Che sogni possiamo ancora sognare?

possiamo ancora sognare?

Giro l’angolo di via Resuttana (Palermo) piena di aspettative. Giro, dopo l’ennesima visita medica. Dopo l’ennesimo conto alleggerito. Dopo le ennesime medicine che mi entrano in corpo. Trovo questa immagine queerreggiante tra le edere e le immondizie.

Ringrazio il murales: è capace di esprimere quello che provo al di là delle suggestioni del momento. Soffro. Lui è perfettamente coerente con la monnezza che lo circonda. Con le Ucraine che ci circondano. Ogni giorno leggiamo qualcosa, per fortuna. E addirittura dobbiamo dirci “fortunati”.

Sono giorni che ci chiediamo, senza usare le parole, cose come: quale sogno è ancora possibile sognare? Quale persisterà, in mezzo a “anni di danni”? Che fine faranno i frammenti acuminati dei nostri sogni, offuscati da scie di like e di cuori pieni fuori e vuoti dentro? Vanno forse a finire a Bucha o in mare?

Oggi generare è costoso, è solo per i ricchi”. Mi chiedo cosa significhi questa frase che sento dire da più parti. Chi la dice, per lo più, alza le spallucce… Un misto tra la rabbia e la vergogna che ci condanna all’estinzione, dato che il succo è che oggi generare è troppo, è un di più per i più. Generare speranza anche. Credere che possiamo sperare…

Mi chiedo cosa significhi per noi esseri umani essere “generativi”. Ovvero, avere un futuro, avere progetti, avere dei sogni. Ma che sogni stiamo promuovendo?

Marcuse parlava di immaginazione al potere”; intendeva, con questo, dare spazio al sogno, allo slancio verso l’invenzione, la creatività, la soggettività. Non verso il potere necrotizzato da se stesso. Il futuro, le possibilità nuove, insomma, VERSUS la necrosi, la copia mortifera e sempre uguale a se stessa, sterile. Invece, “non un essere umano, ma un robot”: questo sente di essere un giovane paziente di 20 anni:  questo gli viene chiesto da più parti. Ed io, mentre sollecito la sua creatività e smusso la sua ansia di vivere, continuo a domandarmi: d’altronde, che sogni possiamo ancora sognare oggi? Come parlare di sogni sognabili, di rinascite, se la salute è a pagamento, se non ci sono più madri, padri, certezze, stati, paci e idee non manipolabili?

Questo qui non è solo un murales.

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