C’est la loi de Lavoisiere

Patetico, ultimo bagliore di luce scivola via e si perde nella penombra di un sospiro.
Eterno ricordo di un’onda che si ritira, avanza, si infrange. In movimento.
E lo spazio che riempie la stanza rimane l’unico sopravvissuto conforto.
Quale senso nel rifare tutto da capo? Tornerei, ma poi?
Guarda, smettila di mettermi certe idee in testa, non è salutare, né sano.
Piuttosto passami la bottiglia che provo ad affogare i problemi.
Come dici? I problemi sanno nuotare? Beh, buon per loro, allora annego io.
Dannato, testardo spirito di sopravvivenza. LOL, direbbe se potesse chattare.

E allora che si fa? Ogni tanto balliamo, ogni tanto dormiamo, ogni tanto restiamo.
Immobili.
Bello questo enjambement, e accavallati pure i pensieri a che ci sei!
Si potrebbe andare tutti quanti allo zoo comunale, come cantava Enzo.
Ma comunque io non sarei venuta, ché tanto il leone non scappa per davvero.
No, lui no. Noi, voi, loro però scappare si può. Basta solo aprire la gabbia.
Non quella di ferro ma quella intangibile che racchiude le nostre vergogne.
Insultati! E poi corri!

Uno, due, tre, quattro, cinque, sei…conta all’infinito.
Ho sempre odiato i numeri, chissà se anche loro odiano me.
I numeri però, ahimè, ci fanno campare. Non vivere, solo campare.
Coi numeri ci paghi le bollette ma li devi equilibrare. C’est la loi de Lavoisiere, bitch!
Le masse dei reagenti devono essere uguali alle masse dei prodotti.
Lavori, fatturi, spendi.
Se lavori 100, fatturi 50 e spendi 200, Lavoisiere si rivolta nella tomba.
E anche io, da viva.
Ci rivoltiamo tutti. Magari! La rivolta sociale, questa chimera!

Pat pat, che vuoi farci, la natura chiama.
La natura, matrigna crudele e indifferente, come ci diceva Leopardi.
E che palle, però, Giacomì, un po’ di ottimismo!
Sì, sì, certo, non l’hai inventato tu il capitalismo, lo so.
Sapessi, Giacomì, come vi ci siamo abituati, altro che ginestre!
Finestre! Paranomasia perfetta! La differenza è che dalla prima non ti ci puoi buttare.
Buttane, come le miserie che dico a voce alta. E che, voi non parlate da soli?
Non vi mentite? Bugiardi! Le prime persone alle quali si mente siamo noi stessi.
Pensiero confortante come lo scaldabagno acceso giusto sopra la doccia.

Mi sono sempre piaciute le analogie strane.
Soprattutto se fanno riferimento ai cessi. Più che altro è una questione di stile.
Né dolce né Novo, caro il mio Guido ipocrita!
Sì, ce l’ho con te e col patriarcato, e allora?
Calmati, respira, ché altrimenti ti danno della fori di senno.
Ma fuori di sé no?
Ogni tanto bisogna estraniarsi e aleggiare, come il fantasma che parla con Whoopi.
E parlare, appunto, di universi, metafore e sogni perduti.
Dentro la logica estranea al senso comune, che si interroga dove sia andato a finire quel bagliore di luce

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