pazienza; senza sconfinare lascia segni indelebili che seguirò al Via liberi tutti.

Ah se avessi un cavallo!
Potrei circolare per giusta causa certificata, portargli da mangiare, erba fresca di raccolto che dovrei procurarmi, quindi andare in una fattoria o in campagna: la mia preziosa ora d’aria. Oppure mettiamo il caso che me lo tenga un amico perché ha una stalla vicino casa o ha il balcone più grande. Lui non gli guarderà in bocca, il suo pelo lucido e la sua stazza imponente la dicono lunga.
Ci vado a cavallo! Devo fare avanti e indietro ed indietro e avanti almeno due volte al giorno, il megafono comunale dice che posso farlo solo una volta, quindi ho bisogno di una doppia autorizzazione con doppia autocertificazione. E qui casca l’asino… E che vuoi che sia, ne stampo un’altra! ECCHISENEFREGA, modifico il secondo rigo, una virgola e la nuova autocerficazione è pronta, a disposizione di tutti i bisognosi. Ho dimenticato di inserire la clausola per potere prendere l’aereo, saremo solo tra gli 8000 che continuano ad avere un permesso autorizzato per viaggiare, ma il cavallo non può volare, avrei dovuto specificare questo dettaglio: devo modificare l’autocertificazione. Vabbé, la ricambio e la rimetto nuovamente a disposizione di tutti, liberamente a mio vantaggio e con obbligo di osservanza per tutti quelli che sono in possesso di un cavallo e si devono spostare. Fare volare un cavallo non è semplice, Icaro è generoso, solo un sogno mi può salvare. Devo ricominciare a sognare, aggrapparmi alla storia che racconto e percorrere il mio filo conduttore fino ad abbracciare il mondo (sempre dopo il futuro permesso) e, dopo aver differenziato tutte le copie delle autocertificazioni che non serviranno più, vivere a tutto tondo e in tutti i sensi. Pagare l’unica assicurazione che mi serve e mandare energia positiva globale.

…Ah se avessi un cavallo!
Ecco: sudo, lavoro ore per la nuova autocertificazione per tutti quelli che vogliono o avrebbero voluto un cavallo. Certo, perdo del tempo utile per fare e rifare i moduli, per stamparli e poi riformularli.

Ah se avessi un cavallo!
Ecco: finalmente l’autocertificazione è pronta! Do il segnale a Maria, sempre lei, la cugina della sorella della cognata della nipote della mia amica, che mi fa il favore di stamparle. Perfetto.

Ah se avessi un cavallo!
Ci andrei io, galopperei fino da lei, i fogli potrebbero planare dal balcone per sicurezza. Nel mio sogno, Maria cala il panaro altezza cavallo ed io li ritiro al volo. Non posteggerei il cavallo, accosterei proprio davanti al suo portone e resterei su di lui al centro della strada per farmi guardare da tutto il quartiere, che così darebbe un senso ed un motivo nuovo al resto della giornata, ché alle persiane già ci hanno tolto il colore a furia di pulire.

Ah se avessi un cavallo!
Sono pronta per il grande passo e per il suo certificato di residenza. Ho deciso che lo tengo al balcone. Le chiese sono chiuse e comunque i cavalli dormono in piedi e forse non pregano e non gli devo spiegare come lavarsi le mani. Gli insegnerò a salire e a scendere le scale e così occuperò il tempo della mia pena domiciliare, neanche me ne renderò conto che ci sta il Coronavirus. Spengo la tv.

Ah se avessi un cavallo!
Potrei lavarlo, coccolarlo, abbracciarlo; hanno specificato che gli animali non contagiano. Nessuna debita distanza e neanche un Grande Tampone, non mi serve una mascherina per prendermi cura di lui, solo un’autocertificazione per poterlo tenere, un grande spazzolone per i suoi denti e una benda molto colorata che faccia da copri-muso, morbida e imbottita, di stoffa con colori vivaci e poi campanelline dorate per la serie W la Sicilia, quelle folkloristiche che i cavalli indossano durante le parate a festa di santi e non o per fare le foto con i turisti.

Ah se avessi un cavallo!
Domani preparo un’altra autocertificazione con permesso di soggiorno “uso abitativo” per cavalli e con un rigo dedicato alla libertà del vestiario. Niente sella, voglio montarlo a pelo! Senza redini, per salire ci accosto i tre gradini che tengo nello sgabuzzino. Così li rispolvero. Ci salgo e scendo in attività motoria consentita.

Ah se avessi un cavallo!
Non mi servono guanti per lui, dà sollievo la promessa ottimistica di una gita in Agriturismo al mio risveglio e l’uso del punto cavallo che borda le mie tovaglie. La libertà di mettergli quello che si vuole è importante per la salute del cavallo! Lui non ha la tosse e per la sua febbre, simile a quella del Sabato sera, basta un antipiretico. …Preparo il modulo stanotte, così Maria me lo stampa. E così ritornerò a prendere le nuove autocertificazioni galoppando lentamente, ho tutto il tempo che voglio. Lo guarderanno tutti, stanno già affacciati. Scatteranno foto e gireranno video. Ah se avessi un cavallo!

Forse ieri sera ho dormito poco e mangiato troppo. Telefono a Maria. Stamattina al mio risveglio, mentre riordino i miei pensieri, ricordo che io non ho un cavallo, ne sono certa: non c’è traccia di fieno al balcone, nessuna museruola o scaletta davanti la porta, solo una mascherina, uno spray disinfettante ed un mazzo di chiavi nel fondo di un cassetto lasciato aperto per sbaglio. Non mi serve farmi stampare tutte queste autocertificazioni speciali per trottare, galoppare, devo restare a casa. La chiamo e glielo dico. “Resto a casa”. E qui casca l’asino!

One thought on “COVIDecameron #15 – A cavallo

Rispondi

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.