E morì con un “io non sono femminista” in mano

Ogni volta che sento qualcuno pronunciare questa frase, svengo. Sí, vi giuro, mi sento mancare, mi viene una cosa qua che guarda io proprio non ce la faccio e boom! E siccome io non sono Campanellino e non mi rianimo con il battimani né con le polverine, oggi vi spiego perché NON dovete dire “io non sono femminista”. Fatelo per me ma soprattutto per voi. Ci sono infatti diverse cose da precisare per le persone che non si sono mai avvicinate a temi femministi, tipo il fatto che “femminismo” non vuol dire che gli uomini fanno schifo pezzi dimmerda devono morire tutti eccetera. Femminismo vuol dire lottare per la parità dei sessi. Parità tra uomo e donna, parità delle condizioni sociali ed economiche tra uomo e donna. Parità di ruoli, di lavoro, di assistenza, di considerazione. Quindi partendo da questa piccola ma doverosa precisazione chi dice di non esere femminista sta, di fatto, dicendo di non volere lottare per la parità tra uomo e donna. Chapeau!

Femminismo non è il contrario di Maschilismo. Quest’ultimo, se cercate su google c’è scritto, è un atteggiamento basato sulla superiorità dell’uomo nei confronti della donna. Superiorità non sempre espressa in maniera plateale (anche se avolte sì ed estrema) bensì insita nella nostra cultura di stampo patriarcale. E allora perché si chiama “femminismo”? Si chiama femminismo perché è un movimento nato per mano delle donne (dal latino femina) e non perché esalta la donna o vuole la donna superiore all’uomo e altre aberrazioni simili. 

“Ma ormai l’avete raggiunta la parità dei sessi, cosa volete di piú?” Beh, sinceramente non mi risulta che siamo uguali, che abbiamo uguali possibilità, che le nostre vite siano uguali. Ora vi spiego una cosa, facciamo un esempio: ci sono un ricco e un povero. Il ricco non si toglierà MAI il denaro per darlo al povero in modo da essere pari. Chi ha dei privilegi è normale che non voglia abandonarli. E così gli uomini, rispetto alle donne, che hanno dei privilegi dettati dalla cultura imperante, non rinunceranno mai volontariamente ad essi. Nell’ultimo paragrafo vi parlo di questi privilegi, perché anche in quest’ambito si fa confusione. 

Da cosa nasce questa ignorante (nel senso che ignora) riluttanza nei confronti del femminismo? Ah, si, dalla narrazione fuorviante che ha il solo scopo di mantenere i privilegi degli uomini. Allora ci si inventa che le femministe sono estreme, violente, urlano, bruciano i reggiseni, odiano gli uomini, rompono i coglioni con i pipponi eccetera. La donna, secondo uno dei tanti stereotipi di genere deve stare calma, composta, pacata, sí insomma non deve rompere il cazzo! Quindi appena comincia a farsi sentire (per motivi validissimi come tipo non ammazzateci o pagateci uguale), viene ostracizzata. Le femminazi! Il femminismo esagerato! Questa narrazione è falsa e serve solo a perpetrare il maschilismo. Il femminismo diventa “esagerato” perché va contro la società che è partriarcale, contro la società dove l’uomo ha il potere ed il privilegio. Non vi fate fregare, le femministe non hanno mai ammazzato nessuno (al contrario dei maschilisti). Quindi chi non si è mai approcciato a certi temi, ció che percepisce “da fuori” (da Facebook, dal cognato o dal datore di lavoro) è che le femministe sono esagerate. Questo è il messaggio che passa. Un messaggio che se non smentito alimenta il maschilismo. 

Arriverà il giorno in cui non sarà più additata la persona che fa notare a qualcuno un comportamento maschilista, ma la persona maschilista. Ci sono tanti – troppi – stereotipi di genere che vengono rafforzati inconsapevolmente e che a loro volta rafforzano le disugualianze tra uomo e donna. Fanno parte della nostra cultura (che, ripetiamo, è di stampo patriarcale che vuol dire che l’uomo ha più privilegi e potere rispetto alla donna). 

Cosa vuol dire avere più privilegi? No, perchè magari gli scettici si immaginano quest’uomo panzuto coi baffi che accarezza la porche e con ai suoi piedi una donna in grambiule e swiffer. Ammazza che immaginazione! No, avere più privilegi non vuol dire questo, non vuol dire che l’uomo è tipo un cattivo da cartone animato. Anzi, il più delle volte è inconsapevole di avere questi privilegi (che sono insiti nella cultura), proprio non lo sa, non ne ha idea. Non ha idea che, ad esempio, a lui è concesso di camminare di notte per strada da solo mentre a me no. Cioè non è che non mi sia concesso è che è diverso. La cosa peggiore che può capitare a lui (statisticamente parlando) è che gli rubino il portafoglio e il celulare, la cosa peggiore che può capitare a me è che mi stuprino e mi lascino mezza morta (o morta intera) sul marciapiedi. Non ditemi che questo non sia un privilegio! 

Per cui, fammi e fatti un favore, non dire di non essere femminista. 

(Per chi volesse approfondire un poco questo tema: ascoltate il Podcast su Spotify “Cara, sei maschilista!”).

2 thoughts on “E morì con un “io non sono femminista” in mano

Rispondi

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.