Ricordati che devi saltare

“Gonfiarsi come una rana”
“Nuotare a rana”
“Verde come una rana”
“Saltare come una rana”
“Cantare come una rana”
Morire come una rana.

Un giorno una rana stava nuotando felice in una grossa pentola con tanta acqua fresca. Questa non sapeva che qualcuno aveva intenzione di accendere un fuoco sotto per scaldarla. Così avvenne.
L’acqua lentamente si scaldava, la rana inizia così a sentire un tiepido calore «Mi piace stare qui». La rana continua a nuotare. L’acqua diventa sempre più calda e alla rana non dispiace. La rana continua a nuotare.


A un certo punto l’acqua diventa così calda che la rana è indebolita dal troppo calore «Non ce la faccio più». La rana comprende che qualcosa non va, ma è troppo tardi. Alla fine l’acqua bolle e la rana subisce il suo triste destino: rimane bollita.

Il “principio della rana bollita” è una metaforico utilizzata dal filosofo Noam Chomsky per descrivere una capacità dell’essere umano moderno: quella di adattarsi a situazioni spiacevoli e deleterie senza reagire, se non quando ormai è troppo tardi.

/i·nèr·zia/

sostantivo femminile

  1. Condizione, temporanea o abituale, d’immobilità o inattività ( esser condannato all’i. dalla malattia) o di sconcertante abbandono fisico o spirituale ( vivere nell’i. ).
  2. In fisica, la tendenza di un corpo a conservare il suo stato di quiete, di moto rettilineo uniforme o di rotazione uniforme attorno a un asse, se la risultante delle forze agenti sul corpo e la risultante dei loro momenti sono nulle ( principio di i. ).

“Il cervello umano non è in grado di riconoscere minacce esistenziali futuristiche. Gli esseri umani sono bravi a reagire al pericolo immediato” (G. Cáceres). 

Bramando l’anestesia e il calorino confortante, ci arraggiamo coi vaccini e i non vaccinati senza allargare il campo. Epistemologi della semplificazione, chef stellati di rane bollite, prìncipi della segmentazione atti a segare intricati pezzi del labirinto dell’umano, ma(e)stri della disconnessione, massoni del capitale. Ma, mi dicono, l’emergente non spunta per caso. L’emergente, la mucca pazza o la peste, è catalizzatore di qualcosa di più complesso.

/com·plès·so/

Dal lat. Com + plexus, p. pass. di complecti ‘abbracciare, comprendere’ •sec. XIV.

Il problema è connettere!

Il problema è la consapevolezza delle cose. Che non è gratis e necessita di occhi feriti e sofferenza. Nel soffrire, uno è ancora vivo. Nell’adattarsi si è rassegnati alla morte.

Insomma, il succo è:
Memento mori
oppure
Quando è il momento, ricordati di saltare!

Questione di voler scegliere. ྑ

3 thoughts on “Ricordati che devi saltare

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