Memorie2021

E’ di nuovo il 25 aprile e io ho quasi 38 anni. Come ogni anno da quando sono “grande”, penso alla voce di mia nonna che mi insegna “Bella Ciao”: “Tutte le geeentiii | che passeranno…! – falsetto agrodolce-dolcemaro – …Ti diranno che bel fior!”. Sì nonna. Poi a te piacciono i fiori, lo so.

Mi commuovo per queste eredità, per questi suoni tramandati. Oggi mi guardavo allo specchio; a lato, youtube a tutto volume la canta; pensavo a quando ho fatto per la prima volta questi pensieri: ero ai cortei studenteschi, quelli contro la riforma “Gelmini”… Eravamo tantissimi e si facevano chilometri. Ero giovane ma non giovanissima; forse sono cresciuta tardi, così erano i miei primi cortei. Ero orgogliosa di esserci e di sentire fervore, di cantare, di camminare (anche questo è un lusso!), di bloccare viale Regione contro i blocchi del pensiero: ben più grandi. Ben più gravi.

Libertà”, nonna. Ma quale? Non ho libertà di abbracciarti, di parlarti, di portarti una caramella, di sapere della tua salute. Però, ho la libertà che tu mi ha passato: viziata, quindi, anche dall’immagine delle carrube mangiate sotto il tavolo durante i bombardamenti e dai vari “il saluto è degli angeli” e “resta sempre te stessa”. Vorrei telefonarti e cantare insieme oggi, ma il sistema mafio-nazista che ti controlla non mi rende libera di fare ciò che desidero, di fare almeno ciò che si può. Mi viene da piangere. …Sono slogan, ma se sei sfortunato le scovi di persona: le “nuove mafie”, ovvero quelle del narcisismo, dell’egoismo, della follia per cui chi sta male trova ragion d’esistere schiacciando gli altri, per cui i deboli e gli anziani e gli altri sono oggetti da spremere. Accade sempre più spesso. Che so: la tua casa confina con la mia, la tua è fatiscente, la mia appena ristrutturata, le tue crepe stanno arrivando da me, “e che cazzo vuoi?”. “Le parolacce non si dicono”, hai ragione nonna, ma ogni tanto sì. Ché poi lo ha detto lei. E comunque… dalla gente come ci si difende? Dimmelo. “Devi essere sempre te stessa”.

Pare facile… E poi lo dici tu, che non ricordi mai quanti anni ho, che la scuola l’ho finita, che lavoro e che da 2 anni vivo a Cinisi. Muoio dalla voglia di portarti a casa mia. Ti ci porterei subito, se tu non fossi prigioniera dei totalitarismi del pensiero unico. Ti porterei a Magaggiari, sabbia fine giallo-tufo, al baretto della tua epoca coi dolcini giusti giusti perché a sera non deve rimanere niente (poi vanno a male) e al casolare dove hanno ucciso Peppino.
Prima non sapevo dove fosse, sapevo solo delle camurrie coi discendenti di Tano per tenerserlo stretto e farci tanti piccioli. Un giorno mi sono decisa a cercarlo su Maps, curiosa e imperdonabile dopo mesi di residenza. Uno, tre, cinque passi. I famosi passi. Ma manco ho iniziato che ho smesso di contare, sconcertata. Lo sconcerto era perché lui era, anzi E’ dietro casa mia. Come ho potuto non saperlo? La sindrome del Faust, per cui si soffre di non sapere tutto o molto, a volte mi prende e mi schiaccia. A questa linea di pensiero sbigottita, si aggiunge una seconda linea, la linea 2, parallela e altrettanto basita: il casolare conteso è proprio come le tue descrizioni della guerra nonna: diroccato, bombardato, abbandonato. Erbacce secche e pietre sventrate, dissennate e dissestate. Come si muore qui? Intorno, rispetto per i morti non ce n’è. In un pezzo di legno c’è una lapide arrangiata; lungo il piccolo perimetro, case e musica dance. Chiedo perdono alla memoria collettiva per questo e per il senso ancestrale, inconscio e ingovernabile di vergogna che provo per aver “disturbato” gli autoctoni a casa loro. Mi chiedo come si possa provare anche questo; purtroppo le vie dell’inconscio non sono lastricate di buone intenzioni: già. E chiedo perdono alla memoria collettiva per come mi perdo dentro la vita2021, per come soggiaccio alle nuove mafie del potere iniquo e dell’extraprofitto. Un esempio? Gli ECM.

Fai parte di una professione sanitaria? Ami il tuo lavoro? E allora DEVI comprare gli ECM o no potrai esercitare! Non per amore della cultura! Non solo per un sapere che fa prendere posizione! Bensì per un sapere che fa prendere gli ECM! E tu hai bisogno degli ECM, vero? 3×2, 1 al prezzo di 2, 50: saldissimi!, prendi questo e sblocchi quello, le 3 giorni, i grandi nomi on demand, le videoconferenze, le zoommate collettive, gli attestati, le slide…”.

Uno alla volta,
Per carita! (per carita! per carita!)
Uno alla volta, uno alla volta,
Uno alla volta, per carita!”.

Penso a “Bravo,bravissimo” e a Mike Bongiorno; piaceva tanto a mia nonna, sempre a lei. Oggi per essere giovani talenti bisogna estrarre profitto da ogni parte della vita. Io, dopo 5 giorni di lavoro e 3 di formazione (che fa 8 e non 7, lo so, perché ci sono le sovrapposizioni acrobatiche) ho pranzato in una micro-pausa lanciando un pesce surgelato dentro i piselli stufati del giorno prima, gli stessi in cui la mattina avevo già gettato del tacchino.

Il danno è che ho sempre fatto volontariato, e ora non trovo più il tempo. Mutilata, mancante, con la sindrome della stanchezza e della nostalgia: mi mancano le marce del 9 maggio! Sapevano di sfincione buono e un po’ di appartenenza. E poi certo, si cantava “Bella ciao”! Fin da bambina venivo qui, ma ho sempre odiato il posto: nessun divertimento. Solo Peppino e il Bar Roma col gelato al caffé più buono di sempre. Per il resto, l’imposizione di stolti genitori all’antica che venivano a coltivare uno sputo di terra in una casa senza telefono e tv, in cui non si giocava a palla per non ferire le melanzane. Il mio “sputo di casa” stava lungo la strada del film in cui viene investito Impastato-padre, o almeno quella scena me la sono sempre immaginata qui, con una certa soddisfazione e con un certo brivido: conoscevo quel buio e mi faceva paura. Figuriamoci com’era prima dell’aeroporto!

Oggi dopo tanta fatica e tanta lotta interiore con quelle stoltezze, vivo qui. Il Bar Roma c’è ancora e il gelato al caffé più buono di sempre pure. A volte penso: “E se a forza di battagliare prendessero anche me? Sarà questa la mia stanchezza? E così finirò per arrendermi?”.

E’ una bella sfida, difficile… In ogni caso, cara nonna, io non andrò a “Bravo bravissimo”, perché spesso mi perdo dentro la vita2021.
Ma, come promesso, provo a essere sempre me stessa, restando umana e/è viva, per quello che consentono. E sempre troverò il tempo per onorare nel mio piccolo la memoria, anche questo grazie a te.

3 thoughts on “Memorie2021

  1. È bello leggere storie e aggiungere all’immaginazione anche ciò che conosco: il viso e i modi di tua nonna, i luoghi descritti e quella vita2021 che sta rubando un po’ di noi.

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