Ex Vallesusa, una cicatrice in città.

Nella cittadina in cui abito, Rivarolo Canavese, ci sono parecchie aree industriali dismesse e in stato d’abbandono e degrado. Vorrei parlarvi della più vicina, quella che ospitava uno degli stabilimenti del Cotonificio Vallesusa. È un’area di circa 80.000m², al cui interno ci sono edifici pericolanti ed edifici parzialmente ristrutturati dove attualmente si svolgono alcune attività commerciali e produttive. Il complesso è un buon esempio di patrimonio di archeologia industriale italiana, un sito che andrebbe valorizzato e impiegato in modo virtuoso come già è avvenuto per diversi siti industriali (ad es. I cantieri culturali della Zisa a Palermo). Qualcuno c’ha provato, ma il risultato è stato un enorme danno per la comunità.

I fatti avvengono tra il 2006 e il 2007. L’amministrazione comunale fonda la municipalizzata “Rivarolo Futura” e assieme ad ASA (azienda che si occupa di rifiuti in zona) chiede un leasing per ristrutturare una parte dell’area denominata Ex Cotonificio Vallesusa. Viene creato un teatro (uno dei pochi in zona e l’unico a Rivarolo Canavese), un’area espositiva che ospita il museo della locomozione storica. Dopo qualche anno ASA fallisce e quindi viene meno la possibilità di pagare il leasing. L’amministrazione comunale viene anche commissariata per infiltrazioni mafiose. Da un documento in possesso della società di leasing sembrerebbe che l’allora sindaco avesse firmato un documento in cui è scritto che il comune si sarebbe impegnato in caso di fallimento di Rivarolo Futura ad onorare eventuali debiti contratti. C’è qualche dubbio sull’autenticità e quindi sulla validità del documento, ma in ogni caso a causa di quel documento il risultato di una lunga sentenza che ha visto coinvolto il comune è un risarcimento parziale di 120 mila euro, a fronte di una sentenza di condanna stimata per 1,4 milioni di euro (comprese spese processuali) e la perdita di ogni bene coinvolto, compreso il teatro, che adesso è chiuso e impolverato, e il museo della locomozione, che sta trovando nuovi spazi espositivi. Se da un lato questi interventi di riqualificazione diventano il fiore all’occhiello di un’amministrazione, eventuali problematiche che si presentano devono essere rimediate da quelle successive che sottolineano le colpe di chi ha li ha preceduti e che si ritrovano delle incompiute che rifiutano come il figlio di un altro. Insomma tra giochi speculativi e politici la strada per la riqualificazione delle ex aree industriali è sempre impervia e a pagare è sempre la collettività. Oggi l’area Ex Cotonificio Vallesusa ha diversi proprietari e risulta impossibile per il comune persino riasfaltare il viale privato che attraversa l’area e che è utilizzato ogni giorno da centinaia di automobilisti. La strada è piena di buche e pericolosa, e l’accesso libero all’area (dove ci sono alcune attività commerciali) rischia di essere pericoloso per eventuali intrusioni di ragazzini curiosi o per incendi che possono svilupparsi (i capannoni sono ancora pieni).

Foto di Noemi Venturella  

Mi auguro che in futuro il comune possa rilevare o comunque occuparsi dell’area e riqualificarla, magari ostacolando l’espansione urbana ai confini della città. È chiaro che costruire in un’area agricola ai confini della città costa meno che bonificare aree piene di eternit, scorie chimiche, e rifiuti, ma lasciare questi buchi nel cuore della città, questi ecomostri, ha un costo sociale più alto di cui si deve tener conto.

One thought on “Ex Vallesusa, una cicatrice in città.

  1. A Palermo assolutamente da vedere é l’ex fabbrica di tabacco: abbandonata, ma comunque resa visitabile (durante le vie dei Tesori sicuramente, e con guide!). Questi ecomostri possono avere anche l’utilità sociale di rappresentare la storia, se concedono almeno questo!

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