Le “sin sombrero”, le donne dimenticate della Generazione del ’27

Immaginatevi un pomeriggio degli anni Venti del Novecento: durante una passeggiata a Madrid, passando per la Puerta del Sol, un gruppo di giovani artisti (Maruja Mallo, Margarita Manso, Salvador Dalì e Federico Garcia Lorca) si toglie il cappello in pubblico suscitando sconcerto tra i passanti. Che atto rivoluzionario! Sí perché togliersi il cappello in pubblico rappresentava una trasgressione nei confronti dei costumi del tempo. La stessa Mallo ricorda che “un giorno, assieme a Federico, Dalí e Margarita, abbiamo deciso di toglierci il cappello perché sentivamo che ci si congestionavano le idee. Quel giorno ce ne dissero di tutti i colori e ci chiamarono con vari appellativi!“.

Questo desafiante aneddoto viene ricordato da Tania Ballò nel 2015 quando decide di fondare un progetto inter-mediatico, las sinsombrero appunto, volto a ricordare e recuperare in un certo senso le donne che fecero parte della Generazione del ’27 e che furono successivamente occultate all’interno del panorama culturale mondiale. “Las mujeres olvidadas“.

La Generazione del 27 è un gruppo di artisti e letterati tra i più influenti nel panorama culturale spagnolo degli anni 20. Il nome deriva dall’anno in cui alcuni poeti e scrittori organizzarono un incontro nell’Ateneo di Siviglia per il terzo centenario della morte di Luís de Góngora, importantissimo autore del siglo de Oro spagnolo. Tra gli artisti “del 27” si annoverano i già citati Federico García Lorca e Salvador Dalí, poeti come Luís Cernuda e Gerardo Diego, nonché il famoso regista Luís Buñuel, oltre a tutta una serie di artisti altrettanto importanti per la cultura e la letteratura spagnole. L’eredità artistica di questi poeti e pittori è ampiamente riconosciuta a livello mondiale ma cosa succede, però, quando ci interroghiamo sulle autrici, pittrici e poetesse della generazione del 27? Per caso non esistevano donne in quel periodo e in quel gruppo culturale? Naturalmente non è così. Della Generazione del 27 fanno parte anche delle donne: pittrici, poetesse, romanziere, illustratrici, scultrici e pensatrici di talento. Queste donne godettero in quel periodo di una grande fama nazionale e internazionale e attraverso la loro arte e soprattutto il loro attivismo si impegnarono a sfidare e cambiare le norme sociali e culturali della Spagna degli anni ’20 e ’30: Maruja Mallo, Maria Teresa Leon, Maria Zambrano, Josefina de la Torre, Ernestina de Champourcin, Concha Mendez, Marga Gil Riesset, Rosa Chacel.

Esse convissero nello spazio e nel tempo della generazione del 27, assieme ai loro colleghi uomini, condividendo amicizie e influenzandosi a vicenda. Il fatto oltraggioso è che mentre l’opera e l’arte di questi artisti uomini è stata riconosciuta ed inclusa nel nei libri di testo, quella delle donne ancora quasi 100 anni dopo è rimasta sconosciuta e non gode della stessa fama: le creazioni di queste artiste furono cancellate e dimenticate nella storia. Una storia che Tania Ballò si è impegnata a riscrivere.

Documentari, social media, libri e wikyproject: questo progetto è una creazione unica in Spagna. Si definisce cross media, in quanto utilizza differenti formati e piattaforme per recuperare, divulgare e perpetrare l’eredità artistica delle donne dimenticate della prima metà del XX secolo spagnolo e oltre. Per fare alcun esempio, Maruja Mallo fu una pittrice surrealista che lavorava con Dalì e le cui opere sono oggigiorno esposte nel Museo Reina Sofia di Madrid. Marga Gil Roësset, poetessa e scultrice ricordata soprattutto per aver commesso suicidio a soli 24 anni, attraverso delle illustrazioni che realizzò per i racconti infantili che scriveva la sorella, influenzó Antoine de Saint-Exupéry nella stesura del “Piccolo Principe”. Margarita Manso, pittrice e scrittrice a cui García Lorca dedicó un poema del famoso “Romancero gitano”, svolse un grande ruolo nella storia dell’arte spagnola. Il sito web del progetto, a parte dare a tutti la possibilità di leggere la biografie di queste artiste, mette a disposizione dei documentari (realizzati in collaborazione con la televisione spagnola) che raccontano le vite, le storie e l’arte di queste donne, contestualizzandole all’interno della peculiare epoca della società spagnola.

Un progetto, a mio avviso, molto interessante anche per il recupero della memoria storica: un importante tassello è fare in modo che l’opera delle donne non venga lasciata al margine delle antologie e dei manuali di arte e letteratura. Recuperare le opere di donne che hanno influito sulla società aiuta a comprendere meglio il passato, riscrivendo una storia più completa e fatta di messe al margine, dimenticanze e silenzi. 

Rispondi

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.