Onda Pazza

di Alberto del Grande

Buio, puzza di fumo e polvere.

Pochi dischi e strumentazione spartana racimolata qua e là.

Il balcone si affaccia sulla strada e sventola “Radio Aut“.
Il clic di un pulsante, come un grilletto pronto a sparare, attiva il registratore a bobina.
La stanza si anima e l’onda parte.

Parte questa Onda Pazza che si propaga dall’aria immobile di Terrasini.

Gli amici ridono e pendono dalle labbra di quel capitano coraggioso che veste abiti umili e semplici.
Le onde però, si sa, sono destinate a infrangersi e così anche quest’onda anomala s’infrange in mille pezzi contro scogli troppo grandi per poter continuare la sua corsa, ma nonostante quei binari e la notte ombrosa e cupa che veglia su di essi, il mare non ha smesso di scagliare le sue onde contro quegli scogli.

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