La spietata voglia di cittadinanza

Ce l’abbiamo fatta: domenica 23 aprile la Cittadinanza Riflessiva sbarca in Sicilia!

Anche se, a dirla tutta per bene, l’è sbarcata già da tempo con alcune di “noi isolane” andate a prenderne pezzetti al Nord Italia, da dove alcune di “noi italiane” erano andate a loro volte a prenderne pezzetti a Belgrado e a portarli in giro per il mondo. La cittadinanza è infatti una roba cosmopolita; “normale!”, si direbbe, per un mondo che cosmopolita e globale si vanta di esserlo… “Ovvio: è l’agorà!”, quindi “Avete portato in Sicilia l’acqua calda!”.

Potreste dirlo, ed è il vero, ma anche no! Perché, se è il vero è che l’agorà come idea esiste da illo tempore, è anche vero che oggi, a conti fatti, esso è più un ideale che un’idea vivente. Osservando a fondo le cose, potremmo in effetti accorgerci che la quotidianità è spesso più localista e chiusa di altre epoche in cui “cosmopolitismo” non era neanche un lemma del dizionario. Ove per “localista e chiusa” intendo non solo che i politicanti sono una classe sociale “altolocata” staccata da una idea di attivismo e dialogo dal e col “basso” della città, ma anche che noi cittadini-medi NON ci sentiamo più fino in fondo abitanti e cittadini di quel cosmos che sta al di fuori dei nostri confini. Non a caso, spopolano i ritiri, i suicidi e gli hikkikomori; non a caso, le reti sociali si spampinano, sgonfiano, impoveriscono; non a caso, più che di partecipazione come libertà, oggi prima viene il Sé e poi l’altro-solo-in-funzione-di-sé: meno partecipi e più ti senti libero, purtroppo… motivo per cui realisticamente e crudamente oggi non si dice ma si fa sottovoce & sottopensiero, tra i più, una parafrasi di Gaber del tipo “libertà è Spartecipazione”. E non a caso, questo è quell’oggi in cui ci dicono quanto pesi passare il pomeriggio di una domenica a cittadinare, ovvero a fare “cose impegnate”; l’oggi in cui 6 ore di spazio collettivo sembrano “troppe!”, perché “ho tante cose da fare!”; quell’oggi in cui però si piange per la sanità pubblica, per la spazzatura, per il clima, per i disservizi, per la politica disgustosa e vomitevole, “perché qui nessuno cambia mai niente…”, dimenticando che nessuno è pur sempre il nome di qualcuno. Quell’oggi in cui NON si pensa che la stanchezza e il fare interminabile sono forse moderne categoria politiche della mente e del corpo che servono a qualcosa, ad esempio a saturare spazi di incontro e di pensiero collettivo, consapevoli – dai “piani alti” – che essi sono la VERA POLITICA… Ad esempio.

Desiderose di accogliere queste contraddizioni e di metterci in dialogo con tutte le nostre ambivalenze (stanchezze, voglie, paure, desideri, sfiducia, speranza, etc.), consce di abitare un contesto culturale in cui è difficile distanziarsi da un’abitudine a-politica e dalla difesa con le unghie e con i denti del proprio atomistico spazio familistico-individuale, abbiamo portato in Sicilia – e per la precisione in quel luogo pieno di complesse virtù che è Cinisi, e ancora in quel luogo pieno di complesse risorse che è casa Memoria Felicia e Peppino Impastato – la nostra selvaggia voglia di cittadinare.

E’ lei, questa roba selvaggia e spietata, irriverente di stanchezze e domeniche, ad averci reso coraggiose e organizzative.

Ma perché partecipare?
Il perché, com’è tipico della cittadinanza, lo abbiamo costruito tutti insieme entro un confronto collettivo in cui la voce dell’uno diviene quella dell’altro e racchiude insieme il sé, l’altro e va oltre nel mondo:

<<Perché è un’opportunità di esplorare e condividere con altri cittadini pensieri che altrimenti rimarrebbero dormienti.>>
<<Perché parlare attraverso i sogni è un modo incredibilmente potente e mirato di ragionare sulla realtà in cui viviamo. Inoltre credo che la condivisione dei propri sogni con altri sia un modo affascinante e genuino di creare rete, mi dà speranza e come dice Zerocalcare: “C’è bisogno di un po’ di speranza!”>>
<<Perché la C.R. è uno spazio dove dialogare apertamente, senza giudizio.>>
<<Perché è uno spazio in cui è possibile praticare e ricevere ascolto, ampliare il proprio punto di vista e individuare nuove opportunità.>>
<<Perché possiamo dare il nostro contributo alla grande famiglia dell’umanità attraverso idee e comportamenti attivati dalla relazione con gli altri in un modo totalmente innovativo, alternativo e fuori dagli schemi.>>
<<Partecipare per scoprire la cittadinanza come comunità, il pensiero come il germoglio di ogni convivenza.>>
<<Per dare spazio al confronto con l’Altro e con l’Altro che é in noi, per sognare insieme Altre possibilità e nuove, difficili, bellezze.>>
<<Perché è un luogo dove da differenti punti di vista nasce una soluzione comune.>>

E un ultimo perché lo contiene un video che racchiude il concetto di cura relazionale e di salvezza “paradisiaca”


Per tutti questi motivi e per molti altri ancora, VI ASPETTIAMO TUTTI, perché la cittadinanza è di tutti e per tutti: non è un’iniziativa élitaria, non è per anziani, non è per disoccupati o per intellettuali né per i “giovinastri” o per i soliti (ig)noti. E’ proprio per tutti-tutti: vari, uguali e differenti. Proprio per ricordarci che esiste un “tutti” inclusivo in cui in più è meglio. Perché per noi ci si “salva” solo TUTTI INSIEME (:

Vorrei essere libero, libero come un uomo.
Come un uomo che ha bisogno
di spaziare con la propria fantasia
e che trova questo spazio
solamente nella sua Democrazia.”

2 thoughts on “La spietata voglia di cittadinanza

  1. Brava!
    Spero tanto che ci sia una grande affluenza perché più si è meglio è! E perché c’è bisogno di parlare, ma soprattutto di ascoltare e di imparare a farlo, come si dice abbiamo una sola bocca e due orecchie!

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