Gmork e il vuoto cosmico

Di che parliamo oggi? Perché, anche se c’è di peggio, va così male che si potrebbe dire di tutto. Vorrei prenderla alla larga, ad esempio dal fatto “macro” che il vuoto cosmico di Gmork mangia vivi. Ascolto giovanissimi che arrivano in terapia pensando di essere dei falliti alle soglie dei 20 anni o in mezzo ai 20 e ai 30 perché scoprono che i loro obiettivi sono irraggiungibili. Molti altri, sempre giovani, arrivano con gli attacchi di panico. Il futuro, in effetti, è per tutti impensabile, se non in una versione poco accattivante quando va bene e angosciante per i più. “Dopo due anni di pandemia, ora la guerra! …Magari mi chiamano a combattere?!?”, ride R. tra il serio e il faceto; la voce è alta, squillante in modo tremulo e ansioso. Ricordo i miei stessi pensieri ingombranti, tremuli e ansiosi a 13 anni (più o meno), periodo Guerra del Golfo. Qualcun altro dice: “Ma perché dovrei impegnarmi per stare meglio? Stamattina mi sveglio e c’è la guerra. A sto punto meglio fare gli aperitivi!”. Come darti torto, cara G.?

Ci ritroviamo impotenti, divorati dal nulla o nutriti di esso a forza, come in The Wall, in cui mi pare che i Pink Floyd facessero spremere le carni di altri e poi facessero mangiare il loro tritato a coloro che poi un giorno saranno spremuti. Spremute di uomini, succhi vitali in spremiagrumi o a condire hamburger&insalate. Budella in salmì. Gruppi sanguigni all’asta. Fake news e confusioni come salse aromatiche a condire il tutto. Come dovremmo sentirci?

L’angoscia Heideggeriana della mancanza di fondamento, dell’essere “niente”, di stare nel vuoto, atterrisce, rende claustrofobici o agorafobici (che poi a volte è lo stesso). E quando pensiamo di consolarci con gli Altri, scoppiano guerre e pandemie e sorge il problema antico della paura della vicinanza, che è dolorosa, uccide e ferisce. Come dovremmo sentirci?

Il malessere che moltissimi oggi sperimentano e sperimentiamo rappresenta “la chiamata” di noi a noi stessi: essa ci indica che la direzione intrapresa è sbagliata e ci costringe a prendere atto che non stiamo vivendo bene!
Ma sull’orlo del vuoto, mentre siamo angosciati dal nulla che ci circonda, riusciamo a concederci lo spazio mentale per ascoltare tutto ciò? Più spesso, ci sgomentiamo di fronte alla scoperta di non avere senso e che niente ha senso e ci rifugiamo nel fare e nella farmacopea del consumo. Essi, in effetti, fanno meravigliosamente il loro lavoro: zittiscono il malessere e l’horror vacui, l’angoscia di vivere! E così procediamo: tanti fantastici “Ridi pagliaccio” affaccendati in lungo e in largo per il nostro micro-mondo… Salvo poi scoprire che ci eravamo trasformati in IT.

Al contrario, prendere sul serio il malessere significa soffrire e rimettere tutto in discussione per cambiare. Ma il cambiamento, tuona il mio mentore, NON E’ GRATIS! Eppure è nel cambiamento e nella capacità di affrontare il grande abisso del nulla per come è (cioè “vuoto”: non ancora pre-pensato e poi reso mangime pre-confezionato per noi-polli standard!) che c’è la vita: lì ci sono i sogni e le infinite possibilità!

DICIAMOCI che però, purtroppo, che la pazienza nel far questo si scontra con un sociale che fa sentire sbagliati, poiché ritiene il tempo fermo del pensiero soggettivo come inefficace e inefficiente! Se ci avventuriamo in questi territori – sventurati noi! – sperimentiamo i bullismi, l’espulsione dal mondo-standard, la frustrazione dell’essere soli e diversi, e di nuovo l’angoscia del nulla,… Più facile resta la via pre-tracciata: strutturare l’identità sul fare, sul noto, sul certo. Sulla guerra.

Gmork: Sei uno sciocco e non sai un bel niente di Fantasia. È il mondo della fantasia umana. Ogni suo elemento, ogni sua creatura scaturisce dai sogni e dalle speranze dell’umanità e quindi Fantasia non può avere confini.
Atreyu: Perché Fantasia muore?
Gmork: Perché la gente ha rinunciato a sperare. E dimentica i propri sogni. Così il Nulla dilaga.
Atreyu: Che cos’è questo Nulla?
Gmork: È il vuoto che ci circonda. È la disperazione che distrugge il mondo, e io ho fatto in modo di aiutarlo.
Atreyu: Ma perché?
Gmork: Perché è più facile dominare chi non crede in niente. Ed è questo il modo più sicuro di conquistare il potere.

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