Austu e riustu è capu d’invernu

Oh, ridendo e scherzando è già due mesi che sono in Italia! Chissà come stanno le blatte della cucina di casa mia a Siviglia, mi mancano anche loro. Mi manca tutto tranne il caldo torrido di Siviglia ad agosto. Non che io l’abbia mai vissuto…ripensandoci non sono mai stata ad agosto a Siviglia! Chissà che effetto farebbe. Ricordo che quando vivevo lì in Erasmus litigavo con i miei coinquilini già a maggio per chi dovesse andare a comprare il pane: “no, io ieri ho lavato i piatti!”, “no, io ieri ho lavato per terra!”, “quindi tocca a te comprare il pane!”. Uscire a comprare il pane, bene di prima necessità – assieme le birre ovviamente – era una tortura! Aprivi la porta di casa e davanti a te il deserto! Adesso mi manca quel deserto. Nonostante possa andare in spiaggia tutti i giorni, senza dovermi spostare in autobus per almeno un’ora ma giusto prendendo la mia bici scassata e facendo una discesa pericolosissima (non che la discesa sia pericolosissima di per sé ma la maniera in cui la faccio io lo è) fino al litorale.
Mi dicono che a Siviglia in agosto la maggior parte dei bar chiude: fa troppo caldo, la gente non vuole stare per strada, nessuno va a prendersi il caffè. E poi ad agosto Siviglia si svuota, vanno tutti in ferie al mare e ci sono pochissimi turisti. Qui invece di turisti ce ne sono anche troppi. E i turisti agostini sono i peggiori. Tutti hanno le ferie in agosto, l’unico sprazzo di libertà dai loro uffici, l’unica parentesi di mare, aperitivo sulla spiaggia, pucci pucci, amore mi spalmi la cremina, racchettoni e spengo il cellulare…e che fanno? Vengono qui a rompere i coglioni! E la stanza è troppo stanza, e il miele è troppo dolce, e l’acqua del mare è troppo salata, e c’è la fila al ristorante, e c’è la fila al tabacchino, e c’è la fila al bar, e c’è la fila pure per rompere le palle alla receptionist! Dico, sei in vacanza e passi il 60% del tuo tempo a lamentarti, mi sa che non hai capito cosa voglia dire “ferie”. Una volta, giuro, ho avuto una lamentela di 20 minuti perché l’acqua che usciva dalla doccia sembrava troppo salata. Alla fine ho sbottato con “e ora ci calamu a pasta!”, perché poi te le ascippano…if you know what I mean!

Agosto è anche il mese del mio compleanno. Prima che bello, adesso un po’ meno: sento l’eco più vicina degli -anta. Agosto è il mese delle serate calde e umide, delle canzoni allegre, dei cinema estivi all’aperto, degli amici da spiaggia, dei vicini di ombrellone e compagni di Lido.

Agosto, però, è anche il mese che, quando sta per terminare, porta con sé un senso di vuoto, un’aura nostalgica, una sensazione di transizione, di passaggio ad una nuova stagione. Si comincia a pensare che riapriranno le scuole, che si ritornerà alla vita di sempre, al lavoro, alle occupazioni non prettamente estive. La fine di agosto è l’inizio del ritorno. Austu e riustu è Capu d’invernu. Per me agosto è il mese che non è ancora iniziato ma che non vedo l’ora finisca subito.

Ah, p.s. agosto è anche il mese in cui Abattoir va in ferie: ci leggiamo a settembre, cari! 

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